Genève

Le avventure di una ginevrina di nascita, partita per anni, che torna a "casa" ma deve riscoprire la sua città.
Le avventure di un'italo-francese, che torna alle origini per lavorare al Consolato Italiano.
Le avventure di Cora, tra ricordi e novità, nella sua amata Ginevra.

martedì 3 maggio 2016

Bilan de cette période

Non mi ammalo mai, ma quando capita è una serie di problemi da far concorrenza alla nuvola di Fantozzi.
Fine 2015 erano problemi di gambe, inizio 2016 è la bocca.
Da un piccolo problema vien fuori che bisogna operarmi, e "a quali medicine fa allergia?" non so cosa rispondere.
Idem per l'anestesia generale.
Arrivo di rinforzi dall'Italia, presenza di persone care, organizzazione, fermo malattia. Per riassumere: un periodaccio.
E non è neanche la fine, seconda operazione prevista nell'anno. Intanto faccio reazione allergica, ma come fai a saperlo se non hai quasi mai preso medicine?

Il lato positivo di tutto ciò è vedere chi risponde presente nel momento del bisogno.
Quest'occasione in particolare ha permesso di rinforzare un legame che temevo di dover spezzare. E' stata anche la scusa per alcune presentazioni, previste molto più tardi e un po' temute, che si sono svolte in modo più che positivo.
Ci sono anche delusioni, credute amicizie che si rivelano relazioni superficiali, persone che si manifestano quando va tutto bene e scompaiono alla prima difficoltà. Pazienza, facciamo pulizia affettiva.

Su altri fronti è un periodo di attese, immense dosi di pazienza e qualche dubbio.

Persino il ritorno a Ginevra è incerto, un'altra città sembra prevalicare e le motivazioni sono numerose.

Fase di lentezza, alla quale farà seguito un periodo di cambiamenti e corse che aspetto per voltare pagina e andare avanti con grinta.

Intanto si avvicina un lungo weekend di visite, e tra due settimane un mini-viaggio in Italia. Finalmente in ferie!

domenica 27 marzo 2016

You should go and love yourself

Con me non ci sono mezze misure. Né nella vita né nelle relazioni.
Passo da momenti di monotonia e calma piatta a mesi che turbinano di novità, per poi ricominciare il ciclo.
Quanto alle relazioni, cerco quelle autentiche, intense, non m'interessano le conoscenze che si manifestano occasionalmente (o per interesse), i rapporti tiepidi e superficiali.

So stare da sola, ho imparato da anni. Ho la famiglia, pochi amici stretti, se scelgo di stare con qualcuno è per costruire insieme un futuro.

Ultimamente ho sotto gli occhi l'ennesima conferma che invece per molti è il contrario. La paura di stare da soli, l'accontentarsi. Degli altri, delle situazioni che non vanno, del lavoro che non si sopporta più.
Poi mi si dice "sì ma tu sei forte, sei coraggiosa". Certo. Facile metterla così e credere che sia facile.

Oggi sono arrabbiata. E delusa. Con gli occhi gonfi di lacrime e un dolore al petto.
Per vari motivi, che non voglio esporre.
Problemi di salute, problemi professionali, problemi relazionali.
Che mi serva da lezione.
Da doppia lezione, perché chi ha risposto presente erano la famiglia e l'amicizia.

I rapporti incerti non fanno per me. Mi si spezzerà il cuore, ma se non c'è altra soluzione allora sarò "coraggiosa", come dicono alcuni. No, sarò semplicemente realista.
Spero davvero non arrivare a questo.



venerdì 29 gennaio 2016

La Solitudine dei Numeri Primi



Ci sono domande alle quali è difficile rispondere.
A volte le parole non bastano, e potresti rispondere con gesti, ma vedi ancora un limite che non hai superato, una penultima barriera da far cadere, e allora rispondi con un libro.

Perché a un certo punto non si tratta neanche più di scelta, è un riconoscersi reciproco che non si può spiegare.

