Genève

Le avventure di una ginevrina di nascita, partita per anni, che torna a "casa" ma deve riscoprire la sua città.
Le avventure di un'italo-francese, che torna alle origini per lavorare al Consolato Italiano.
Le avventure di Cora, tra ricordi e novità, nella sua amata Ginevra.

mercoledì 11 dicembre 2013

Le Village de Noël

Finalmente sabato ce l'abbiamo fatta! Organizzare un'uscita in gruppo sotto le feste, con le agende strapiene, i treni in ritardo, e l'assalto dei turisti, non è proprio cosa semplice, ma ci siamo riusciti :)
Tutti presenti all'appuntamento, siamo riusciti ad avere i nostri biglietti e a prendere il Golden Pass panoramico per arrivare a Caux, dove si trova (fino al 24 dicembre) il villaggio di Natale.
Ero già stata a Caux quest'estate, salendo in moto e arrivando in cima congelata, quindi stavolta mi ero premunita di vestiti caldi e stivali da neve. E per fortuna, perché la neve l'abbiamo trovata eccome, anche il ghiaccio sulla stradina da percorrere, e numerosi scivoloni di P. che poverino era con le scarpette da tennis e a fine giornata batteva i denti dal freddo!
Ma ne valeva la pena, eravamo a 1080 metri, con una vista magnifica sul lago Lemano
la riva francese in direzione di Ginevra 
Villeneuve e dintorni, parzialmente innevati nonostante il sole degli ultimi giorni
E poi renne, lama, caprette, conigli nani (ne voglio unooooooo!!!), bancarelle, una yurta, un tepee col fuoco al centro e le braci che hanno bruciato le scarpe di alcuni, il tè caldo e le risate.
Col tramonto (e il freddo imminente) abbiamo ripreso la funicolare e ci siamo immersi nel mare di gente che pullulava il mercato natalizio di Montreux, un buon sidro caldo in mano e tanti progetti per questa settimana, a cominciare da domani, in cui il mio compleanno è l'ottimo pretesto per fare una crêpe party a pranzo, e una festicciola la sera, di quelle che iniziano con un bicchiere al mercato e continuano nella caffetteria dei Prodotti, e forse forse solo per me viene dall'altro lato del lago J., che molti vogliono conoscere (alcuni farebbero meglio a tenere le distanze, iperprotettivi come siamo).
Sul weekend poi mi aspettano altri amici per un bis di compleanno nella mia amata Ginevra, e tra 2 settimane festeggiamo nuovamente in famiglia. Che dire? Sono davvero fortunata! :3


martedì 3 dicembre 2013

La Fête des Lumières

Dicembre è arrivato, con lui la neve in Svizzera, le inondazioni a Pescara, i vari mercati natalizi nella Riviera vodese.
Mi chiedo quando l'amministrazione pescarese si deciderà ad intervenire, ogni volta che piove Pescara è sommersa dall'acqua, come molte altre città italiane. Altro che avanguardia...
Tornando a dicembre prima di scrivere un papiro inutile su altro, domenica mi sono svegliata con eccitazione, pensando "è dicembre!" come quando da bambina vedevo questo mese sul calendario ed esultavo. Perché io sono del 12.12, ginevrina purosangue (a Ginevra il 12 è festa ufficiale), mio fratello del 17, mio cugino del 22, un amico del 24, tanti altri compleanni, feste, vacanze, la conclusione dell'anno e l'atmosfera natalizia, tutto ciò mi fa vivere il dodicesimo mese del calendario come una gran festa fin da piccola.
Le decorazioni natalizie purtroppo ora si mettono sempre più presto, tra qualche anno le avremo già a ferragosto, e potremmo aprire un dibattito sul consumo elettrico inutile delle luci accese nei centri commerciali chiusi tutta la notte, ma voglio concentrarmi sulla loro bellezza, e in particolare su quella delle luci di un posto specifico: Lione.
Ogni anno questa bella (e fredda!) città vive un fine settimana così luminoso da togliere il fiato.
Tutte le strade sono illuminate, i vari quartieri hanno giochi di luci e spettacoli, gli spettatori fanno folla e Lione diventa più bella.
L'anno scorso aveva appena nevicato, il treno Ginevra-Lione era strapieno, faceva un freddo cane, e io che sono un poco claustrofobica ero quasi contenta dello spingi-spingi collettivo per le strade, un bicchiere caldo in mano e la macchinetta fotografica nell'altra.
Rimanendo sul posto un solo giorno non ero riuscita a vedere tutte le animazioni, ma quella di Place des Terreaux mi era piaciuta particolarmente, e vorrei condividerla con voi:



Per chi fosse interessato, quest'anno la festa delle luci è dal 6 al 9 dicembre, qui trovate tutte le info in francese/inglese, e rischia di fare (di nuovo) freddo, ma lo spettacolo vale un paio di piedi congelati, le dita insensibili e il naso rosso, perché con gli occhi spalancati ci si dimentica del resto!

martedì 26 novembre 2013

La marche de l'Empereur

Da una settimana circa è arrivata (per poi ripartire) la neve, e con lei il freddo.
Winter is coming!
La pista ghiacciata è pronta per pattinare, a breve inizieremo la serie di cadi-scivoli-e-ridi in buona compagnia.
Venerdì col team abbiamo inaugurato il mercato di Natale con bicchieri fumanti di tè al rum.
Sabato ho iniziato lo shopping natalizio, quest'anno le feste in famiglia e con gli amici me le godo fino in fondo, con tanto di preparativi e regalini in valigia ^^
E parlando di regali, oggi è il compleanno del mio "capo". Metto il titolo tra virgolette perché F. è un super collega, un ottimo compagno di risate, e sta diventando più un amico che un superiore.
Insomma, non vuole regali, non ama i dolci, e io qualcosa glielo voglio comunque dare, anche solo a livello simbolico.
Quindi ecco il mio pensiero: un aperitivo di pinguini :D
Special thanks alla persona che mi ha ispirata, un'occhiolino al film di Luc Jacquet, e speriamo siano buoni!

sabato 16 novembre 2013

Un p'tit verre, deux p'tits verres, trois p'tits verres

In due settimane sono cambiate così tante cose che le mie maratone quotidiane sono diventate sprint a livello antagonistico!
Un colloquio, due settimane e un weekend di riflessione mi hanno portata in un nuovo team, senza bisogno del preavviso di due mesi: in 5 giorni ho dovuto organizzare tutti i miei dossiers fino ad agosto 2014, prevederne il seguito e consegnarli ai colleghi, alternare due dipartimenti, preparare tutta la documentazione per il passaggio, rivedere le to-do lists con i superiori, ottenere tutte le approvazioni necessarie, e infine resettare il mio Mac e brindare a colpi di champagne con il team :)
Per poi continuare la festa su Losanna con dei cari amici, tra ristorante tailandese e bar a salsa cubana, il tutto annaffiato da deliziosi cocktails.
Da questo lunedì sono in un nuovo ufficio, con un nuovo team, un nuovo titolo di "Product Coordinator" (muahahaha, pomposi titoli poco utili!), e una scrivania accanto alla finestra: addio gocce per gli occhi secchi dopo 10 ore davanti al pc con luci artificiali!
E l'atmosfera rilassata, un gruppo misto, tante attività geek e dibattiti su chi ospita gli altri per fare festa fanno sì che sorrido e riprendo gusto a lavorare. Aggiungiamoci una piccola promozione salariale, sulla quale nessuno sputa, e direi che tutto va alla grande.
Insomma, dopo una bella settimana di intense formazioni, ieri sera passo nel centro commerciale per fare un paio di acquisti, incontro un collega di un altro dipartimento, e mi ritrovo non si sa come a casa di altri per mangiare la fondue e far festa (altri bicchieri, un delizioso rum, e una grappa alla liquirizia da leccarsi i baffi... chi ha detto che Cora non beve??).
Oggi navigo su una nuvoletta e uso a scrocco la connessione della biblioteca per aggiornare (finalmente) questo povero blog.
E se vi dico che per venerdì e sabato prossimo ci sono già un aperitivo e una festa+discoteca in programma? :)

