Genève

Le avventure di una ginevrina di nascita, partita per anni, che torna a "casa" ma deve riscoprire la sua città.
Le avventure di un'italo-francese, che torna alle origini per lavorare al Consolato Italiano.
Le avventure di Cora, tra ricordi e novità, nella sua amata Ginevra.

martedì 4 dicembre 2012

Que c'est cher de t'aimer

Secondo il sondaggio 2012 di Eurocost, Ginevra è la terza città europea più cara, preceduta da Mosca e da Londra...
Gli stipendi sono più alti della media, ma una volta che deduci le tasse, l'affitto (carissimo, una media di 1500 franchi per un monolocale in città), l'assicurazione sanitaria obbligatoria (350-400 franchi al mese) e ti ritrovi a fare la spesa, con i prezzi dell'alimentare che non sono esattamente "bassi"... non riempi di certo il carrello a vanvera! (anzi, magari non lo riempi neanche)
Cari amici che sognano di venire a lavorare in Svizzera, non lasciatevi abbagliare dalle somme di denaro promesse contro una media di 42 ore settimanali, tenete anche conto di tutte le spese da affrontare, a cominciare dalle scartoffie (25-30 franchi per dichiarare che arrivate nel Paese, 65 per un permesso di soggiorno, e persino il rinnovo si paga).
Tuttavia, se siete innamorati come me non demordete, fare la spesa sarà sempre un calcolo ma ci farete l'abitudine!
In compenso ci si abitua molto facilmente ai servizi "alla svizzera", alla precisione (sento lamentele sul binario quando il treno ha 3 minuti di ritardo, annunciati con tanto di scuse da parte del personale ferroviario), alle manifestazioni culturali gratuite o a prezzi accessibili, a parlare varie lingue e vedere gente di tutte le nazionalità, alle auto diplomatiche, e neanche le bellezze velate che escono dalle limusine con buste Chanel, Gucci, Dior & Co vi stupiranno più di tanto! ;)
A breve dovrei FINALMENTE avere internet a casa (dopo un mese e più di attesa...) quindi chi fosse interessato a fare un salto nella fredda Svizzera (nevica) mi faccia sapere!!

lunedì 5 novembre 2012

Mon chez moi

In diretta dall'ufficio, perché a causa di un mega bug informatico siamo bloccati alle nostre postazioni e non possiamo lavorare.
Dato che non ho ancora internet a casa, e che qui stiamo davanti ai nostri schermi a zuzzurellare, approfitto del mio Mac per un mini aggiornamento.
Niente internet a casa perché ho appena traslocatooooo!!! Da venerdì, dopo due mesi di ricerca intensiva e 6 anni di convivenza con coinquiline/i vari (potresti scrivere un libro sulle mie disavventure a proposito), ho un monolocale tutto mio!!!
Ho passato l'intero week end a fare pulizie intensive, ma finalmente ho un posto in cui ritrovarmi, respirare un po' di libertà, ospitare gli amici e la famiglia senza dover chiedere accordi/consensi/autorizzazioni.
Un frigo in cui nessuno verrà a controllare cosa ho comprato, un letto a una piazza e mezzo in cui rotolarmi senza cadere, un bagno in cui non devo riabbassare continuamente il piatto del wc.
Quattro piani di scale da fare quotidianamente, perché l'ascensore non c'è e i miei glutei mi ringrazieranno.
Un'ubicazione perfetta, dieci minuti a piedi dalla stazione, dal centro commerciale, dal lago, il tutto nel centro storico, per notti serene e una rinnovata vita sociale.
E NON è a Montreux, così separo lavoro e vita privata. Vevey, mia cara Vevey, noi due andremo d'amore e d'accordo!
Guys, al prossimo aggiornamento o al prossimo aperitivo nella mia home sweet home ;)

lunedì 29 ottobre 2012

Sous les yeux de Coralie*

Sotto gli occhi di Cora, di Martin, del pubblico di Losanna. Sotto i nostri occhi, un concerto favoloso, di quelli che ti rimangono impressi.
Soan, uguale a se stesso, ribelle e indomato, che arriva zoppicando, una canna nella mano destra, e nonostante l'evidente problema alla gamba ci offre due ore di concerto.
Nuovi brani, vecchi pezzi, canzoni che solo noi pochissimi veri fan conoscevamo.
Ed essere in prima fila, averlo così vicino, cantare a squarciagola ogni testo, è stato magnifico.
Per chi non sapesse di cosa sto parlando, Soan è un cantautore francese che ho incrociato per caso nella metro di Parigi, nel lontano 2009. Qualche mese più tardi, lo vedevo in tv in un programma per giovani talenti musicali. E ho tifato come una dannata, comunicando il mio entusiasmo ai miei famigliari, poi ai miei amici, seguendo ogni settimana le puntate e sperando con ardore non venisse eliminato, questo punk ribelle che dimenticava i testi e ballava sul palcoscenico in gonne gotiche.
Vederlo vincere, contro ogni aspettativa dei giudici, è stata quasi una soddisfazione personale.
Poter acquistare l'originale del suo cd, che su sua richiesta doveva costare meno di quindici euro (perché l'arte dev'essere accessibile a tutti, e che l'etichetta della major fosse contraria non era affar suo), e ascoltarlo ogni giorno in autobus andando a lavorare come assistente a Nizza.
Ho continuato a seguirlo, sperando, nel mio anno in Francia, che estendesse la portata dei suoi concerti al di fuori della capitale.
Ma i mass media lo boicottavano, e non era possibile sentirlo in live se non a Parigi.
Ricordo un articolo di giornale che lo dava per spacciato, e gli augurava di tornare a suonare nella metro.
Questo era senza contare la complessità dell'artista, il sostegno degli amici, l'ardore dei fan.
Perché Soan non è scomparso, anzi, a marzo 2012 ha pubblicato il suo secondo album (* "Sous les yeux de Sophie", titolo originale), ancor più bello del primo, e ha iniziato una tournée francofona. Due tappe al di fuori della Francia: una in Belgio, l'altra in Svizzera, a Losanna. Quindi Cora trascina Martin al concerto, e scalpita d'impazienza, e urla di gioia, e sbraita fino a ritrovarsi senza voce, perché dopo 3 anni può rivedere uno dei suoi artisti preferiti. Dalla metro al palcoscenico, eppur uguale, dalla timidezza iniziale ai balletti improvvisati, dalle canzoni col gruppo ai brani cantati da solo, accompagnato dalla sua chitarra.
Due ore di pura emozione.
Cento di questi concerti, e che tu possa prenderti la rivincita che meriti:
*Quand la foule se lève en criant "Chante encore!"
C'est bien plus qu'il n'en rêve, il est conquistador!* 