 I numeri primi sono divisibili soltanto per 1 e per sè stessi. Se ne stanno al loro posto nell’infinita serie dei numeri naturali, schiacciati come tutti fra due, ma un passo in là rispetto agli altri. Sono numeri sospettosi e solitari e per questo Mattia li trovava meravigliosi. Certe volte pensava che in quella sequenza ci fossero finiti per sbaglio, che vi fossero rimasti intrappolati come perline infilate in una collana. Altre volte, invece, sospettava che anche a loro sarebbe piaciuto essere come tutti, solo dei numeri qualunque, ma che per qualche motivo non ne fossero capaci.
In un corso del primo anno Mattia aveva studiato che tra i numeri primi ce ne sono alcuni ancora più speciali. I matematici li chiamano primi gemelli: sono coppie di numeri primi che se ne stanno vicini,anzi,quasi vicini, perchè fra di loro vi è sempre un numero pari che gli impedisce di toccarsi per davvero. Numeri come l’11 e il 13, come il 17 e il 19, il 41 e il 43. Se si ha la pazienza di andare avanti a contare, si scopre che queste coppie via via si diradano. ci si imbatte in numeri primi sempre più isolati, smarriti in quello spazio silenzioso e cadenzato fatto solo di cifre e si avverte il presentimento angosciante che le coppie incontrate fino a lì fossero un fatto accidentale, che il vero destino sia quello di rimanere soli.

Poi, proprio quando ci si sta per arrendere, quando non si ha più voglia di contare, ecco che ci si imbatte in altri due gemelli, avvinghiati stretti l’uno all’altro. Tra i matematici è convinzione comune che per quanto si possa andare avanti, ve ne saranno sempre altri due, anche se nessuno può dire dove, finchè non li si scopre.

La solitudine dei numeri primi, Paolo Giordano

venerdì 8 gennaio 2016

Le parfum du bonheur

– Secondo me tu hai paura di essere felice, Charlie Brown. Non pensi che la felicità ti farebbe bene?
– Non lo so. Quali sono gli effetti collaterali?
(Charlie Brown)

Ha l'effetto di un uragano che spazza via tutto e ti lascia senza fiato. Che ti anima di giorno come di notte, che permea i sogni, che  s'infiltra in ogni tuo atomo e ti rende fragile come un diamante.

Sono sommersa e non controllo più nulla.
Oscillo tra euforia pura e terrore.
Ho paura di essere felice, ho tremendamente paura.
Le fiamme nell'augurio del biscotto cinese non erano le mie. Sono quelle che bruciano tutto, con un'intensità sconvolgente, quelle che ti avvolgono e mi stravolgono.

Qual è l'andatura, il ritmo da seguire? Esiste un equilibrio? Quanto ancora posso avvicinarmi senza perdere le ali, come Icaro al sole?

Non ho nessuna risposta. Un'unica certezza: non si può tornare indietro. Tutto cambia radicalmente, e nulla sarà mai più come prima. Non ci credevo, stento ancora a crederci, e ogni tanto mi pizzico il braccio.

Anni di barriere, filtri e distanze, crollati in un incontro degno di serendipity.

E il terrore che quest'intensità possa scomparire, che qualcosa si spezzi e lasci frantumi ovunque.

Alla faccia della promessa di non postare mai cose troppo intime, questo post scritto di getto lo lascio, almeno stanotte, per digerire questo tutto e farlo altrove che su pagine coperte d'inchiostro che nascondo.
Poi svegliandomi mi sentirò messa a nudo e lo cancellerò.
Scapperò ancora, sperando di essere addomesticata e avere meno paura domani, o dopodomani, o nel futuro. Fino ad avere il coraggio di buttarmi nel vuoto, e vivere.

domenica 20 settembre 2015

Acqua di Gioia

Quando ho bisogno di riflettere, di rilassarmi, o semplicemente di ritrovare me stessa, ho bisogno d'acqua. Che sia un ruscello, un lago, il mare. E' un elemento per me essenziale, tant'è che non ho mai vissuto lontano dall'acqua.
L'appartamento attuale dista 5 minuti a piedi dal lago Lemano, e appena posso percorro le sue sponde in lungo e in largo.
Oggi c'è un sole inaspettato, fa freschino (19 gradi come temperatura massima) e ho bisogno di fare il punto della situazione, tanto professionale che sentimentale.
Avendo sottoscritto un abbonamento che costa un occhio ma permette di viaggiare in tutta la Svizzera, prendo il battello con le ruote a pale (questo qui per intenderci) e via, due ore sull'acqua.
Viaggiare per prendere le distanze, avere un'altra prospettiva, vederci un po' più chiaro e meravigliarsi davanti al paesaggio. Perché la Svizzera è anche questo, grande nella sua taglia ridotta, colma di bellezze e diversità. Basta attraversare il Lemano per essere in Francia, e da lì tutto sembra più piccolo, anche i problemi.
Lascio che le mani si muovano sulle impostazioni della macchinetta mentre la mente deriva, cambiare città o meno, continuare ad investirmi o lasciar perdere, aspettare o voltare pagina, istinto o razionalità, e senza rendermene conto mi ritrovo circondata a bambini che guardano lo schermo e fanno commenti.
"Ma tu sei fotografa? E il tuo lavoro?" Sorrido, vai a spiegar loro che usi la foto come la scrittura, in modalità catartica, e che di farne il tuo mestiere non ci pensi neanche...
Di ritorno sono più serena, mi godo il sole dalla sponda svizzera leggendo un romanzo e torno a casa.
Acqua di Gioia, come il mio profumo preferito, come gli anni in cui vestivo unicamente di blu, come l'acqua che scorre e non si può fermare.

