Genève

Le avventure di una ginevrina di nascita, partita per anni, che torna a "casa" ma deve riscoprire la sua città.
Le avventure di un'italo-francese, che torna alle origini per lavorare al Consolato Italiano.
Le avventure di Cora, tra ricordi e novità, nella sua amata Ginevra.

domenica 20 settembre 2015

Acqua di Gioia

Quando ho bisogno di riflettere, di rilassarmi, o semplicemente di ritrovare me stessa, ho bisogno d'acqua. Che sia un ruscello, un lago, il mare. E' un elemento per me essenziale, tant'è che non ho mai vissuto lontano dall'acqua.
L'appartamento attuale dista 5 minuti a piedi dal lago Lemano, e appena posso percorro le sue sponde in lungo e in largo.
Oggi c'è un sole inaspettato, fa freschino (19 gradi come temperatura massima) e ho bisogno di fare il punto della situazione, tanto professionale che sentimentale.
Avendo sottoscritto un abbonamento che costa un occhio ma permette di viaggiare in tutta la Svizzera, prendo il battello con le ruote a pale (questo qui per intenderci) e via, due ore sull'acqua.
Viaggiare per prendere le distanze, avere un'altra prospettiva, vederci un po' più chiaro e meravigliarsi davanti al paesaggio. Perché la Svizzera è anche questo, grande nella sua taglia ridotta, colma di bellezze e diversità. Basta attraversare il Lemano per essere in Francia, e da lì tutto sembra più piccolo, anche i problemi.
Lascio che le mani si muovano sulle impostazioni della macchinetta mentre la mente deriva, cambiare città o meno, continuare ad investirmi o lasciar perdere, aspettare o voltare pagina, istinto o razionalità, e senza rendermene conto mi ritrovo circondata a bambini che guardano lo schermo e fanno commenti.
"Ma tu sei fotografa? E il tuo lavoro?" Sorrido, vai a spiegar loro che usi la foto come la scrittura, in modalità catartica, e che di farne il tuo mestiere non ci pensi neanche...
Di ritorno sono più serena, mi godo il sole dalla sponda svizzera leggendo un romanzo e torno a casa.
Acqua di Gioia, come il mio profumo preferito, come gli anni in cui vestivo unicamente di blu, come l'acqua che scorre e non si può fermare.

domenica 16 agosto 2015

Retour à Genève (2e partie)

Ci sono periodi di calma piatta e altri dall'intensità travolgente. Mi trovo attualmente in una fase del secondo tipo, piena di cambiamenti e buone notizie.
Dopo essermi avvicinata, lavorando a Nyon, ho finalmente trovato un nuovo impiego nel cuore di Ginevra!!
Per ora mi alzo all'alba e torno a inizio serata, con due ore e mezza di treno al giorno, ma tante soddisfazioni che rendono questi viaggi più leggeri.

La prossima tappa sarà trovare casa, ma qui mi sa che dovrò armarmi di coraggio e pazienza, considerando che la mia amata è tra le più care e meno disponibili...
Intanto mi rifaccio il guardaroba, visto che dove lavoro l'eleganza è d'obbligo e i jeans ammessi solo per il "casual Friday" XD

E mi godo i weekend di svago, tra camping a Sion, Guinness Irish Festival, passeggiate nella natura e momenti di complicità.
In tutto questo le ore di sonno sono ridotte e ancor più il tempo online, leggo solo sul treno e scopro nuovi artisti rinnovando il contenuto del lettore mp3.

A settebre torna la seconda edizione dei Celti di Vivisko, e chissà se nel frattempo non faccio un salto a Friburgo...

Felice di poter finalmente vedere ogni giorno la mia Ginevra, contemplare il Jet d'Eau mentre cammino in direzione dell'ufficio, pranzare con amici e colleghi nei parchi, incontrare nuova gente e sentire il pulsante dinamismo della città durante l'estate, tra feste lungo il lago, concerti improvvisati e proiezioni cinematografiche... Genève, ma bien-aimée

giovedì 21 maggio 2015

Talk to me

In my head, I talk to you all the time



Ci sono persone che sono come pilastri, senza di loro sei perso, e anche se le vedi di rado le porti sempre nel cuore.

Persone con le quali le telefonate o i messaggi sono aleatori, eppure il legame rimane intenso.



Ho la fortuna di conoscere preziose persone, fisicamente lontane eppur così presenti nei pensieri.
Capita di non vedersi per mesi, anni, e ritrovarsi come fosse ieri.