sabato 12 ottobre 2013

Le Cirque de mon enfance

Giovedì mattina, come ogni giorno aspetto il treno leggendo. Sul binario opposto al mio entra un treno, con una lentezza che attira la mia attenzione: sono i vagoni del circo Knie, il circo nazionale svizzero, che arriva a Vevey.

Il Knie è il circo della mia infanzia, quello dove montavo ogni anno il pony bianco del maneggio, dove papà e mamma erano tanto entusiasti quanto me di vedere gli spettacoli, dove la visita ai felini era d'obbligo, che piovesse/nevicasse/facesse un freddo cane.
Il Knie mi fa anche pensare a Ginevra, perché la città di Calvino è la prima tappa dei tour annuali che non perdevamo mai. Fino a quando la mia famiglia si è trasferita in Italia, e il circo è diventato un ricordo d'infanzia.
Ieri sera, tornando a casa con le buste della spesa, ho fatto una deviazione su piazza del mercato, giusto per vederlo, il mio amato circo, e sorridevo come uno stregatto per l'emozione.

Se The Night Circus e Water for Elephants mi piacciono così tanto, credo sia dovuto a lui. Quest'anno forse andrò a vederlo altrove, ma nel 2014 spero di rinnovare l'appuntamento d'infanzia.

E perché Knie per me è indissolubilmente associato a Ginevra, stasera prendo il treno e torno a casa.


mercoledì 2 ottobre 2013

Sens Interdits: -5 jours au retour de Soan! (quand on déprime, on revient à ses vieux amours)

Tornare alla routine è sempre deprimente. Lo è ancor più quando ti innamori e NON vuoi tornare.
Per me la Scozia è stata un sogno: mi sono sentita immediatamente accolta, ho vissuto intensamente ogni giorno, fino allo sfinimento, mi sono messa ad immaginare la vita a Edimburgo, e, per la prima volta, ho pensato che forse potesse esserci un altro posto da chiamare casa oltre a Ginevra.
Ho pianto come una fontana nell'andar via, e tornerò. Non so quando, ma tornerò.
Però ho lasciato una parte del mio cuore lì, tra quelle vie e sul vulcano e nei pubs.

Sono tornata con tristezza alla routine.
E quando si è tristi, tornano sempre in mente gli amori intramontabili, passati o meno. Per cui ho dato un'occhiata su internet, e mi è tornato il sorriso. Non perché tra 5 giorni esce il 3° album del mio adorato Soan, ma perché su Spotify è già ascoltabile la tracklist e... la mia canzone preferita, inedita da anni, ascoltata la prima volta nella metro parigina quando Soan non era Soan ma Julien, è finalmente una traccia ufficiale, di quelle che canteremo in concerto. Ed è la dodicesima, ovvero MIA.
Chi mi conosce capirà il riferimento ;)

Quindi conto i giorni, e lunedì vado alla Fnac per comprare la mia copia dell'album :D


lunedì 9 settembre 2013

Une semaine de rencontres

E' già passata una settimana dal mio arrivo a Edimburgo... se il tempo continua a sfuggirmi così rapidamente, in un batter d'occhio sarà fine mese e dovrò ripartire!

La mia professoressa "privata" aveva ragione, già dopo la prima settimana vedo risultati molto soddisfacenti, e così mi metto a parlare con la gente per strada, o nella guest house, o ancora con lo staff della scuola, giusto per il gusto del chiacchierare.
Le persone che mi conoscono come una tipa timida probabilmente non mi riconoscerebbero :P

Tra gli incontri interessanti abbiamo: una signora tedesca incontrata nella Guest House con la quale faccio colazione ogni mattina; uno studente che, benché proveniente dall'Etiopia e in soggiorno per imparare l'inglese, vuole assolutamente parlarmi in italiano (e io non voglioooo); una ginecologa londinese che incontro ogni pomeriggio nella sala comune (veniamo in cerca di wifi); un chirurgo russo, mio vicino di camera per il weekend, conosciuto a causa di un balzo di corrente e che partendo mi ha lasciato il suo biglietto da visita in cirillico (non ci capisco un'acca).
Ah sì, da aggiungere un signore vestito per bene che dopo avermi scambiata per scozzere martedì scorso viene sempre a scambiare due chiacchiere quando ci incontriamo nei giardini di Princes Street.

Tra le riflessioni più assurde, primeggia quella di un tizio di Manchester: "Ma scusa, cosa ci vieni a fare in Inghilterra, l'inglese puoi impararlo anche in Svizzera no? Non è una delle 3 lingue nazionali?" O______________o questa mi mancava! Quando dico che sono ginevrina di nascita, molti mi dicono "Ah, Ginevra, in Francia vero?", altri pensano che perché vivo nella confederazione elvetica dovrei parlare correntemente anche il tedesco e il romancio, ma l'idea dell'inglese come lingua nazionale ancora non la sentivo!

Braccio permettendo, spero di poter imparare a breve come ballare decentemente un ceilidh, nel frattempo giro per la città tra musei ed escursioni sui monti: incomparabile l'emozione provata in cima al Trono di Artù (Arthur's Seat), da dove il vento soffia così forte e i cavalieri della tavola rotonda sembrano tornare in vita.
Così come riprendo energia io, che vivo freneticamente e "resuscito" dopo mesi di calma. Avevi ragione Cecilia, la Scozia guarisce, magari non (ancora) i dolori fisici, ma quelli emotivi e personali scompaiono per lasciar posto alla voglia di vivere intensamente.

Come disse un caro amico, abbiamo una sola vita, vediamo di non sprecarla.

martedì 27 agosto 2013

-4 jours: la chasse au TARDIS a commencé!

Ultimi giorni di preparativi, organizzazione pre-viaggio in piena attività: contattare banca/assicurazione/proprietaria, lasciare le piante ad un'amica, cambiare i contanti, fare fotocopie dei documenti, stampare gli orari delle lezioni...

Già, perché oltre ad andare in giro per Edimburgo e la Scozia, questo soggiorno è prima di tutto linguistico: frequenterò un Executive mini-group course, età media 45 anni, livello richiesto abbastanza alto, e sto iniziando a pensare che ho fatto il passo più grande della gamba.

