Genève

Le avventure di una ginevrina di nascita, partita per anni, che torna a "casa" ma deve riscoprire la sua città.
Le avventure di un'italo-francese, che torna alle origini per lavorare al Consolato Italiano.
Le avventure di Cora, tra ricordi e novità, nella sua amata Ginevra.

venerdì 12 aprile 2013

Quand les rêves ont l'intensité du réel, et le quotidien a un goût de folie

Che il mio inconscio fosse più strano della mia personalità, lo sapevo. Che si divertisse a fare il costruttore di sogni a mo' di Inception, mi è nuova.

Nelle ultime ore di sonno, questa notte, ero a chilometri da Vevey. Bretten, nel calore di una stanza che non so perché ho memorizzato così dettagliatamente, un letto a una piazza diviso col mio ex che dorme, i boccoli ribelli e il viso che tradisce quanto sia giovane, troppo giovane, e in lontananza la malinconia di Tiersen sotto le dita delicate di una dolce biondina che suona il pianoforte ai piani inferiori.
Era un sogno terribilmente reale, tant'è che non osavo muovermi nel mio letto matrimoniale pensando che avrei svegliato M., e allo stesso tempo mi chiedevo cosa ci facessimo lì insieme.
Perché quando volti pagina e cancelli una persona dal tuo quotidiano, neanche un furbissimo inconscio può ripresentarti la persona come se niente fosse.
Chissà, dev'essere stato influenzato dal compleanno della dolce D, con la quale ho mantenuto i rapporti.

Poi mi sono svegliata, sono tornata a Vevey, e mi sono riaddormentata, per ritrovarmi nello chalet di S. Denis, con O. che mi parlava senza arrossire (qui avrei dovuto capire che sognavo, vista la sua propensione ad arrossire e sorridere). Mi parlava con intensità, ma non ricordo nulla al di fuori dei suoi capelli color del sole, sciolti, che scivolavano tra le mie dita. La nitidezza della sensazione era impressionante, posso ancora evocarla a ore di distanza.
Forse perché lui accenna a tagliarseli, nonostante la lunghezza attuale gli stia bene, e la coda con il berretto basco gli dia un'aria d'artista bohème.
Oggi ero io quella che non riusciva a guardarlo negli occhi senza arrossire.

Il culmine dell'assurdità l'ho raggiunto nella "vita reale", quando ho dovuto contattare i genitori di un cliente per chieder loro di calmare il figlio festaiolo, talmente festaiolo che la polizia era intervenuta e aveva minacciato di fargli provare una giornata in carcere.
Deo gratia, domani lascia gli States e torna in Italia, eviteremo altre scenate inutili che sembrano uscite da qualche film tragicomico.

Detto questo, la settimana è conclusa, diamo inizio alle gioie del weekend!

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