V. me l'ha confermato a voce qualche mese fa, bellissimo riabbracciarsi e chiacchierare senza che sia cambiato nulla, con la stessa intesa e le risate a crepapelle.
M. mi scrive lunghe e-mail, che leggo col sorriso immaginando le variazioni di tono nella sua voce, come se mi fosse accanto. Mi vengono in mente tante cose da raccontarle, e lascio sempre passare troppo tempo prima di contattarla.
Poi c'è J, che nonostante dai 1200 ora sia a soli 60 chilometri, appare e scompare nella mia vita con l'abilità di uno stregatto.
Gli incontri rimangono rari, ma ogni volta è un ritrovarsi che mi colma di gioia. Qualche ora rubata al tempo, poi ognuno riprende la sua strada, e non si sa quando ci rivedremo.
Nella mia mente, continuo a parlargli anche quando sono sul treno, o nel quartiere dove abitavamo, o ancora nel parco che ci ha visti crescere.
Ieri è bastato un sms, "sono a Ginevra" (sono a casa), e dieci minuti dopo era davanti a me. Che io abbia ora i capelli cortissimi o sia di spalle con vestiti inusuali non cambia la sua capacità a trovarmi in mezzo alle persone sulla piazza.
Ginevra vestita di grigio, e noi seduti per strada a dar da mangiare ai passeri.
Si dice che è difficile essere felici e accorgersi di esserlo, "conosciamo solo la nostralgia della felicità, o la sua perenne attesa" (M. Mazzantini). Eppur hanno il sapore della felicità mentre li gusto, questi momenti condivisi.

Ci sono persone alle quali mi basta pensare per ritrovare il sorriso. Se leggete questo post, vi riconoscerete senz'altro. Même toi que j'attends toujours pour un café ici.

As long as we talk to each othere, everything will be fine


lunedì 9 marzo 2015

Bagage de souvenirs

Settimane intense, di quelle che neanche 8 ore di sonno bastano, a lavorare e cercare lavoro in contemporanea, tra valanghe di curricula e interviste, e allora oltre alla spremuta d'arance a colazione aggiungo il succo di limone a metà mattinata (che con l'Eutirox e la mezz'ora d'attesa quotidiana è difficilmente conciliabile) e un caffè al giorno.

Dire che l'idea iniziale era di seguire una formazione per diventare guida turistica della mia amata Ginevra...

Lo scorso fine settimana ero talmente esausta che non volevo neanche andare in palestra (poi per fortuna la motivazione è spuntata), ma col sole che -finalmente- è spuntato son tornate le mie passeggiate con macchinetta fotografica a portata di mano/collo (un chilo e passa con l'obiettivo…)

E mentre passeggio mi torna in mente un certo periodo in cui, demoralizzata e sull'orlo del burn-out, guardavo i nomi delle aziende e sognavo appartamenti col balcone dall'altro lato del lago.
Ripenso ai momenti più assurdi/divertenti/orribili di questi tre anni, e di aneddoti ne ho a palate. Liste di cognomi animaleschi di clienti, lettere di ringraziamento o lamentela lunghe quanto un braccio (le prime conservate con cura, le altre cancellate elettronicamente nel vuoto virtuale), aperitivi in riva al lago con i colleghi dopo riunioni durate per ore…

Nella scaletta dei ricordi, senza nessun ordine, le più disparate esperienze:

- l'uscita tra colleghi con le racchette da neve, di notte e senza torce, con la nostra guida che si era persa e aveva improvvisato un percorso *alternativo* di salto all'ostacolo nel bosco.

- una riunione durata tutta una giornata, al termine della quale torno nell'edificio dove si trova il mio ufficio, e scopro che è venerdì sera, sono le 20 passate, tutti i miei colleghi sono andati via, e sono chiusa FUORI dall'ufficio nel quale, ovviamente, ho lasciato borsa-telefono-chiavi. In preda al panico incontro il Gigante Buono (adorabile collega la cui taglia è il doppio della mia) che fa un giro di chiamate, mi mette in mano una birra, e mi trascina al Montreux Jazz festival in attesa che arrivino i soccorsi.

- Thanksgiving e il tacchino preparato nella cucina del nostro ex ufficio.

- una cliente che minaccia di farmi licenziare perché suo figlio è alloggiato a 40 minuti dalla scuola, e sul sito pubblichiamo che la distanza media è di 30 minuti.

- riunioni tardive che si concludono nel pub locale.