p.s.=i video sono stati presi da qualcuno del pubblico, mentre pubblicherò a breve le foto che ho preso (dalla prima fila ♥ )

domenica 30 settembre 2012

Mille questions et si peu de réponses...

I fine settimana si seguono ma non si somigliano.
Lo scorso weekend sono scappata dall'ufficio alle 17 (credo di non essere mai uscita così presto!), saltata sul primo treno per Ginevra, e ho trascorso alcune ore in giro per la città col mio fratellino, venuto per pochi giorni in Svizzera.
E una magnifica serata con lui e il mio ragazzo, uno di quei momenti che hanno il sapore della felicità, che ti vien voglia di piangere e ridere e saltare, ma rimani accoccolata ad ascoltare il battito del suo cuore, e sorridi e piangi ed esulti, ma in silenzio.
Ho cercato di apprezzare al massimo quei due giorni pieni d'affetto, in cui persino la pioggia aveva ceduto il posto al sole, così da permetterci un pomeriggio in tandem lungo il lago (e un po' d'esercizio per le mie gambe fuori forma!).
E la domenica sera, quando non sono sola sul binario, è più facile aspettare il treno che mi riporterà a Montreux, alla stanzetta troppo piccola e al lavoro troppo ingombrante.
Poi la settimana la passo, soverchiata di lavoro, troppo stanca per fare granché al ritorno.
E arriva un altro fine settimana, quello che si conclude stasera. Un week end monotono, grigio, con pioggia e nebbia che non vedi l'edificio di fronte. Due giornate in cui mi rifugio nei libri, nella musica, scrivo lettere che forse non darò, semplicemente perché ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca così tanto che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per poterlo abbracciare davvero.
Mi chiedo quando potrò tornare a vivere e lavorare a Ginevra, quanto resisterò qui, quanto ci vorrà per trovare un posto mio, quanto puoi tu sopportare le mie lacrime...
E non ho risposte. Allora aspetto il prossimo fine settimana, spero in un cambiamento qui, e tiro un sospiro di sollievo quando sono di ritorno a casa.

lunedì 27 agosto 2012

Des chinoiseries...

A me è sempre piaciuto il Giappone. L'incontro tra tradizione ed innovazione, la capacità che i giapponesi hanno di risollevarsi nonostante le difficoltà, i sacrifici ai quali sono educati fin da piccoli, l'intensità di Tokyo e la calma di Takayama, l'esuberanza delle kogal di Shibuya e la delicata grazia delle geisha di Gion. I manga, il j-rock, il sushi, gli origami, i kimono, l'ikebana, il monte Fuji, i ciliegi in fiore, i tre termini per differenziare l'amore.
Il Giappone mi piace davvero.

 Alle elementari, avevo deciso di imparare la lingua nipponica. Avevo le mie tabelline in hiragana e katakana, con l'alfabeto accanto.
Alle medie, disegnavo personaggi in stile shojo, divoravo manga e cantavo (ergo, cercavo di cantare) le sigle dei miei anime preferiti in lingua originale (facendo probabilmente fuggire ogni giapponese nel raggio di dieci chilometri).
Alle superiori, i miei quaderni erano fatti di note scolastiche e disegni, scarabocchi, espressioni giapponesi. La mia carissima amica dagli occhioni azzurri, Vale Valu Bella Bambola, era mia fedele compagna di letture sottobanco, martedì sera per l'anime night, di fanfictions e disegni. Ci eravamo rispettivamente soprannominate Stupida Scimmia e Bonzo Corrotto, aka Son Goku e Genjo Sanzo, per chi li conosce.

Tutt'ora, benché abbia smesso di svuotare il mio portafoglio in fumetteria, leggo qualche buon manga. Scrivo rare fanfictions, ma ormai scrivo raramente in generale.

 Per me c'è sempre stata una differenza tra Giappone e Cina.
Senza entrare nei dettagli, posso dirvi di aver studiato due anni di lingua e cultura cinese. L'abbandono è stato forzato, nel senso che ero l'unica studentessa rimasta dei quasi cento iniziali. Però più imparavo a conoscere il popolo cinese, più mi piaceva quello giapponese.
Per un insieme di fattori, non sono mai riuscita a legare con un cinese, mentre ho amici giapponesi con i quali adoro discutere di una moltitudine di cose.

 Qualche settimana fa, mi sono ritrovata con l'iscrizione di una cinese per un soggiorno di 5 settimane in Inghilterra. Un'angosciata cronica, vedeva tutto nero, e a una settimana dalla partenza non aveva ancora il suo visto. Neanche a un giorno dalla partenza. Ho fatto mari e monti per convincere la scuola a mantenere la sua iscrizione e soprattutto a confermarmi la famiglia ospitante. Chiamavo la cliente ogni giorno, sperando mi dicesse finalmente che aveva ottenuto il documento. Abbiamo persino spostato di una settimana il soggiorno, senza spese di modifica dietro mia richiesta. A 12 ore dalla partenza, il visto è arrivato, alleluia! Ho chiamato la cliente per felicitarmi con lei, fornirle le ultime informazioni, e augurarle buon viaggio. Non ha neanche detto grazie.
Da allora è partita, è a metà soggiorno, non risponde alle emails, e non si è mai fatta viva.
Alla faccia della riconoscenza.