Mi diranno probabilmente che sono troppo giovane, ho un livello inadeguato, non ho abbastanza esperienza professionale... ormai è l'ansia a prevalere, ma siccome è la mia società a mandarmi, è sempre lei a pagare questo oneroso corso, e si aspettano un feedback completo, non mi rimane che tentare la fortuna e incrociare le dita.

Ma perché mi hanno forzata a prendere un Executive?? Non potevo scegliere un Business, più alla mia portata, io che non seguo lezioni d'inglese da 4-5 anni, ho dimenticato come si fa un report, ho un terribile accento francese (anche in italiano) e quando il panico prende il sopravvento balbetto frasi inarticolate? Perché???
Vabbè, se mi tocca fare una figuraccia e tornare con un corso intensivo, a parte l'orgoglio ferito ne usciremo tutti vivi, credo.

A quattro giorni dalla partenza e sei dall'inizio dei corsi, non mi rimane che placare l'ansia e aggiungere camicie nella valigia, almeno non avrò l'aria della ventiseienne che sono.
Nelle distrazioni pre-partenza vi era, lo scorso weekend, il festival degli artisti di strada a Vevey, una festa d'arrivederci per Profumoso ed altri, una dose extra di Doctor Who.

Domani una merenda d'azienda, giovedì l'ultima visita dal fisioterapista, venerdì e una parte di sabato l'atteso festival celtico, anche se temo che dovrò pazientare col braccio invece di lanciarmi nei corsi di balli ç.ç
Un paio di uscite con gli amici, un salto in biblioteca a restituire la dozzina di libri presi in prestito, una playlist da caricare sul lettore come soundtrack per fissare i ricordi e le emozioni.

E la caccia alle cabine telefoniche della polizia, per ora virtuale, a breve reale.
Ho già individuato una delle mie prime prede:


E visto che Edimburgo conta una settantina di cabine (non tutte blu, e non tutte intatte), mio fratello mi ha incaricata di cacciarle anche per lui. Fratellino, sarà fatto! Ti riporterò tante foto di quella pazza di tua sorella che esce dal suo TARDIS, e i nostri genitori ovviamente ci guarderanno con quell'aria da "i nostri figli non sono normali, assolutamente no!"

Per chi fosse interessato, esiste anche una mappa di tutte le cabine telefoniche della polizia repertoriate in città. Da verificare se la lista è aggiornata o meno...

martedì 20 agosto 2013

La saveur aigre douce de ces jours: -11 jours

Questi sono giorni felici, di quelli che passano troppo velocemente, dolci e con una punta amara che te li fa apprezzare di più.

Mamma è da me per una piccola settimana, mentre sono in ufficio lei va in Francia da sua sorella, a Ginevra dagli amici di famiglia, da Ikea a cercare oggetti per arredare il mio appartamento.
Non la vedevo da maggio, e dovremo aspettare fine dicembre per ritrovarci.

Pochi giorni, tanto da fare. E ogni sera un film diverso da guardare insieme. L'opzione chiave USB del mio televisore è pienamente sfruttata.

La nota amara è il mio braccio, non ancora pienamente funzionale. Ricordate la borsite di due mesi fa? Sempre quella. Dopo 10 giorni a 50% ho ripreso a lavorare a pieno ritmo, ma continuo a prendere antinfiammatori naturali e a mettere il braccio nel ghiaccio. Non riesco a piegarlo correttamente, e mi rimangono solo 3 visite dal fisioterapista.

Ma a Edimburgo ci vado lo stesso. Prenderò il taxi per evitare sforzi col braccio, farò doppiamente attenzione, ma nessuno mi toglie questo viaggio.

Piccolo dettagli inquietante: il direttore della scuola, dopo aver scoperto il mio interesse per questi balli, mi ha iscritta alle lezioni di ceilidh. Col braccio fuori uso. Forza braccio, vedi di guarire in fretta!!

Mi godo la mia mamma fino a venerdì prima che riparta in Italia, poi ho una piccola settimana per gli ultimi preparativi, e infine la Scozia. Mancano 11 giorni alla partenza, timore ed eccitazione si alternano, e una fissa mi ronza in testa: farmi fare una foto davanti a una cabina telefonica blu della polizia, imbrogliare la realtà pensando sia il mio TARDIS personale.

lunedì 19 agosto 2013

Les Feux qui subliment la Belle Genève

Per gli amanti dei fuochi d'artificio, Ginevra offre uno spettacolo magnifico ogni anno, il bouquet di chiusura dopo 3 settimane di festività.
Un'ora di fuochi piromelodici sul lago per la festa della città, con un tema scelto. Quest'anno era "Conquêtes et Conquérants"... buona visione :)

venerdì 12 luglio 2013

Comment découvrir deux Hôpitaux en une journée, sans s'évanouir

Non chiedetemi come, con tutto il tempo passato sui computer e quasi due anni di lavoro d'ufficio, la settimana scorsa sono riuscita ad infiammarmi l'articolazione del gomito destro.

Quasi due settimane d'immobilità, anti-infiammatori, antidolorifici, ghiaccio e... sviluppo della mano sinistra!
Perché vivendo da sola, con i miei a 1'200 km da qui, non posso di certo chiedere aiuto ogni volta che devo aprire le serrande o allacciarmi il reggiseno. Però che faticaccia... persino ora scrivo con la mano sinistra, il braccio destro inizia a guarire ma mi chiedo se sarà a posto per lunedì, dovrei riprendere a lavorare e non riesco ancora a piegarlo completamente...

Tra l'altro, per una che ODIA gli ospedali, ho avuto la mia dose: è iniziato tutto due martedì fa, andando a letto avevo un certo dolore al braccio, ma con lo stress e gli orari da pazzi pensavo che una buona notte di riposo fosse d'aiuto. Col cavolo, non ho quasi dormito per le fitte di dolore, e l'indomani non potevo muoverlo senza che facesse male.

Cora l'intelligente (leggete: imbecille finita) cosa fa? Ma va a lavorare, ovviamente! Solo che arrivata in ufficio i miei colleghi guardano il braccio e mi chiedono cosa ci faccio lì in quelle condizioni. Quando non riesco neanche a prendere il mouse mi assento, vado in farmacia a chiedere qualcosa per attenuare il dolore e sgonfiare il braccio che nel frattempo ha creato un secondo gomito ("Sembra la schieda di un cammello", esclama qualche giorno dopo un'amica... =.=;;;),
e il farmacista non capisce cosa ho.
Torno in ufficio, dove la mia capa mi manda al pronto soccorso. Benissimo, ma io che non ho mai avuto nulla, le uniche due volte in cui sono finita all'ospedale avevo meno di dieci anni e nessun ricordo dell'accaduto (quando cadi da cavallo e ti apri la testa, l'unica vivida immagine è quella del sangue davanti agli occhi, purtroppo), neanche so dove sia, l'ospedale!!
Dopo aver chiesto autobus da prendere, fermata dove scendere e indicazioni varie mi ritrovo in una saletta e inizio a impanicarmi, non sopporto proprio l'ambiente.

