Genève

Le avventure di una ginevrina di nascita, partita per anni, che torna a "casa" ma deve riscoprire la sua città.
Le avventure di un'italo-francese, che torna alle origini per lavorare al Consolato Italiano.
Le avventure di Cora, tra ricordi e novità, nella sua amata Ginevra.

lunedì 8 aprile 2013

Wanna dance a céilidh?

Anni fa, andando a Dublino con R., avevo fatto il giro dei locali che davano lezioni di céili. Eravamo andate a caccia di occasioni, con grandi risate e nuovi incontri.
Questo weekend, è il céilidh (in versione scozzese) che viene a trovarmi.
Navigando sul sito dell'ufficio turistico di Vevey, scopro che è prevista una serata di balli celtici. Ovviamente, c'est pour Cora. Chi mi conosce sa che appena sento "celtico" drizzo le orecchie e mi sbrilluccicano gli occhi. Mi segno la data sull'agenda e aspetto trepidante, parlandone a chi mi capita sottomano. Ed ecco arrivare sabato: appuntamento alle 18, cena, e via alla ricerca della sala dove si terrà la serata.
All'entrata vari uomini in kilt, nella grande sala comunale qualche tavolo all'angolo, un piccolo stand di bevande (assolutamente necessario, causa grandi sudate nel ballare), il palco, e un magnifico parquet di legno pronto ad accogliere i nostri passi.
Il Loch Leman Ceilidh Band, con ospiti speciali e numero variabile, è composto da 15 musicisti (e ballerini, come scopro durante la serata), un'arpista scozzese, un suonatore di cornamusa, violinisti, presentazioni in francese e inglese, e i presentatori ci invitano ad avvicinarci.
Iniziamo con una ronda, passi semplici, ed evolviamo in composizioni varie, quadriglie, ritmi sempre più veloci, continui cambi di partner, donne che s'improvvisano cavalieri e uomini che fanno l'inchino prima d'invitarti a ballare.
A fine serata sono senza fiato, con le guance rosse come i miei capelli, il bel vestito verde attaccato al corpo, il ciondolo celtico che saltella tanto quanto me. L'ultimo ballo, con una serie di giri e ghirigori alternati tra il proprio partner e quelli altrui, si conclude con 12 giri gomito a gomito di ogni coppia, e le teste che continuano a girare.
Poi formiamo tutti un ultimo cerchio, oltre duecento persone di ogni età, e gli applausi scrosciano potenti, a lungo, anche quando saluto il giornalista che mi ha intervistata ("Sei irlandese? No? Strano, hai un'aria celtica"... hehehe, sapessi!) e seguiamo la folla verso l'uscita, con sorrisi e qualche segno di stanchezza.
Se facessimo una serata celtica come questa ogni mese, ci sarebbero molti più visi sorridenti il sabato sera.
E l'animo celtico che mi fa bollire il sangue ha colpito ancora: se tutto va bene, a settembre parto a Edimburgo. Nel frattempo, prevedo anche un salto a Cork, e chissà...
Concludo il post con l'allegra "I'm shipping up to Boston", buon ascolto ;)

 

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