 Due mesi fa, esattamente il 25 giugno, è sbarcata qui un'altra cinese. (forse dovrei dire atterrata... ma non rende l'idea).
Non vi fornirò dettagli, immaginiamo che si chiami Yu e sia arrivata a Montreux dove ha chiesto un alloggio provvisorio ad un vecchio amico. Ha detto che sarebbe rimasta per poco, il tempo di trovarsi un'altra sistemazione. Poi ha chiesto se poteva rimanere un mese, ovviamente senza proporre nessun contributo economico. Poi la ragione per cui era inizialmente venuta è scomparsa, ma Yu è rimasta.
Con un ex-marito qui in Svizzera, un attuale marito in Cina, e un amante (qui a Montreux, ovviamente).
Tuttavia continuava a vivere dal vecchio amico che, poverino, non osava dirle nulla. Neanche quando lei rientrava alle 5 di notte dopo aver perso tutti i soldi guadagnati in giornata giocando al casinò.
 "Andrò via presto", "domenica prossima", "Aspetto dei soldi da una persona che deve rimborsarmi", "A casa in Cina ora non c'è nessuno, almeno qui sto con voi", "il mio aereo è stato posticipato, devo aspettare che le autorità cinesi diano una nuova data".

La versione di oggi, dopo DUE MESI dal suo arrivo: "E' scoppiata la guerra in Cina"!!
Ma dico io, Yu dei miei due stivali, quando ti decidi a toglierti dalle scatole, che adesso hai veramente rotto con scuse, cose prese ma non tue, monopolio del bagno, orari di ritorno in stato di ubriachezza che svegliano tutti, insomma, con questa falsità che è tutta tua, ma è composta anche dalla perfezione con la quale il tuo popolo dice una cosa, ne pensa un'altra, e agisce in modo ancora diverso??? Perché qui dal vecchio amico ci sono anch'io, che pago un AFFITTO per stare in santa pace, che compro lo shampoo e la marmellata che prendi senza chiedere permesso, e soprattutto mi sono rotta dei tuoi modi di pagamento, ergo tramite film porno, a quel pover'uomo che non sa dirti di no!

 Scusatemi per lo sfogo, e soprattutto non prendetelo come una critica verso tutto il popolo cinese. Parlo di due casi personali e troppo vicini per passarci sopra. E ho sentito recentemente un commento fatto da una collega, "eh, 'sti orientali, cinesi, giapponesi, coreani, tutti la stessa cosa sono!". Ma neanche per scherzo.
Poi parlo soprattutto col mio amore per il Giappone, che mi rende più che parziale.

Detto questo, Yakitate Ja-Pan! ;)

domenica 22 luglio 2012

L'orage est dans l'air

Per quelli che si chiedono che fine ho fatto, sono ancora viva. Cerco di andare avanti, di superare la crisi e il mese di agosto mantenendo la mia "sanità" mentale (se mai l'ho avuta... forse dovrei dire la mia normale pazzia). In un ambiente dove è tutta una questione di competizione, dove d'amicizia non si ha neanche l'ombra, dove lavori tutta la giornata in un open space con altre 10 persone, e il telefono di ognuna che suona con gli altri ad ogni chiamata, dove senti italiano spagnolo inglese tedesco e francese mescolarsi e diventare incomprensibile, unicamente con compagnia femminile, ecco, in un ambiente del genere è difficile uscire dall'ufficio senza mal di testa e amarezza in bocca. Aggiungiamoci che l'ufficio è anche una sottospecie di call center, perché "gestiamo i clienti dalla A alla Z", e ovviamente i clienti pensano che siamo i loro schiavetti. Cambiamenti a due giorni dalla partenza, crisi di panico, perdita di documenti, trasferimenti aeroportuali, scuole incompetenti, problemi d'alloggio. A fine mese avrò la seconda valutazione da parte dei miei capi, e di certo non posso dir loro che va tutto bene, anzi. Di questo passo mollo tutto prima di impazzire, che dei problemi altrui ne ho piene le tasche, le scatole e gli attributi maschili (che non ho, ma ormai è come se li avessi). Altra carne sul fuoco? ODIO Montreux. Assolutamente e irrimediabilmente. Odio la sua superficialità, la mancanza totale di cultura, i marciapiedi affollati solo da ricchi vecchietti snob e turisti, il fatto che viva per l'unico, pietoso evento dell'anno, un jazz festival che di jazz non ha nulla e di kitch pietoso fin troppo, che sia delle dimensioni di un paesello ma con la pretenzione di una città, e i prezzi alle stelle. Che sia circondata dalle montagne, asfissiante, opprimente, con continui temporali e nuvoloni che neanche si sa da dove spuntino. Che nonostante la sua popolazione composta unicamente da ultrasessantenni e persone della mia ditta, nessuno si fermi a scambiare due chiacchiere col vicino, no no, non sia mai! E se persino il mio ragazzo che è un perenne ottimista finisce col dirmi che Montreux non gli piace, vi lascio immaginare quanto possa piacere a me, che sono costretta a viverci e a lavorarci! Che di viste del lago e bel panorama non si vive di certo... Ho passato anni a cercare di tornare nell'unico posto che chiamo casa, la mia amata Genève, e quando finalmente ci riesco mi viene sottratta. Montreux sarà anche in Svizzera, ma NON è il posto dove voglio vivere, neanche per un anno. Quindi, cari datori di lavoro, se al termine del contratto non mi proponete di meglio che quest'inferno estivo che si trasforma in mortorio invernale, scordatevi che rimanga qui a lasciarmi prendere dall'apatia per sopravvivere. Prossimamente, su queste pagine, una parodia satirica delle giornate lavorative, liberamente ispirate da un dialogo via skype con Chemo Dostojevsky, che ringrazio per il supporto morale! Non ci resta che ridere... per non piangere.

mercoledì 13 giugno 2012

Divenire (Einaudi)