domenica 16 agosto 2015

Retour à Genève (2e partie)

Ci sono periodi di calma piatta e altri dall'intensità travolgente. Mi trovo attualmente in una fase del secondo tipo, piena di cambiamenti e buone notizie.
Dopo essermi avvicinata, lavorando a Nyon, ho finalmente trovato un nuovo impiego nel cuore di Ginevra!!
Per ora mi alzo all'alba e torno a inizio serata, con due ore e mezza di treno al giorno, ma tante soddisfazioni che rendono questi viaggi più leggeri.

La prossima tappa sarà trovare casa, ma qui mi sa che dovrò armarmi di coraggio e pazienza, considerando che la mia amata è tra le più care e meno disponibili...
Intanto mi rifaccio il guardaroba, visto che dove lavoro l'eleganza è d'obbligo e i jeans ammessi solo per il "casual Friday" XD

E mi godo i weekend di svago, tra camping a Sion, Guinness Irish Festival, passeggiate nella natura e momenti di complicità.
In tutto questo le ore di sonno sono ridotte e ancor più il tempo online, leggo solo sul treno e scopro nuovi artisti rinnovando il contenuto del lettore mp3.

A settebre torna la seconda edizione dei Celti di Vivisko, e chissà se nel frattempo non faccio un salto a Friburgo...

Felice di poter finalmente vedere ogni giorno la mia Ginevra, contemplare il Jet d'Eau mentre cammino in direzione dell'ufficio, pranzare con amici e colleghi nei parchi, incontrare nuova gente e sentire il pulsante dinamismo della città durante l'estate, tra feste lungo il lago, concerti improvvisati e proiezioni cinematografiche... Genève, ma bien-aimée

giovedì 21 maggio 2015

Talk to me

In my head, I talk to you all the time



Ci sono persone che sono come pilastri, senza di loro sei perso, e anche se le vedi di rado le porti sempre nel cuore.

Persone con le quali le telefonate o i messaggi sono aleatori, eppure il legame rimane intenso.



Ho la fortuna di conoscere preziose persone, fisicamente lontane eppur così presenti nei pensieri.
Capita di non vedersi per mesi, anni, e ritrovarsi come fosse ieri.

V. me l'ha confermato a voce qualche mese fa, bellissimo riabbracciarsi e chiacchierare senza che sia cambiato nulla, con la stessa intesa e le risate a crepapelle.
M. mi scrive lunghe e-mail, che leggo col sorriso immaginando le variazioni di tono nella sua voce, come se mi fosse accanto. Mi vengono in mente tante cose da raccontarle, e lascio sempre passare troppo tempo prima di contattarla.
Poi c'è J, che nonostante dai 1200 ora sia a soli 60 chilometri, appare e scompare nella mia vita con l'abilità di uno stregatto.
Gli incontri rimangono rari, ma ogni volta è un ritrovarsi che mi colma di gioia. Qualche ora rubata al tempo, poi ognuno riprende la sua strada, e non si sa quando ci rivedremo.
Nella mia mente, continuo a parlargli anche quando sono sul treno, o nel quartiere dove abitavamo, o ancora nel parco che ci ha visti crescere.
Ieri è bastato un sms, "sono a Ginevra" (sono a casa), e dieci minuti dopo era davanti a me. Che io abbia ora i capelli cortissimi o sia di spalle con vestiti inusuali non cambia la sua capacità a trovarmi in mezzo alle persone sulla piazza.
Ginevra vestita di grigio, e noi seduti per strada a dar da mangiare ai passeri.
Si dice che è difficile essere felici e accorgersi di esserlo, "conosciamo solo la nostralgia della felicità, o la sua perenne attesa" (M. Mazzantini). Eppur hanno il sapore della felicità mentre li gusto, questi momenti condivisi.

Ci sono persone alle quali mi basta pensare per ritrovare il sorriso. Se leggete questo post, vi riconoscerete senz'altro. Même toi que j'attends toujours pour un café ici.

As long as we talk to each othere, everything will be fine