Certo che per essere figlia di un'ex infermiera e di uno scapezzacollo (involontariamente) assiduo frequentatore di ospedali e cliniche varie... sono strana io!

Fatto sta che dopo 4 ore, esami del sangue fatti malissimo (ho ancora una bella macchia di sangue coagulato sul braccio sinistro, e per fortuna ho rifiutato mi facessero il prelievo al dolorante destro!), testa in giù e gambe in sù perché da anemica 5 fiale di sangue in meno le sento, e 3 medici che borbottano di artrite, tendinite e quant'altro, mi mandano in un altro ospedale col taxi perché nessuno è sicuro di quel che ho!!
Mi ritrovo nella sala d'attesa a Vevey, senza aver mangiato, col cellulare scarico che mi imposssibilita ad informare chicchessia, un tipo che perde sangue a più non posso, una tipa che piange a dirotto, un paziente che inizia una crisi cardiaca e una signora che entra, sviene, e nessuno osa muoverla per paura di fratture o danni interni... e mi chiedo cosa ho fatto di male per ritrovarmi in mezzo a "Medici in prima linea", "Grey's Anatomy" e non so quali altri telefilm che neanche posso vedere in tivù perché mi viene il voltastomaco tra sangue e siringhe!

Morale della favola: dopo 6 ore, due ospedali, 5 medici, radiografie e analisi varie, SENZA SVENIRE (una gran vittoria), mi rimandano a casa con una ricetta per le medicine e un fermo malattia fino a fine settimana.
Peccato che, arrivati a domenica, abbia sempre due gomiti, e quindi altre 4 ore in ospedale per vedermi rinnovata l'impegnativa e prolungato il periodo di riposo.

Ho praticamente divorato ogni libro presente in casa, persino quello regalatomi dal mio ex che avevo occultato dietro ad altri (di quello vi parlerò nel Calderone, perché nonostante l'origine, è un libro che ho adorato), tutti quelli che riuscivo a prendere dalla biblioteca municipale con un braccio solo; ho finito la seconda serie di Doctor Who piangendo come una bambina per il finale (e scappando a cercare una connessione wireless al parco per vedere un pezzo della quarta stagione che mi ha rasserenata un pochino), divorando poi una cinquantina di fanfictions.
Ho letto 3 volte la storia della mia kohai (tesora, vorrei essere critica, e capisco cosa intendi, ma non riesco a metterci il dito sopra!), e il resoconto di tesi di un caro amico (mai tentar di correggere un documento con la sinistra se non si è mancini...).
Ho rivisto tutti i film di Miyazaki che conoscevo, scoperto due altre opere, e continuo a papparmi due-quattro film al giorno, con pause per andare a fare la spesa in mini dosi, e ore al parco cercando di prendere il sole ma col braccio all'ombra (gran bel casino).
Ho recuperato tutto il sonno arretrato che avevo, perso lo stress che mi attanagliava ogni giorno, e preso qualche chilo.
Per fortuna poi si sono manifestati amici e conoscenti, chi portando l'hard disk con altri film, chi offrendosi di farmi la spesa o lavarmi i piatti, chi distraendomi con aneddoti sulla settimana in ufficio. E prendendo le distanze mi chiedo chi ce lo faccia fare, di lavorare così come disgraziati nell'alta stagione. Okay, lo stipendio e la passione per i viaggi. Ma non può bastare a lungo, almeno non per me. L'ambizione è una gran brutta bestia...

E mi fermo qui, che per scrivere queste righe ho impiegato quasi un'ora e il braccio sinistro mi sta mandando a quel paese perché è stanco di essere sfruttato :P

lunedì 24 giugno 2013

Coco à vélo, les sorties au bord du lac et la fête de la musique

Coco à vélo, perché finalmente ho una bici, youhouuu!!!! Con le belle giornate posso finalmente andarmene a zonzo lungo il lago, e fare giri più lunghi nei dintorni. Ringrazio sentitamente chi mi ha aiutata a trovarla :)

Con il sole di ritorno (o quasi, visto il diluvio di stanotte) tornano anche i bikini, l'olio al monoi e la tintarella, che cerco di intrattenere con cura. Pare sia più abbronzata quest'anno dello scorso, tutto merito di avere dei weekends solo per me senza dover correre.

E poi le feste: multiculturale à Vevey, con una trentina di nazioni diverse, io che vado in giro con la maglietta irlandese e passando davanti allo stand della nazione celtica mi becco un tipo con la cornamusa, le feste musicali sparse qua e là lungo il lago, le chiacchierate fino all'una di notte.
E LA festa della musica a Ginevra <3
Quest'anno in ottima compagnia, e sebbene mi siano tornati ricordi dell'anno scorso e dei 3 giorni con un egoista che ho finalmente cancellato dalla mia vita, quest'anno sono più serena, più sorridente, forse anche più felice.
L'appartamento tutto mio e il soggiorno in Scozia aiutano anche :P da fine agosto a fine settembre, un mese ad Edimburgo, volo e guest house prenotati, affronto i momenti difficili focalizzandomi su questo progetto e divoro guide turistiche, quando non disegno. Perché sì, ho comprato dei pastelli ad olio che sono una meraviglia, e riprendo a disegnare.

Insomma, mi manca solo la connessione internet, come ad ogni trasloco, e potrò rispondere a tutti voi e risentirvi su skype, my friends!
 Per il momento manteniamo le emails, quando non sbaglio destinatario mandando messaggi privati alle persone sbagliate, e ridiamoci su, che tanto non val la pena preoccuparsi per gente che non lo merita!

mercoledì 8 maggio 2013

Aujourd'hui je souris à m'en décrocher la machoire

Avete presente quei giorni TOTALMENTE NO? Io li scribacchio di nero sull'agenda.
Ma quando succedono cose positive, metto dei sorrisi o delle stelline. E poi, in rari casi, si manifestano giorni SI. Di quelli che te li devi segnare per forza, perché tutto va così bene che a un certo punto ti chiedi se non stai sognando.

Ieri era un giorno Si, un turbine di positività e buone notizie da farmi avere una paralisi facciale per il sorridere e ridere continuo.
Ero su una nuvola di buonumore costante. Avrei dovuto giocare al lotto per quanta fortuna mi è capitata!

Se una settimana fa stressavo tanto da non dormire nella disperata ricerca di un appartamento (senza il quale non avevo altra soluzione che una provvisoria convivenza forzata con altre persone nell'appartamento dello staff), da ieri è tutto risolto. Non una, ma due agenzie mi hanno chiamata per dire che mi attribuivano i loro monolocali! In un Paese dove gli alloggi sono difficilissimi da trovare, ho avuto il lusso di scegliere quale dei due prendere.

Poi ho finalmente chiuso il capitolo "mega lamentela di un importantissimo cliente", con tanto di complimenti da parte di suddetto cliente.

E ho concretizzato il progetto di andare in Scozia: un mese di corsi offerti dalla compagnia per la quale lavoro nella bellissima Edimburgo. Meglio ancora? Ieri mi chiamava direttamente la direttrice della scuola per fare la mia conoscenza e discutere un po'!!