In piena evoluzione. Periodo di cambiamenti, di stress, di giornate lavorative da 9-10 ore, di pioggia incessante, di giorni no. Ma anche di weekends a casa, dove per casa intendo la mia amata Ginevra, e l'odore di dolci quando entro in un certo appartamento, e l'abbraccio di M.
E da gatto selvatico mi lascio addomesticare, divento più socievole anche sul posto di lavoro, e ogni volta che mi vien rabbia o penso di non farcela parto mentalmente a Ginevra.
Baratto la mia libertà contro una dose d'affetto, e sento questo legame penetrarmi dentro, pian piano sempre più.
Divento più aggressiva nei confronti di ciò che potrebbe danneggiare o rattristare i miei cari.
Ancor di più adesso, con le nuove preoccupazioni.
E in confronto a certi problemi, tutto il resto svanisce. Rimangono solo i legami, la cui forza ci permette di andare avanti.

sabato 5 maggio 2012

Semaine chargée, et on continue sur le weekend!

Questa settimana è stata un insieme di intensità, soddisfazioni, difficoltà e mancanza di sonno. Otto ore di formazione fin dal primo giorno, una coinquilina nella camera doppia che mi toglie il sonno, un appartamento misto di 12 persone in cui bisogna adattarsi come meglio si può, centomila visi e nomi che -ovviamente- non memorizzo, riunioni, incontri, primi passi col Mac, fatture, conferme, e, da ieri, i miei primi clienti. Raro, rarissimo, but I'm proud of myself. Ogni tanto capita :P
Per il momento non li seguirò dalla A alla Z, ma son soddisfazioni, soprattutto sapendo che sono stata assunta in concomitanza con una ragazza di un altro pool, ma che potremmo diventare concorrenti a fine formazione. Quindi devo dimostrarmi all'altezza dell'incarico fin da ora, senza però perdere il buon rapporto con la suddetta girl, che mi sta davvero simpatica.
Oggi pensavo di starmene tranquilla, fare la spesa, andare a vedere dove si trovano i locali del comune e il controle des habitants, chiedere per la tessera demi-tarif. La spesa l'ho fatta, sì, ma poi sono stata "pedinata" da un biondino che mi ha seguita fin nell'appartamento ( io -> O.o "e questo chi è??Uno dello staff??") e mi dice che sono invitata alle 13.32 (notare la precisione) ad andare con lui ed altri in un luogo che non conosco, a fare degustazioni di vino. Mi lascia il suo numero di telefono, fa per andarsene, torna indietro e mi chiede se sono effettivamente io Coralie. Ja. E va via così com'è apparso. Io non vedo il tempo che vola, mi metto a cucinare, scopro che sono le 13.15 e scrivo a F. (il *pedinatore* che non era tale) che mi spiace, non vengo, ma buona degustazione e bla bla. Neanche 5 minuti dopo F. sbarca in cucina con un sonoro "Allez Coralie, on y vaaaaa!!!" O.o ma se ti ho appena detto che NON venivo!! Insomma, non chiedetemi come, è riuscito a convincermi a mollare il mio piatto di riso con cervelas e seguirlo. Scopro così che molti visi misconosciuti della ESL sono alla stazione, biglietto fatto, e mi ritrovo a Epesses, per una degustazione di vini, a stomaco vuoto, sotto un sole stupendo e nel pieno dei vigneti svizzeri! Tra risate, bicchieri in troppo, vetri rotti e foto varie, ci ritroviamo a dover letteralmente SCAPPARE quando inizia un temporale improvviso. Fradici, zuppi come pulcini, riprendiamo il treno, e i più coraggiosi si fermano a Vevey per una pizza nonostante i vestiti bagnati, mentre pochi di noi tornano a casuccia per una doccia bollente e una cena sostanziosa (ero tra questi).
Insomma, chi è che mi diceva di riposare nel fine settimana? :P

lunedì 30 aprile 2012

Montreux, une nouvelle aventure

Valigie disfatte, connessione internet stabilita, camera doppia in un appartamento misto abitato da 9 persone, tutte dello staff. E domani primo giorno di lavoro. Incrocio le dita, stasera mi faccio una tisana e spero di essere all'altezza delle loro aspettative senza uccidermi (letteralmente) di lavoro.
Montreux soleggiata, piena di turisti, il lago calmo e la metà dei miei coinquilini germanofoni. Okay, positive attitude et vivons au jour le jour!

sabato 21 aprile 2012

On s'attache

Giornate piene, movimentate, impegnate. Giornate lunghe che passano in un lampo. Piccoli momenti di felicità, foto di attimi rubati, lunghe conversazioni, sorrisi.
Sorrisi da stregatta, che un attimo è qua e poi va via, non sai quando torna ma sai che torna. Perché torno sempre dalle persone a me care.
Ricordi, scrigni pieni di tesori in miniatura, diari di una vita. Ne faccio il pieno finché posso. E cerco di vivere qui, godermi completamente l'attimo, smetterla di cercare la sera tracce di un passaggio che non c'è. Parce qu'on s'attache, et on sent quand quelque chose manque. Ou quelqu'un. Ou un petit mot qu'on espérait trouver et qui n'est pas là.
Ecco cosa significa viaggiare: lasciare pezzi del proprio cuore in posti diversi, e non poterli mai rimettere tutti insieme.

sabato 14 aprile 2012

Il pleut il pleut bergère...

Mercoledì la cima del Salève era bianca. Per il resto, pioggia a catinelle da oltre una settimana. Anche oggi, mentre speravo di poter andare a vedere un concorso ippico. Probabilmente tutto il week end, un vero peccato per le "Montgolfiades" di Ginevra, con mongolfiere originali che dovrebbero volare nel cielo della città. E con questo tempo dove andranno?
Per fortuna ho una montagna di film da vedere, un abbonamento per i mezzi pubblici valido fino a domani, e alcune persone a me care da riabbracciare.


The rest is shadows. The rest is secret.
[Memoirs of a Geisha]

domenica 8 aprile 2012

Première rencontre avec Montreux

Cosa fareste, avendo un colloquio di lavoro in una città che non conoscete e arrivando con due ore d'anticipo?

