Genève

Le avventure di una ginevrina di nascita, partita per anni, che torna a "casa" ma deve riscoprire la sua città.
Le avventure di un'italo-francese, che torna alle origini per lavorare al Consolato Italiano.
Le avventure di Cora, tra ricordi e novità, nella sua amata Ginevra.

venerdì 12 luglio 2013

Comment découvrir deux Hôpitaux en une journée, sans s'évanouir

Non chiedetemi come, con tutto il tempo passato sui computer e quasi due anni di lavoro d'ufficio, la settimana scorsa sono riuscita ad infiammarmi l'articolazione del gomito destro.

Quasi due settimane d'immobilità, anti-infiammatori, antidolorifici, ghiaccio e... sviluppo della mano sinistra!
Perché vivendo da sola, con i miei a 1'200 km da qui, non posso di certo chiedere aiuto ogni volta che devo aprire le serrande o allacciarmi il reggiseno. Però che faticaccia... persino ora scrivo con la mano sinistra, il braccio destro inizia a guarire ma mi chiedo se sarà a posto per lunedì, dovrei riprendere a lavorare e non riesco ancora a piegarlo completamente...

Tra l'altro, per una che ODIA gli ospedali, ho avuto la mia dose: è iniziato tutto due martedì fa, andando a letto avevo un certo dolore al braccio, ma con lo stress e gli orari da pazzi pensavo che una buona notte di riposo fosse d'aiuto. Col cavolo, non ho quasi dormito per le fitte di dolore, e l'indomani non potevo muoverlo senza che facesse male.

Cora l'intelligente (leggete: imbecille finita) cosa fa? Ma va a lavorare, ovviamente! Solo che arrivata in ufficio i miei colleghi guardano il braccio e mi chiedono cosa ci faccio lì in quelle condizioni. Quando non riesco neanche a prendere il mouse mi assento, vado in farmacia a chiedere qualcosa per attenuare il dolore e sgonfiare il braccio che nel frattempo ha creato un secondo gomito ("Sembra la schieda di un cammello", esclama qualche giorno dopo un'amica... =.=;;;),
e il farmacista non capisce cosa ho.
Torno in ufficio, dove la mia capa mi manda al pronto soccorso. Benissimo, ma io che non ho mai avuto nulla, le uniche due volte in cui sono finita all'ospedale avevo meno di dieci anni e nessun ricordo dell'accaduto (quando cadi da cavallo e ti apri la testa, l'unica vivida immagine è quella del sangue davanti agli occhi, purtroppo), neanche so dove sia, l'ospedale!!
Dopo aver chiesto autobus da prendere, fermata dove scendere e indicazioni varie mi ritrovo in una saletta e inizio a impanicarmi, non sopporto proprio l'ambiente.

Certo che per essere figlia di un'ex infermiera e di uno scapezzacollo (involontariamente) assiduo frequentatore di ospedali e cliniche varie... sono strana io!

Fatto sta che dopo 4 ore, esami del sangue fatti malissimo (ho ancora una bella macchia di sangue coagulato sul braccio sinistro, e per fortuna ho rifiutato mi facessero il prelievo al dolorante destro!), testa in giù e gambe in sù perché da anemica 5 fiale di sangue in meno le sento, e 3 medici che borbottano di artrite, tendinite e quant'altro, mi mandano in un altro ospedale col taxi perché nessuno è sicuro di quel che ho!!
Mi ritrovo nella sala d'attesa a Vevey, senza aver mangiato, col cellulare scarico che mi imposssibilita ad informare chicchessia, un tipo che perde sangue a più non posso, una tipa che piange a dirotto, un paziente che inizia una crisi cardiaca e una signora che entra, sviene, e nessuno osa muoverla per paura di fratture o danni interni... e mi chiedo cosa ho fatto di male per ritrovarmi in mezzo a "Medici in prima linea", "Grey's Anatomy" e non so quali altri telefilm che neanche posso vedere in tivù perché mi viene il voltastomaco tra sangue e siringhe!

Morale della favola: dopo 6 ore, due ospedali, 5 medici, radiografie e analisi varie, SENZA SVENIRE (una gran vittoria), mi rimandano a casa con una ricetta per le medicine e un fermo malattia fino a fine settimana.
Peccato che, arrivati a domenica, abbia sempre due gomiti, e quindi altre 4 ore in ospedale per vedermi rinnovata l'impegnativa e prolungato il periodo di riposo.

Ho praticamente divorato ogni libro presente in casa, persino quello regalatomi dal mio ex che avevo occultato dietro ad altri (di quello vi parlerò nel Calderone, perché nonostante l'origine, è un libro che ho adorato), tutti quelli che riuscivo a prendere dalla biblioteca municipale con un braccio solo; ho finito la seconda serie di Doctor Who piangendo come una bambina per il finale (e scappando a cercare una connessione wireless al parco per vedere un pezzo della quarta stagione che mi ha rasserenata un pochino), divorando poi una cinquantina di fanfictions.
Ho letto 3 volte la storia della mia kohai (tesora, vorrei essere critica, e capisco cosa intendi, ma non riesco a metterci il dito sopra!), e il resoconto di tesi di un caro amico (mai tentar di correggere un documento con la sinistra se non si è mancini...).
Ho rivisto tutti i film di Miyazaki che conoscevo, scoperto due altre opere, e continuo a papparmi due-quattro film al giorno, con pause per andare a fare la spesa in mini dosi, e ore al parco cercando di prendere il sole ma col braccio all'ombra (gran bel casino).
Ho recuperato tutto il sonno arretrato che avevo, perso lo stress che mi attanagliava ogni giorno, e preso qualche chilo.
Per fortuna poi si sono manifestati amici e conoscenti, chi portando l'hard disk con altri film, chi offrendosi di farmi la spesa o lavarmi i piatti, chi distraendomi con aneddoti sulla settimana in ufficio. E prendendo le distanze mi chiedo chi ce lo faccia fare, di lavorare così come disgraziati nell'alta stagione. Okay, lo stipendio e la passione per i viaggi. Ma non può bastare a lungo, almeno non per me. L'ambizione è una gran brutta bestia...

E mi fermo qui, che per scrivere queste righe ho impiegato quasi un'ora e il braccio sinistro mi sta mandando a quel paese perché è stanco di essere sfruttato :P

1 commento:

  1. Però però però ... Il reggiseno con una mano sola come cavolo si allacciaaaa?

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