C'era persino il sole per la pausa pranzo :)

Insomma, giornate così perfette sono rare rarissime e quindi immensamente preziose.
Questa l'ho segnata di un bel giallo brillante, con tanto di stelle cuori e sorrisi!!!!
Come dice un certo proverbio "Sorridi alla vita ed essa ti sorriderà". Vi mando tanta positività e vado a letto, che tra le altre cose belle mi trasferisco domani nel mio nuovo appartamento, e ho pure degli amici ad aiutarmi!

La vie est belle :)


sabato 4 maggio 2013

Viens danser avec nous!

Dopo un aperitivo messicano, la visita di una città tutta colli e sali-scendi, e il diluvio universale (che neanche armati d'ombrello, impermeabile e stivali si poteva stare al riparo), questo weekend ho deciso di auto-distruggermi fisicamente: è la festa della danza.
Ho lanciato come mio solito inviti a destra e a manca, alcune persone sono venute, e abbiamo appena finito un'intera giornata di lezioni.
Flash mob, salsa, bachata, balli da sala, lindy hop (che inizialmente R. ed io avevamo travisato capendo "Hindy Hop"... ), ho il corpo a PEZZI e tra qualche ora esco di nuovo per andare alla serata di gala, il "Bal 007" con tenuta elegante d'obbligo. Fare le prove in scarpette da ginnastica con accanto persone elegantissime mi ha messa un po' a disagio, ma almeno so i passi e conosco le coreografie! (anche se credo che farò da figurante, con le gambe dolenti che mi ritrovo)
E domani? Domani Tai chi se riesco a svegliarmi presto, dance2befit se sono ancora tutta d'un pezzo, modern jazz con le ragazze, eventualmente danze tribali e spettacoli delle varie compagnie di danza. Per chiudere in bellezza, un paio di film su Anna Halprin.
In ufficio lunedì ci vado sui gomiti XD

Per chi fosse interessato al programma di domani, scoprirete che tutta la Svizzera si mobilita per farci ballare

domenica 28 aprile 2013

Il y a des jours où le lac ressemble à la mer

Ci sono giorni in cui i miei occhi hanno il suo stesso colore.
E il lago diventa mare che diventa oceano. Un Oceano-Lago, e frammentati pensieri che lo seguono fino all'orizzonte, dove acqua e cielo si confondono e tutto è grigio.


giovedì 25 aprile 2013

Dans le parfum nocturne de la ville

Solo un appunto per memorizzare la piacevole serata, le risate, le nuove conoscenze, e la serenità che mi abita.
Scendere quattro fermate prima della mia, passeggiare sul lungolago prima di tornare a casa, sentire l'aria leggera e il profumo dei fiori, la gente sulle terrazze e i riflessi delle luci sull'acqua.
Domani può pure piovere, se il prossimo weekend fa bel tempo possiamo andare tutti alla Festa della Danza, ma intanto sorrido e trascrivo qui un momento di felicità.
Ha ragione G., sono uscita dalla mia valle di lacrime e ho ritrovato il sorriso. Guardo di nuovo il mondo con ottimismo, e faccio tesoro di questi preziosi scatti di vita.
Smiling like a Cheshire cat


venerdì 12 aprile 2013

Quand les rêves ont l'intensité du réel, et le quotidien a un goût de folie

Che il mio inconscio fosse più strano della mia personalità, lo sapevo. Che si divertisse a fare il costruttore di sogni a mo' di Inception, mi è nuova.

Nelle ultime ore di sonno, questa notte, ero a chilometri da Vevey. Bretten, nel calore di una stanza che non so perché ho memorizzato così dettagliatamente, un letto a una piazza diviso col mio ex che dorme, i boccoli ribelli e il viso che tradisce quanto sia giovane, troppo giovane, e in lontananza la malinconia di Tiersen sotto le dita delicate di una dolce biondina che suona il pianoforte ai piani inferiori.
Era un sogno terribilmente reale, tant'è che non osavo muovermi nel mio letto matrimoniale pensando che avrei svegliato M., e allo stesso tempo mi chiedevo cosa ci facessimo lì insieme.
Perché quando volti pagina e cancelli una persona dal tuo quotidiano, neanche un furbissimo inconscio può ripresentarti la persona come se niente fosse.
Chissà, dev'essere stato influenzato dal compleanno della dolce D, con la quale ho mantenuto i rapporti.

Poi mi sono svegliata, sono tornata a Vevey, e mi sono riaddormentata, per ritrovarmi nello chalet di S. Denis, con O. che mi parlava senza arrossire (qui avrei dovuto capire che sognavo, vista la sua propensione ad arrossire e sorridere). Mi parlava con intensità, ma non ricordo nulla al di fuori dei suoi capelli color del sole, sciolti, che scivolavano tra le mie dita. La nitidezza della sensazione era impressionante, posso ancora evocarla a ore di distanza.
Forse perché lui accenna a tagliarseli, nonostante la lunghezza attuale gli stia bene, e la coda con il berretto basco gli dia un'aria d'artista bohème.
Oggi ero io quella che non riusciva a guardarlo negli occhi senza arrossire.

Il culmine dell'assurdità l'ho raggiunto nella "vita reale", quando ho dovuto contattare i genitori di un cliente per chieder loro di calmare il figlio festaiolo, talmente festaiolo che la polizia era intervenuta e aveva minacciato di fargli provare una giornata in carcere.
Deo gratia, domani lascia gli States e torna in Italia, eviteremo altre scenate inutili che sembrano uscite da qualche film tragicomico.

Detto questo, la settimana è conclusa, diamo inizio alle gioie del weekend!

lunedì 8 aprile 2013

Wanna dance a céilidh?

Anni fa, andando a Dublino con R., avevo fatto il giro dei locali che davano lezioni di céili. Eravamo andate a caccia di occasioni, con grandi risate e nuovi incontri.
Questo weekend, è il céilidh (in versione scozzese) che viene a trovarmi.
Navigando sul sito dell'ufficio turistico di Vevey, scopro che è prevista una serata di balli celtici. Ovviamente, c'est pour Cora. Chi mi conosce sa che appena sento "celtico" drizzo le orecchie e mi sbrilluccicano gli occhi. Mi segno la data sull'agenda e aspetto trepidante, parlandone a chi mi capita sottomano. Ed ecco arrivare sabato: appuntamento alle 18, cena, e via alla ricerca della sala dove si terrà la serata.
All'entrata vari uomini in kilt, nella grande sala comunale qualche tavolo all'angolo, un piccolo stand di bevande (assolutamente necessario, causa grandi sudate nel ballare), il palco, e un magnifico parquet di legno pronto ad accogliere i nostri passi.
Il Loch Leman Ceilidh Band, con ospiti speciali e numero variabile, è composto da 15 musicisti (e ballerini, come scopro durante la serata), un'arpista scozzese, un suonatore di cornamusa, violinisti, presentazioni in francese e inglese, e i presentatori ci invitano ad avvicinarci.
Iniziamo con una ronda, passi semplici, ed evolviamo in composizioni varie, quadriglie, ritmi sempre più veloci, continui cambi di partner, donne che s'improvvisano cavalieri e uomini che fanno l'inchino prima d'invitarti a ballare.
A fine serata sono senza fiato, con le guance rosse come i miei capelli, il bel vestito verde attaccato al corpo, il ciondolo celtico che saltella tanto quanto me. L'ultimo ballo, con una serie di giri e ghirigori alternati tra il proprio partner e quelli altrui, si conclude con 12 giri gomito a gomito di ogni coppia, e le teste che continuano a girare.
Poi formiamo tutti un ultimo cerchio, oltre duecento persone di ogni età, e gli applausi scrosciano potenti, a lungo, anche quando saluto il giornalista che mi ha intervistata ("Sei irlandese? No? Strano, hai un'aria celtica"... hehehe, sapessi!) e seguiamo la folla verso l'uscita, con sorrisi e qualche segno di stanchezza.
Se facessimo una serata celtica come questa ogni mese, ci sarebbero molti più visi sorridenti il sabato sera.
E l'animo celtico che mi fa bollire il sangue ha colpito ancora: se tutto va bene, a settembre parto a Edimburgo. Nel frattempo, prevedo anche un salto a Cork, e chissà...
Concludo il post con l'allegra "I'm shipping up to Boston", buon ascolto ;)