Cora è apprensiva di natura. Preferisce arrivare in anticipo piuttosto che in ritardo. E quando deve dimostrare il proprio valore rimette tutto in discussione, dal curriculum alle proprie capacità. In pratica, un colloquio di lavoro in una città sconosciuta uscendo di corsa dall'ufficio è sinonimo di panico.
Però questa volta le cose vanno diversamente. Si stampa una mappa con l'aiuto di google, fa in anticipo il biglietto, prende un treno ancor più in anticipo, e si ritrova sul posto con due ore da gestire. Un panino, un buon libro, le cuffie nelle orecchie e Soan che l'accompagna, una panchina al sole. Niente stress pre-colloquio. Va in giro per la città e si mette a fare foto, perché così si distrae, e Freddy Mercury in posa non lo incontri mica tutti i giorni, no?
Una lunga passeggiata, tappa obbligatoria all'ufficio del turismo (nonmiprenderannomai, maintantovediamocosacisarebbedafaresevivessiqui, con incoerenza di pensieri e la mente in stand-by), ed è ora di presentarsi.
La lasciano in una saletta con la promessa di tornare immediatamente. E passa un quarto d'ora ad aspettare. Panicopanicopanico. MA. Dalla finestra aperta entrano le note di "Fly me to the moon", Cora inizia a canticchiare, e lo stress scompare.
Il risultato? Colloquio serenissimo, e l'indomani la chiamano per annunciarle che è stata selezionata.
Comme quoi, anche se parlo in terza persona ogni tanto dovrei prendermela comoda e impedire al panico di rincitrullirmi!





De nouveaux horizons

Siamo già ad aprile. Io che pensavo di poter fare mille cose in tre mesi, mi rendo conto che ne ho fatte molte, ma che l'esperienza sta giungendo a termine. Ancora una settimana di lavoro, e lo stage sarà concluso. Ma non la mia esperienza in Svizzera. L'appuntamento con i miei amici italiani è da precisare, poi aspetto conferma per l'alloggio, e fino a quando ho in mano il contratto non ci credo. Ma se tutto va bene, la prossima tappa sarà Montreux, per sei mesi. E forse di più...
Quindi, miei cari, se vogliamo rivederci dovrete venire nella bella Svizzera!!
Un petit coup d'oeil à toi qui es en Irlande et liras peut-être ces lignes.
Another one to you who are coming back to Portland, whishing you all the best.
E uno a tutti coloro che porto nel cuore, perché in giornate come questa vorrei esistesse il teletrasporto per potervi riabbracciare
Buona Pasqua dalla stregatta e da un suo accolito che si crogiolava al sole, due settimane fa (la settimana odierna è piuttosto piovosa)

venerdì 23 marzo 2012

Printemps=bonnes nouvelles? Pas toujours

Giornate no. Giornate stanche. Mal di testa e curricula a tempo perso. Lavoro, sgobbo, sto zitta e accetto tutte le scartoffie che altri sfaticati dovrebbero fare ma lasciano sulla mia scrivania. Sto zitta anche di fronte a certe bambinate che neanche dovrebbero esistere. Lavoro lavoro lavoro, un mal di testa atroce, e delusioni. Fuck.
Via, fuori da questa stanza troppo stretta, esco a prendere aria e a cambiarmi le idee, fin troppo nere.

mercoledì 7 marzo 2012

Le silence a le poids des larmes

Oggi R. è andato via. Ed è una partenza triste, di quella tristezza che senti e percepisci e ti rende ancor più triste. Così oggi sono un po' triste, un po' giù, e mi dico che avrei dovuto dirgli tante cose. Che non deve scoraggiarsi. Che è stato un pilastro per me. Che forse non siamo proprio amici ma lo saremmo potuti diventare. E ringraziarlo. E salutarlo con un sorriso, invece di piangere come una sciocca. Però era un saluto triste, e mi sono intristita. Mi ha fatto pensare alla mia, di partenza, quando ero a Nizza. Il giro dei saluti e le promesse, le lacrime, le parole gentili, gli scambi d'indirizzo e i "ci vediamo presto". Che te ne vai col cuore di piombo e un nodo in gola, e ti chiedi se stai chiudendo un capitolo della tua vita, o se potrai riaprirlo in futuro.
Le silence a le poids des larmes, dice Louis Aragon.
I Guns N'Roses rispondono don't you cry tonight, you'll feel better tomorrow.
Mannaggia alla tua gentilezza e alla mia ipersensibilità.
In ogni caso buon viaggio, caro collega ex-stagista che anche solo per questa definizione tornerà a vendicarsi!

lunedì 5 marzo 2012

En technicolor ou sépia?

Mini aggiornamento, l'ennesimo della giornata, perché poi non so quando scriverò di nuovo e stasera sono in vena di filtri fotografici, come i tre che pubblico qui. Pixlr-o-matic e le sue numerose possibilità... Cora e la sua passione-ossessione per l'acqua


Photos d'eau

Alcune foto risalgono alla settimana scorsa, l'ultima invece è di ieri pomeriggio, a spasso sulla rive droite con le ragazze di Villa Clotilde, da una sponda all'altra del lago sulle mouettes, e poi giù fino al giardino botanico. Con un ritorno in autobus silenzioso e soddisfatto.
Uno stagno ancora ghiacciato nel parco La Grange
Jet d'Eau e ghiaccio
Gabbiani e ghiaccio, o le diverse sfumature dal bianco al grigio
Questa invece è di ieri, a una settimana di distanza
(ciò che vedete accanto agli alberi è ghiaccio, ormai infangato ma resistente al sole)
Peccato non averlo fatto di mattina, col sole e riuscendo magari a finire il lavoro nel pomeriggio, così da essere poi libera...