- documenti scomparsi a una settimana dalla deadline finale.

- R., il cui motto è "il n'y a pas de mal à se faire du bien", che coglie ogni occasione per festeggiare a colpi di champagne e dolci di Moutarlier.

Per evitare problemi ho tolto varie parti e cancellato annotazioni, ma ci sarebbe così tanto da raccontare... (magari non pubblicamente però :p )
Un occhiolino all'amico che un giorno mi diede un prezioso consiglio: partire con eleganza, la testa alta e il sorriso sulle labbra, a discapito di ciò che ci si lascia alle spalle, o forse proprio perché lo si lascia.
Parto con tanti ricordi e saluto i pochi superstiti, tanto di cappello miei cari (vous savez pourquoi).

martedì 24 febbraio 2015

Le dernier mois

Benché su carta sia fine marzo, manca esattamente un mese alla fine di questa storia, visti i 6 giorni di ferie che non avevo ancora preso.

Chi mi è vicino era al corrente prima ancora che fosse ufficiale; all'atto compiuto, avevo informato un gruppo ristretto di persone. Ieri è partita la newsletter, e tempo 5 minuti dalla ricezione/lettura il mio Skype era inondato di messaggi.

Buffo come una partenza possa cambiare tante cose. Osservo le reazioni con curiosità e un pizzico di distacco, perché di falsità e misconosciuti "oddio-amica-mia-mi-abbandoni" ce ne sono a bizzeffe, però ci sono anche piacevoli sorprese.

La sottoscritta, che corre sempre, programma tutto con mesi d'anticipo, e non sopporta di vivere senza progetti, si trova attualmente in una situazione instabile e senza risposte chiare, ma stranamente è serena.
Dopo tutti i sacrifici fatti, se non è qui sarà altrove, e la mia anima vagabonda si concede ancora un anno per decidere se continuare in Svizzera, tornare in Francia, o partire in Scozia.

Pian piano si sta ristabilendo un equilibrio anche sul piano privato, e la primavera fa capolino in anticipo con risate e gite. 
Non tutto il male vien per nuocere.

Un peso in meno, tante incertezze, ma anche il ritorno della serenità. 

C'è chi dice che è stata una scelta coraggiosa, chi pensa non ci fossero altre soluzioni. 
Per me è stato piuttosto fare il punto della situazione, e ristabilire una scala di valori. 
La salute, la famiglia, le persone importanti, le passioni.
E una giusta dose d'ottimismo per aprire questa nuova porta.

martedì 10 febbraio 2015

Bonnes résolutions et changements

2015 è arrivato di corsa, sotto la neve, con un Capodanno in famiglia come non succedeva da anni.
Un taglio di capelli ancora più corto, il pieno d'energia con 3 settimane di ferie (di cui la metà presa con la quantità assurda di ore supplementari fatte!), una lunghezza di vacanze che non conoscevo dai tempi dell'università.

Gennaio è stato pieno di alti e bassi, alcuni analizzati con cura per prendere una decisione importante, altri sorvolati perché volatili.
Per evitare di ammalarmi date le cattive condizioni/persone sempre raffreddate/negatività/altro, ma anche per rilassare i nervi a pezzi, ho iniziato il rito domenicale di palestra+sauna+bagno turco.

Febbraio è il mese della socializzazione, degli aperitivi tra vicini, delle nuove conoscenze, degli spostamenti di mobilio nel monolocale perché ho bisogno di novità e cambiamenti.

Dopo aver fatto liste infinite di pro e contro, discusso per ore e chiesto consiglio ai miei cari, fatto i calcoli per la stabilità economica, ho deciso che nel 2015 metto fine a una relazione di 3 anni.
Nonostante il periodo difficile, la crisi, le incertezze e la paura che attanaglia lo stomaco, mi focalizzo sulla salute. Star bene mentalmente e fisicamente prima di tutto, quindi tagliare i ponti con persone/luoghi, cambiare abitudini, smetterla di fare sacrifici inutili.

Quest'anno è iniziato con tanti cambiamenti, spero continuerà con delle novità e una buona dose di positività.

E' anche l'anno in cui non capisco più niente alla psiche maschile, e mi chiedo se gli uomini non stiano diventando più complicati del necessario.
Se qualcuno ha un manuale sul comportamento umano da prestarmi, lo accetto ben volentieri ;)

En attente mais en paix avec moi-même, le coup de pied est donné, maintenant il faut bouger!