 

domenica 31 marzo 2013

Les gaffes de Cora

Questa settimana devo essermi fumata qualche canna, non c'è altra spiegazione.
Ho dimenticato una serie di cose importanti, ho invertito un paio di cose, e ieri sera facendo il ricapitolativo degli ultimi giorni, con un buon sidro in mano in un bel locale con una bella persona, ridevo a crepapelle.
Sì, questo era senza contare la parte più assurda, che ho scoperto solo oggi.
All'inizio della settimana ho scritto una corposa mail alla mia amica M. Oggi le mando gli auguri di buona Pasqua, mi risponde per email che spera avere presto mie notizie, e mi chiede quando torno.
Tutte informazioni che le ho scritto nella mail di mercoledì, e non capisco.
Al che controllo che suddetto messaggio non sia finito nelle bozze... e scopro di averlo mandato al mio ex. Non so se bestemmiare o ridere, per il momento rido da matti, è troppo assurda!!
Si tu devais passer par ici, le mail ne t'était évidemment pas destiné.
Così mi sono ricordata che avevo cancellato numero di cellulare, facebook, skype, condivisioni varie, ma non l'indirizzo email. Bene, adesso è fatto.
E ridendo torno a guardarmi Doctor Who mangiando gelato al caramello e ridendo, buona Pasqua gente! :)

martedì 26 marzo 2013

Crie-le bien fort uses tes cordes vocales

Andando al concerto di Tryo, non credevo le mie corde vocali avrebbero preso alla lettera questa strofa di una loro canzone.

Sono afona da due giorni.
Domenica tornando a Vevey avevo la voce sempre più grave, ma parlavo. Ieri mattina mi sono alzata col mal di gola, ma nulla più. Siccome vivo da sola e non parlo con i muri di casa, non ho aperto bocca fino all'arrivo in ufficio. Il "ciao" che ho emesso somigliava terribilmente al raglio di un asino!

Mi sono così accorta che non avevo voce, la poca che riuscivo ad emettere era talmente strana che dopo 3 chiamate disastrose e un "Si curi mia cara, lei è afona!" da parte di un cliente ho rinunciato a prendere la cornetta. Colmo dei colmi, il mio raglio ha portato a confusione una tipa che a quel punto credeva fossi la direttrice della scuola!!

Oggi vige in me la legge del silenzio. Non parlo, sussurro il meno possibile, scrivo tutto ciò che devo comunicare. Se avete consigli da darmi, sono benaccetti!

In compenso questi fine settimana sono stati entrambi all'insegna della buona musica: St. Patrick con i grintosi Anach Cuan, sabato scorso all'Arena di Ginevra con P. e altre 4.000 persone per l'anticonformista e simpaticissimo quartetto di Tryo.

Eccellente concerto che si è protratto più del previsto. L'unico problema era che al ritorno non avevo più treni. Opzione numero 2: scendere alla stazione successiva alla mia e prendere un taxi. Peccato che di auto gialle non ci fosse neanche l'ombra, all'una del mattino nelle lande desolate di Coppet, Vaud.
E la Cora cosa fa? Incrocia le dita, e si fa i 3 km a piedi, da sola in campagna di notte. Da NON rifare mai più.

In ogni caso per questa volta sono stata fortunata, non andrò a tentare il diavolo una seconda volta ma è andata, hakuna matata. Perché mai il Vaud non ha mezzi pubblici efficienti come il cantone ginevrino?

Ora sarebbe il caso che le mie corde vocali tornassero anche loro a casa sane e salve, che gesticolare sì, ma quando hai una riunione importante in cui devi esprimerti e sei senza voce… diciamo che non è il massimo!

Qu'on me rende ma voix!!

martedì 19 marzo 2013

Baricco, mon amour

Alessandro Baricco per me è come un faro nei momenti bui. Riesce sempre a concretizzare pensieri e riflessioni astratte in parole, semplici parole che ti graffiano l'anima.
Scoprii Baricco all'inizio del liceo. Un colpo di fulmine: Oceano Mare.
Poi l'innamoramento: Castelli di Rabbia. E Seta, l'Iliade, City, Novecento...

Baricco le cose non te le dice, te le sussurra o te le tira come schiaffi. Passa dalla delicatezza del non detto appena accennato, alle schegge di verità che ti feriscono a sangue.

Oggi ho ritrovato per caso una delle sue frasi che meglio mi rappresenta:
Scrivere a qualcuno è l'unico modo di aspettarlo senza farsi del male.

Per una grafomane amante degli inchiostri di china e della carta, dell'odore del carboncino e dei colori, non c'è modo più profondo per comunicare con gli altri, e con se stessi.
E allora scrivo, pagine e pagine d'inchiostro. E ogni tanto un post, perché la scrittura è anche condivisione...

scrivere significa mettere insieme il mondo dopo che lo hai fatto a pezzi

giovedì 14 marzo 2013

En attendant Patrick et ses trèfles

Come ogni anno, la settimana che precede il 17 marzo inizio ad ascoltare solo musica celtica, tiro fuori dall'armadio tutto ciò che ho di verde, e guardo le varie serate offerte dai locali per scegliere quello in cui andare a festeggiare.
Quest'anno saremo tutti di nazionalità diverse, e andiamo ad ascoltare un concerto celtico, ovvero: la gente ascolterà, Cora saltellerà come una pazza, e ci ritroveremo tutti a improvvisare céili e improbabili passi a suon di risate.

Poi questo pomeriggio arriva dall'Italia M., che viene a trovarmi per il weekend e che, poverino, trascinerò alla serata di domenica.