Les week ends en ville

I giorni si susseguono a velocità infernale, arrivo a fine settimana, un sospiro di felicità, e già ricomincio a lavorare. Riesco a salvarmi il giovedì sera, con UNdrink e un locale diverso ogni settimana; poi il sabato e la domenica, che dedico alle uscite piacevoli anche se mi chiedono di dar lezioni in quei giorni.
Sabato scorso (perché ormai ho una settimana di ritardo ad ogni post, sigh) sono uscita di mattina per andare al mercato delle pulci di Plainpalais, finalmente riaperto ed affollato, poi girare a zonzo per la città, fino al parco La Grange, luogo pieno di ricordi della mia infanzia. Dopo un paio di ore per i suoi prati, una lunga passeggiata al lago, di cui vi metterò qualche foto (ghiaccio e sole, nonostante fossero passate alcune settimane dal freddo glaciale), un giro nella parte antica, ritorno alla pensione alle 16 per uscire mezz'ora dopo a prendere un caffé con degli amici, cena, e ri-fuori, questa volta con altri amici.
Domenica ripercorro una tappa della mia infanzia, il Bois de la Batie, in compagnia di A. (che non è la mia madrina). Bellissimo pomeriggio, con tanto di sole e animali misconosciuti. Peccato abbiano cementificato la piscina in cui andavo da piccola, e sia scomparsa la casetta sull'albero...
Le foto non sono mie, pur avendo la mia macchinetta ero convinta del contrario, e comunque avevo altro in mente (del tipo dubbi esistenziali di chi pur avendo frequentato
corsi di comunicazione non verbale non ci capisce niente lo stesso quando è coinvolta in prima persona. Utilissimo, direi).

Un bel posto, nato come rifugio per gli animali feriti, e diventato ora un parco animali con recinti, voliere, un laghetto, e un parco giochi per i bambini.



Da lì abbiamo percorriamoo i quartieri di Jonction, Plainpalais, il centro, la città vecchia, il Parco dei Bastioni, il muro dei Riformatori...








E per concludere la giornata, un incontro casuale con il mio amico d'infanzia J.

Non si potrebbero prolungare, questi week ends? ;)
il suddetto Muro dei Riformatori

venerdì 24 febbraio 2012

Coup de foudre...

Sabato scorso mi sono innamorata: un sorriso immenso e sdentato, degli occhioni da cerbiatta, e una tutina da orsetto. In meno di un minuto ero accattivata. In mezza giornata, completamente conquistata. Julie, un anno e tanta positività, è la figlioletta tanto attesa della mia madrina di battesimo. Non l'avevo ancora conosciuta, e se morivo dalla voglia di rivedere A., la mia madrina, non mi aspettavo mica che anche sua figlia mi piacesse così tanto!
Ero andata a comprarle qualcosa, e chi va nei reparti per neonati/bimbi sa quanto sia difficile trovare qualcosa. Ancor più se non hai mai visto il bimbo in questione, e non hai figli. La ricerca tra taglie forme colori e materiali... ti fa impazzire di pucciosità! E pucciosissimo è il piccolo gilet che mi ha convinta:
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Ancor più pucciosa è la piccola J., in arte Ju-ju, che per il nostro incontro indossa una deliziosa tutina con orecchie simili a queste, ma da orsacchiotto.
E un sorriso che le illumina il faccino roseo, gli occhi che brillano e manine piccole piccole che vogliono toccare e stringere tutto.
A me i bambini di solito piacciono a priori, ma preferisco quelli che già camminano, con i quali puoi interagire e giocare. Beh, mi rimangio tutto! Juju è un peperino dolce davanti al quale non puoi che scioglierti e sorridere fino ad averne la mascella dolorante (parlo per esperienza).
Ditemi voi, resistereste davanti a tale graziosa creatura, se vi sorridesse con tutto il cuore (e il viso)?

Ve la metto extra-large, e quando riuscirò a catturare il suo sorriso lo caricherò su queste pagine, perché merita di essere condiviso.

Il titolo iniziale di questo post era Coup de foudre et coup de gueule, ma la prima parte è così positiva che non voglio rovinarla con la negatività della seconda. Farò un altro post, questo qui è per la mia cara A. e la sua magnifica Juju 

venerdì 17 febbraio 2012

Au bord du Lac

Avendo un po' di tempo a disposizione (prima di crollare sul letto fino a domani) continuo gli aggiornamenti del blog, accompagnata da Lana Del Rey e la sua malinconica Born To Die, che stasera è inaspettatamente appropriata.
Che poi, gira e rigira, è sempre la voce che mi frega e mi conquista, in tutti i sensi.
Cenestesica a livelli assurdi, ecco cosa sono.
Ma torniamo ai nostri agnellini, anzi, ai nostri ghiaccioli. Domenica ho rivisto due amici di famiglia simpaticissimi, con i quali sono andata a contemplare il lago Lemano, ghiacciato.
Lascio che le immagini parlino da sole:








Prima che me lo chiediate, queste foto non sono mie, le ho prese dal sito della città, Ville de Genève, perché faceva veramente troppo freddo anche per la mia macchinetta. Avevo visto le foto su vari siti, me ne avevano parlato, ma vederlo di persona è impressionante. Terribile per i proprietari delle barche che affondano a causa del ghiaccio. Interessante per i turisti che fotografano ogni angolo. Di certo non lascia indifferenti.
Per fortuna in questi ultimi due giorni le temperature sono meno rigide, piove, il ghiaccio si scioglie ( o cade in testa ai passanti, com'è successo martedì in centro). Le previsioni meteo annunciano ancora due settimane di freddo, e poi dovremmo poter riporre nell'armadio (o nel mio caso nella valigia) le calde doudounes.
E finalmente potrò uscire a scattare mille foto alla città senza diventare un ghiacciolo!


