Lo scorso weekend sono
E una magnifica serata con lui e il mio ragazzo, uno di quei momenti che hanno il sapore della felicità, che ti vien voglia di piangere e ridere e saltare, ma rimani accoccolata ad ascoltare il battito del suo cuore, e sorridi e piangi ed esulti, ma in silenzio.
Ho cercato di apprezzare al massimo quei due giorni pieni d'affetto, in cui persino la pioggia aveva ceduto il posto al sole, così da permetterci un pomeriggio in tandem lungo il lago (e un po' d'esercizio per le mie gambe fuori forma!).
E la domenica sera, quando non sono sola sul binario, è più facile aspettare il treno che mi riporterà a Montreux, alla stanzetta troppo piccola e al lavoro troppo ingombrante.
Poi la settimana la passo, soverchiata di lavoro, troppo stanca per fare granché al ritorno.
E arriva un altro fine settimana, quello che si conclude stasera. Un week end monotono, grigio, con pioggia e nebbia che non vedi l'edificio di fronte. Due giornate in cui mi rifugio nei libri, nella musica, scrivo lettere che forse non darò, semplicemente perché ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca così tanto che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per poterlo abbracciare davvero.
Mi chiedo quando potrò tornare a vivere e lavorare a Ginevra, quanto resisterò qui, quanto ci vorrà per trovare un posto mio, quanto puoi tu sopportare le mie lacrime...
E non ho risposte. Allora aspetto il prossimo fine settimana, spero in un cambiamento qui, e tiro un sospiro di sollievo quando sono di ritorno a casa.