E per rimanere in tema musicale, ieri sera un canale francese trasmetteva "Good morning England (The Boat that rocked)", mitico film sulle radio pirata nel 1968, con una magnifica colonna sonora. Lo vidi quest'estate a una proiezione all'aria aperta, su mega schermo, e mi piacque molto. Così ho fatto diffusione d'informazione, tutti davanti allo schermo, e questa mattina mi sono svegliata con "Nights in white satin" in mente.
Da condividere, prima di tornare ai Dubliners e augurarvi happy St. Patrick's Day!!

mercoledì 27 febbraio 2013

Happiness is a warm blanket

Serata tranquilla, di quelle in cui ti ritrovi con te stesso e ti trovi di buona compagnia.
Dopo un fine settimana intensissimo, intriso di risate, chiacchiere oltre la mezzanotte, giri turistici e foto, la mancanza di sonno e la mole di lavoro hanno avuto il sopravvento.
Quindi mi accoccolo sul divano, avvolta nella mia coperta rossa come Charlie Brown, e concordo appieno: la felicità, almeno per stasera, è una calda coperta. Per questa volta lasciamo le pistole da parte, anche se adoro i Beatles.
Dunque: una coperta, la borsa dell'acqua calda sulla pancia (sì, ci son giorni così), le cuffie nelle orecchie e la playlist di Lil Nina in ordine aleatorio.
Domani sarà una serata su Losanna, dopodomani arriva una delle persone più importanti della mia vita, e il fine settimana passerà troppo velocemente, già lo so.
Quindi stasera rimango immobile, lascio la mente vagare, il corpo rilassarsi, e neanche Too much love will kill you  dei Queen mi distoglie da questo torpore. So perfettamente di essere eccessiva nei miei amori: o tutto, o niente. Non ho vie di mezzo, non m'interessano gli amori tiepidi e le amicizie senza sapore.
E  dopo un episodio di questo fine settimana mi torna in mente la grande Banana Yoshimoto, che sibillina scrisse
Quando si ha qualcosa da perdere, si comincia ad avere paura. Ma la felicità è questo. Conoscere il valore di quello che possediamo.
A volte dimentico quanto sono fortunata. Sono persone come M., vedova di un grand'uomo, o P., orfano di sua madre, A. che ha perso suo figlio, o D. che lotta ogni giorno contro la malattia, sono loro che mi mostrano quanto dovrei essere grata per ogni giorno di felicità che vivo. 
In sere come questa me ne ricordo, e lo metto per iscritto sul diaro, affinché, rileggendolo, mi renda conto di quanto superficiali possano essere i problemi quotidiani. E lo scrivo anche qui, per ricordarlo anche a voi. La felicità è come una calda coperta, apprezziamola senza darla per scontata, potrebbe esserci tolta in qualunque momento.


martedì 19 febbraio 2013

Un paire de raquettes et une bonne fondue

Le ultime due settimane sono state intense e ricche di sorprese.
Basti pensare che ultimamente non ho dormito molto, e che questa sera spero potermi offrire 8 ore di sonno :p
E poiché questo lungo weekend sarà pieno di positività, con l'arrivo di A. a cui spero di far visitare Ginevra, Vevey, Montreux e dintorni, approfitto di questa sera per postarvi un paio di fotine.
Alcuni giorni fa il mitico O. ha organizzato un'uscita racchette da neve e fondue a St. Denis. Oltre un metro di neve, e fitti fiocchi che continuavano a a cadere senza pausa, quasi un'ora e mezza nella foresta con le torce.
Et après l'effort, le réconfort: una magnifica fondue moitié-moitié con vari tipi di pane e patate, accompagnati da un delizioso tè alla cannella... top!
Non vedo l'ora di tornare nella neve, e a fine stagione quel paio di racchette color acquamarina che avevo adocchiato in un negozio sarà mio!!




mercoledì 13 febbraio 2013

Sentiers

Un mese può passare in fretta, o con terribile lentezza. Dipende da come si sceglie di viverlo, da quanto si apprezza la vita, dall'intensità delle emozioni e dal ritmo del quotidiano.

In questo mese mi sono chiesta se il sentiero che avevo scelto di percorrere fosse quello giusto, quello per me. Ho messo in dubbio alcune opzioni. Ne ho riconsiderate altre. Ho lanciato un amo, e la mia amata Ginevra ha abboccato. Vediamo che pesce pesco la settimana prossima.
Perché ho tutte le ragioni di lottare per lei, e non per altri. E' qui che mi sento IO, come in nessun altro posto.
La Costa Azzurra continua a chiamarmi come una sirena dall'amaliante canto, e forse la riabbraccerò nel futuro, ma non ora.
Così riprendo il mio sentiero con incognite, opportunità, ma senza dubbi e senza rimpianti.

E sorrido di fronte agli scherzi del destino, perché oggi ho rivisto qualcuno d'importante. Un paio di occhi azzurri che non rivedevo da tanto, di una limpidezza che ti disarma. Destino birbante, perché ora e non tre anni fa? Sembra un mordi-e-fuggi senza fine, di cui mi limito al presente, e va bene così.

Giorni pieni d'affetto e di calore umano, di quelli che vorresti poterne fare il pieno con sorrisi a non finire.
Giorni pieni d'amore e di generosità.
Pauvres sont les egoïstes.

Su questo, torno a Pascal Sangla e al suo pianoforte (Sentiers è deliziosa, Il Pleut rimane la mia preferita). Buona serata!

martedì 5 febbraio 2013

J'ai décidé d'être heureuse

Le giornate scorrono veloci, piene di cose da fare, e tra un invito a cena, un aperitivo, un'uscita con le racchette da neve e la settimana di ferie, non ho neanche il tempo di aggiornare questo povero blog.

Dopo un bellissimo fine settimana nella mia amata Ginevra, mi rendo conto che alcune abitudini sono dure a morire. Quando passo davanti al teatro e vedo una rappresentazione, tiro fuori il cellulare per scrivere un sms. Ma non c'è più ragione di scriverlo.
Quando prendo il tram e passo davanti a una certa fermata, verrebbe spontaneo guardare se la finestra dell'appartamento è aperta, ma mi volgo dal lato della chiesa.

Mi riapproprio della città, costruendo nuovi ricordi che impolveriscono quelli vecchi. Giro per le vie sorridendo, perché amo questa città, amo l'aria che vi si respira e gli amici che mi accolgono a braccia aperte e le serate a ridere con un bicchiere di wisky in troppo, machisseneimporta.

Poi, in biblioteca, mi capita sottomano la soundtrack di "Eternal sunshine of the spotless mind". Mi torna in mente il protagonista, che decide di eradicare dalla sua memoria tutti i ricordi che non vuole più. E poi ricommette lo stesso errore.
Un po' lo compatisco, perché gli errori ci fanno crescere, cancellarli è un po' come regredire.
Allora mi tengo tutto, e imparo a guardare i ricordi con distaccata malinconia.