Le Musée d'Art et d'Histoire, deuxième partie (photos)








martedì 14 febbraio 2012

Dimanche aux musées

In città la prima domenica di ogni mese le mostre di tutti i musei municipali (anche quelle generalmente a pagamento) sono gratuite. Ovviamente la sottoscritta non poteva lasciarsi sfuggire l'occasione ;)
Mi metto d'accordo con una ragazza della pensione, e la domenica mattina l'aspetto a colazione. Solo che la donzella dalla folta (e bellissima) chioma esce la sera prima, torna alle prime luci di domenica, e dorme. Quindi Cora va da sola, come -quasi- sempre.
Fa un freddo cane, e decido che il Musée d'Art et d'Histoire (storico e artistico), non troppo lontano dalla pensione, va benissimo. Ci vado out of curiosity, senza grandi aspettative. E invece rimango a visitarlo per oltre 3 ore! La prima, piacevolissima scoperta, la faccio al secondo piano, nella galleria d'arte moderna: all'entrata trovo una statua del Canova, Venere e Adone
Poi scopro quadri di Picasso, Cézanne, Monet...
Mi ritrovo a viaggiare nel tempo, dalla glaciazione agli antichi Egizi al piano inferiore, e risalgo per estasiarmi nella sala delle armi medievali, continuando con salottini del XVI secolo e concludendo con una brochure sulle prossime esposizioni: percorsi a tema sulla vita e le opere di Rousseau.
[a breve altre foto, e prestoprestissimo un nuovo post, che questo qui è della settimana scorsa ma non ho tempo per scrivere!!]

domenica 5 febbraio 2012

Villa Clotilde

Da venerdì sera ho una nuova stanza, un piccolo rifugio caldo nella mansarda di una pensione per ragazze gestita dalle suore domenicane. Chi mi conosce rimarrà perplesso, una pensione a fondo religioso non è da me, ma mi trovo a 5 minuti a piedi dal Consolato, ho un pasto caldo la sera, abolisco le 4 ore giornaliere di trasporti pubblici, e va bene così.
La Bise, la fredda tramontana svizzera, soffia più che mai. Essendo all'ultimo piano, sotto il tetto, ne sento il bacio continuo ma irregolare. -12 gradi, i marciapiedi ghiacciati, e neanche coprendosi si sfugge a questo bacio gelato.
Oggi i musei municipali della città sono gratuiti. Dovevo uscire con un'altra ragazza della pensione, ma sembra ancora addormentata, e io rimando l'uscita al primo pomeriggio, sperando che le "ore più calde" siano più clementi.
Per chi fosse curioso, ecco il sito della pensione, Villa Clotilde.
Visite maschili proibite o controllate, precisi orari per la colazione e la cena, regolamento interno. Insomma, un'esperienza nuova.
Lato lavorativo ho un caso difficile tra le mani. Non posso dirvi cosa, ma spero di saperlo gestire nel migliore dei modi.
Domani inizio la mia quarta settimana al Consolato, e so già che saranno giorni intensi.
Ma mi tornano in mente le parole di mia madre, "Conosco una ragazza che fa mille progetti e cerca di portarli tutti a termine, che se non ha qualcosa da fare si annoia, e che deve vivere a fondo quest'esperienza e non lasciarsi sfuggire nulla". E sorrido, perché sono fatta così.

sabato 4 febbraio 2012

Photos enneigées


Il paesino dalla fermata dell'autobus
La mia salita quotidiana per tornare a casa

Uscendo di casa (il vialetto è nascosto)
Lupa nella neve

Le foto di martedì pomeriggio, in cui a causa della neve sono stata autorizzata ad uscire prima. Per fortuna il ritorno è stato più semplice (e corto) dell'andata!

mercoledì 1 febbraio 2012

Il neige!

Ieri mattina la sveglia è stata anticipata per evitare file lunghissime con la macchina -tentativo inutile, un'ora e mezza di traffico bloccato. Partendo prima dell'alba, arrivo (finalmente) al Consolato alle 10. Sì, alle 10. Perché non sono solo le auto a creare file interminabili lungo le strade, ma anche i trasporti pubblici in ritardo o, peggio, che non passano proprio. Motivo? La neve.
Ha nevicato tutta la notte, ieri mattina il paesaggio era coperto da una spessa coltre bianca, e si è scatenato il putiferio per i trasporti.
Ciò che mi stupisce è che qui nevica spesso, più volte all'anno, ma sembra che nonostante i telegiornali annunciassero questa nevicata da una settimana, gli abitanti della città siano stati colti di sorpresa.
A breve le foto della giornata ;)

domenica 29 gennaio 2012

La campagne, les vaches, la neige

Et le froid!
(ovvero campagna, mucche, neve e freddo)
Stamattina, dopo aver aiutato G. a preparare una copiosa cena per stasera, siamo uscite a fare una passeggiata. Sali, sali, sali, tutta una salita, attraversando un campo di mucche cornute ---->
Ovviamente, quando vieni in città per lavorare al Consolato non ti porti dietro vestiti adatti alla campagna... quindi vado in giro con un paio di stivali 40 (e porto il 36/37...), strati di calzini per riempire lo spazio in eccesso, e una macchinetta fotografica in tasca.
Il risultato è piuttosto assurdo :)
Stasera dovrebbe essere una cena in famiglia, forse riesco a rivedere il mio amico d'infanzia (che NON ho rivisto finora, tra lavoro e impegni di entrambi), e domani si torna in città a lavorare.
Ieri ho scoperto che le traduzioni affidatemi son state pubblicate sul sito del Consolato, piccola soddisfazione personale ^w^-
E forse, ma proprio forse, ho trovato un appartamento.
Speriamo bene, tra mercoledì e giovedì annunciano -11° !!!