Che un giorno "parleremo di questa storia come si parla di un brutto ricordo, con un po' di malinconia e basta", per citare la mia adorata kohai che trova sempre le parole giuste.


martedì 29 gennaio 2013

La faiblesse de ce que l'on ne peut contrôler

Ora come ora vorrei semplicemente che il mio inconscio smettesse di farmi brutti scherzi, mettendo nei miei sogni persone che non voglio.
E se proprio deve divertirsi così, il maledetto, che almeno me li faccia dimenticare al risveglio, questi sogni che son quasi incubi.
O magari concedermi notti senza sogni, giusto per riposare e spegnere tutto.

lunedì 28 gennaio 2013

La rage est un puissant antibiotique

Dieci giorni di gastroenterite e un chilo in meno dopo, eccomi di ritorno. Per chi si chiedesse se sono ancora viva, sì, campo ancora. A chi non interessa, un bel vaffanc*lo.
Perché in questo periodo Sweet Cora è in ferie, la sostituisce la sua gemella maligna. E devo dire che questa parte cattiva non mi dispiace, è molto più diretta, manda a quel paese chi le rompe le scatole, risponde a tono ai clienti, e cancella dalla sua vita chi le ha fatto volontariamente del male. Quanto al "perdono", che se lo mettessero dove penso.
La cosa assurda è che da quando ho spento il mio lato emotivo ottengo piccole soddisfazioni con molta più facilità: il permesso B che aspettavo da 2 mesi e mezzo, il cellulare che desideravo da non si sa quanti altri mesi, un nuovo numero che decido a chi dare o meno, per citare le prime che mi vengono in mente.
Smetto di preoccuparmi continuamente degli altri, perché a voler proteggere i sentimenti altrui, i miei sono in frantumi. E allora basta. Niente in pubblico, tutto nella mia preziosa agenda, fitte pagine d'inchiostro e sentimenti di cui mi libero. Lenzuola lavate, cuscino tolto, foto nascoste. Persino la mia scrittura è meno inclinata verso il futuro. Le pugnalate nella schiena lasciano cicatrici. Ma ti rendono ancor più forte.
E ora sono una belva, chi mi ha stuzzicato in questi giorni ne ha pagato le conseguenze.
Ma c'è chi è rimasto silenzioso al mio fianco, come il mio sole personale dagli occhi che ridono. Il mio sole che quando sente certe cose minaccia di fare a pugni, e lo devo calmare per evitare inutili danni. Chi ha saputo trovare le parole giuste per aprirmi gli occhi e farmi sorridere. L'intuito di mia madre, spaventosamente infallibile. Infine la rinnovata sorpresa di questa forza che mi anima. Dare il meglio di sé nei momenti più difficili, a testa alta e con grinta.
La rabbia è un potente antibiotico.
Mille progetti, due biglietti che aspettano solo di essere utilizzati, e se per il momento sembro un gatto selvatico che ringhia, graffia e sputa, abbiate pazienza, passerà.

lunedì 7 gennaio 2013

J'ai mal partout!!

Uno di questi giorni vi racconterò "l'odissea internet" degli ultimi due mesi.
Ma per il momento l'unica cosa che mi viene in mente è quanto mi dolga tutto il corpo!
Come mi sono fatta male?
Beh, vivo in un Paese dove gli sport invernali sono un cult. La settimana scorsa mi sono lanciata sulla pista ghiacciata per un'ora di pattinaggio (e solo 3 scivoloni, il che è fonte d'orgoglio se calcolate che i pattini li ho messi solo due volte, da piccola, e con un amico che mi trascinava).
Ieri invece c'era una giornata di prova per lo sci di fondo. Avevo dunque deciso che, da sola o in compagnia, avrei tentato la dea bendata dell'equilibrio.
Beh, pare proprio che si sia vendicata su di me!
Neve, magnifica neve bianca a quaranta minuti di treno da Vevey. E una passeggiata fino alla pista, sotto piacevoli raggi di sole. Le prime sensazioni con gli sci ai piedi sono d'intralcio, poi di curiosi passi. Distolgo lo sguardo dai miei piedi e ammiro il paesaggio, il cielo terso, le persone che sembrano fondersi nel contesto con meravigliosa naturalezza.
Magnifico, fino a quando l'istruttore decide che bisogna scendere, e quindi imparare a frenare. L'inizio dei miei guai: con la solita abitudine del peso sulla gamba destra, non equilibrio "l'apertura a zampe di papera", e cado una prima volta. Scivolo, e cado ancora. E ancora. E ancora...
Caduta sul fondoschiena, sulle ginocchia, scivolone a spaccata (micidiale per il muscolo dell'interno coscia), sulla schiena, sbattimento di testa, e a quel punto inizio a vedere le stelle benché ci sia un sole da spaccare le pietre.
E a chiedermi se la settimana bianca sia proprio una buona idea, a febbraio... uhm, per il momento non ne sono tanto convinta.
Soprattutto dopo la nottaccia a cercare una posizione che non facesse male, e il risveglio doloroso. Per non parlare degli spostamenti in giornata.
Insomma, la descrizione che mi fa I. della sua settimana bianca (cioccolata calda, slitta, abbronzatura sulla neve) non mi disgusta proprio. Magari ritento l'esperienza sci(volone) un'altra volta, ma per adesso NON PARLATEMI DI SCI!!!

sabato 5 gennaio 2013

Quand les personnes que tu aimes te manquent...

Mi manca la mia famiglia. Mi mancano i miei amici. Mi mancano i loro consigli, perché a rimuginarci su non capisco più niente.
Il problema non è neanche tale, ma la mancanza di comunicazione lo fa nascere. E non so più cosa fare, con quest'instabilità emotiva.
E mi mancano le persone care, in questa profonda solitudine.

martedì 1 gennaio 2013

Bienvenue en 2013

Nuove pagine bianche da riempire.
Stranamente, al contrario degli anni precedenti, non sono riuscita a fare un resoconto dell'anno concluso a tempo debito. Mancanza di tempo, assenza d'internet, e di questo passo se sentite che c'è stato un omicidio nei pressi di Vevey saprete che ho perso la pazienza.
Detto questo, un anno fa ero pronta a partire a Ginevra, speravo ardentemente rimanerci, volevo la mia indipendenza e sognavo di un posticino tutto mio.
Ora, se metto da parte l'isolamento e l'assenza di contatti dovuto ad internet (non fatevi illusioni, scrivo sfruttando una connessione non mia e disponibile solo in data odierna), sono tutt'ora in Svizzera, ho un lavoro a tempo indeterminato, mi trovo a poco più di un'ora da Ginevra, un monolocale delizioso, e guadagno abbastanza da poter essere economicamente indipendente.
Direi che in buona parte le aspettative che avevo sono state colmate.
I sacrifici però ci sono stati, continuano ad esserci, così come i rapporti incrinati e quelli interrotti. Un amico in meno, alcune persone deludenti, un paio di incomprensioni.
Col nuovo anno spero di riprendere la mia carica positiva, di raggiungere gli obiettivi che ho scritto sull'agenda, di possedere la forza per affrontare ciò che mi aspetta, e di non avere rimpianti.
Questo primo giorno del 2013 è strano, non ho dormito abbastanza, e se mi sentite un po' giù non preoccupatevi, una buona notte di riposo (magari un raggio di sole, invece di questa pioggia incessante) e si riparte.
Un pensiero colmo d'affetto a chi non ho potuto vedere, chi mi manca, e chi non lascia che la distanza influisca sui rapporti.
A voi con chi ho sempre festeggiato, e che non siete qui.
Che questo nuovo anno vi porti ciò che desiderate, e ci permetta di rivederci.