lunedì 23 gennaio 2012

Le Jet d'Eau sous un parapluie

Bloccata a letto dalla febbre, demoralizzata, mi vien quasi da chiedermi cosa ci faccio qui. E allora contemplo la bellezza di Ginevra e cerco di cambiarmi le idee. Tutto passa, anche questo momento di tristezza

domenica 22 gennaio 2012

Etat fiévreux

Dopo una settimana intensiva, sabato sono libera dagli impegni lavorativi. Porto a passeggiare il cane di casa, un magnifico pastore abruzzese, mi connetto due secondi su skype (ma vi eravate dati tutti appuntamento lì?? Mai vista tanta gente che ti contatta contemporaneamente!), mangio, e invece di rimanere a casa a riposare come una persona normale farebbe, no, esco, altri 20 minuti per la fermata del bus, direzione il centro commerciale a caccia di scarpe calde e impermeabili (che non trovo), poi riparto, altre 2 ore di viaggio per arrivare in città, bagnarmi completamente i piedi e ritrovare G. per un film in un cinema indipendente. Chissà quanti di voi conoscono l'esistenza di The Mill and the Cross...
Risultato della giornata: stomaco chiuso a causa di certe scene, piedi bagnati, rientro a casa alle dieci di sera con i brividi. E oggi a letto con la febbre.
Il lato positivo della cosa? Domani non vado a lavorare. E dato che non mi pagano, giornata di riposo totale. Le mie ossa doloranti non permetteranno nessuno spostamento di più di 40 metri, la distanza dalla camera alla cucina di casa.

mercoledì 18 gennaio 2012

Cristaux de glace

La mattina, per andare a lavorare al Consolato, devo svegliarmi presto. Le sei, a volte sei e mezza, quando tutto tace e fuori ci sono -5°. Esco verso le sette, a seconda delle mattine e di eventuali passaggi fino a una fermata. Percorro una discesa ghiacciata a passi leggeri e prudenti, 20 minuti di strada a piedi per raggiungere la fermata dell'autobus Y. 40 minuti fino al Cern (sì, quel CERN, il centro di ricerche europee sul nucleare), dove prendo il tram fino in città, altri venti minuti col 14. Scendo in prossimità della stazione dei treni, prendo un autobus, ulteriori dieci minuti più eventuali attese perché hai tre bus con lo stesso numero e il tuo che non passa mai, e infine cinque minuti dalla fermata al Consolato. Tempo approssimativo: due ore. E altre due per il ritorno, a volte con l'ultimo tratto a piedi che illumino con una lampadina a mano, perché ho un duecento metri di strada senza illuminazione pubblica.
Lunedì mattina, ancora addormentata, osservo le pensiline e penso "Che bello, hanno le decorazioni natalizie!". Salgo sul tram e mi concentro sulle varie coincidenze da prendere.
Martedì sono in anticipo rispetto all'autobus, sola alla fermata, è buio, il sole qui sorge verso le otto, e guardo più da vicino i vetri della pensilina. Mi chiedo come mai le decorazioni siano tutte diverse, e le tocco. Altro che decorazioni... dovevo proprio dormire in piedi per scambiare cristalli di ghiaccio con disegni invernali!!

domenica 15 gennaio 2012

Arrivée

Il viaggio è filato liscio come olio, fatto incredibile per la sottoscritta, che si ritrova sempre immersa in peripezie assurde!
E un'accoglienza calorosa, con tanto di sole, anche se fa freddo. Abbiamo festeggiato i 25 anni di J. con fondue chinoise e foresta nera... *ç*
Attualmente sono a casa dei suoi genitori, che mi ospitano fino a quando non avrò trovato una sistemazione migliore. Da Thoiry (Francia) a Ginevra, ogni giorno avrò un'ora e mezza di viaggio (all'andata, idem per il ritorno) e un passaggio da un lato all'altro della frontiera.
Piccola nota dolente: il cavo del mio amato Eirias (pc nuovo nuovo, "fiamma d'argento" in celtico) non va, quindi devo trovarmi presto un altro adattatore prima che la carica della batteria finisca!
Domani inizio l'avventura vera e propria: conoscenza dell'équipe, orario lavorativo,  abbonamento da fare, scheda telefonica da attivare, e adattatore da trovare!!
Avrò bisogno di molte energie! @.@

venerdì 13 gennaio 2012

Ready, steady, go!!


Il titolo non è casuale, per chi non lo conoscesse è un brano della band giapponese L'arc-en-Ciel (in francese, l'arcobaleno), di cui allego un live con tanto di sottotitoli inglesi (almeno capiamo il testo :P )
La giusta carica per il lungo viaggio di domani!!
Si parte si parte si parteeeee!!!! :D

giovedì 12 gennaio 2012

Amis du jour, bonjour; amis du soir, bonsoir

Benvenuti!
Mi ero ripromessa di aprire un nuovo blog per l'imminente esperienza ginevrina, e tra preparativi, saluti, pc pazzoide e una predilezione per il 12, Genève, ma bien-aimée (mia amata Ginevra) nasce solo oggi, a due giorni dalla partenza!
Veniamo al sodo: parto sabato 14 gennaio 2012 per Ginevra, al fine di svolgere un tirocinio al Consolato Generale d'Italia.
Trascorrerò alcuni mesi in questa splendida città dove ho avuto la fortuna di nascere e vivere per pochi anni, prima di trasferirmi in Italia, in Francia, tornando solo per le vacanze estive, mantenendo poche amicizie in loco.
E' una Ginevra di cui ho molti ricordi, ma che non conosco nella sua attuale sfaccettatura, una città che riscoprirò con occhi diversi.
Vi ritrovo un amico d'infanzia, una persona speciale che conosco da... uhm, qualcosa come più di vent'anni. Amici di famiglia, conoscenze, persone che ritroverò con gioia.
Allo stesso tempo, avrò l'onore di conoscere il Console, la sua équipe, collaborare con loro per un breve periodo, e crescere.
Non aspettatevi pettegolezzi sul mio lavoro, rimarrò sul vago a questo proposito, sia perché così mi viene chiesto dal contratto, sia per questioni di etica professionale.
In compenso, troverete foto (tante), aneddoti, posti da visitare [virtualmente o realmente], chicche di cultura e tradizione, riflessioni dal gusto dolce-ironico.
E se la mia prima motivazione per questo blog è rendere partecipi le persone a cui tengo che non vedrò, magari potrà essere utile (in qualche strano modo) a chi vuol viaggiare con la mente e conoscere questa città!