Venerdì sera, dopo 5 ore e mezza di riunioni con due dipartimenti e un partner, il mio team inizia il weekend con una bianca al pub irlandese.
Alla terza pinta, "è tutta una questione di geni".
Li lascio in compagnia di musica atroce per un concerto dalle sonorità zingare.
Ieri mattina, Vevey era un raduno di gente della compagnia per la quale lavoro. Non mi è mai capitato di incontrare in stretta successione 6 persone di vari dipartimenti, e un ex-collega. O forse non li vedo quando sto sulle nuvole (non che ieri fossi molto sveglia, dopo il concerto).
Ore 20:30, fermata dell'autobus dove aspetto R. Due tipi, lattine di birra alla mano e stato di ubriachezza avanzato, commentano alternandosi:
- Come faccio a sapere che mio figlio è mio figlio? Devo prendergli un cavallo (capello?) e fargli il DNA, ecco!
-Alla salute delle nostre donne, dei cavalli (ma non erano capelli?) e di tutti quelli che li montano!
- Johnny on t'aime!
- (sempre in francese, riferendosi a una canzoncina tradizionale) Mia moglie mi tradisce, mio figlio non è mio figlio. Mais à part ça tout va très bien, madame la marquiiiiise...
La serata prosegue in un locale assurdo, con gente assurda, dove incontro il mio medico seduto accanto a un biker dalle braccia interamente tatuate. Dietro di noi delle anglofone urlano dalle risate, una di loro emette suoni che sembrano piuttosto quelli di una iena.
Per fortuna la band che suona è grandiosa, ci mettiamo a saltellare, cantare e battere le mani dimenticando l'assurdità dell'insieme, in questo covo di punk alternativi che mi affascina e allo stesso tempo mi mostra quanto la mia maglietta irlandese e le unghia verdi siano fuori luogo.
A mezzanotte atterriamo al pub, così pieno che D. lo vediamo solo perché è un gigante nella folla in delirio.
Assaggio finalmente una "Duchesse de Bourgogne", deliziosa birra rossa fruttata, continuo con una bianca, e finisco un un fondo di rum in compagnia di D. e F., oltre a un cappello che indosso con orgoglio (no, le 5 pinte per ottenerle non le ho bevute io).
Finiamo con la chiusura del locale, senza voce, un po' brilli, e la musica che continua a trottarci in testa.
L'idea di andare alla mostra felina oggi l'ho abbandonata in favore di una mattinata di pulizie e disegno, un pomeriggio al sole, e qualche ora di sonno da recuperare.
Domani iniziamo la settimana alla grande, corso di zumba dopo il lavoro, doccia, e via a festeggiare la San Patrizio con gli amici!
Genève
Le avventure di una ginevrina di nascita, partita per anni, che torna a "casa" ma deve riscoprire la sua città.
Le avventure di un'italo-francese, che torna alle origini per lavorare al Consolato Italiano.
Le avventure di Cora, tra ricordi e novità, nella sua amata Ginevra.
Le avventure di un'italo-francese, che torna alle origini per lavorare al Consolato Italiano.
Le avventure di Cora, tra ricordi e novità, nella sua amata Ginevra.
domenica 16 marzo 2014
giovedì 13 marzo 2014
Période irlandaise
Un periodo irlandese, quello attuale. Per i motivi più disparati, da quelli personali a quelli professionali, e ovviamente il 17 marzo.
San Patrizio quest'anno mi vizia: lo festeggio non una, ma tre serate di seguito! I vestiti verdi sono pronti, le scarpe comode per ballare anche, aggiungiamoci un piccolo concerto dai suoni alternativi d'ispirazione zingara domani sera, e direi che questo fine settimana sarà colmo di buona musica :)
Lá fhéile Pádraig sona dhuit!
San Patrizio quest'anno mi vizia: lo festeggio non una, ma tre serate di seguito! I vestiti verdi sono pronti, le scarpe comode per ballare anche, aggiungiamoci un piccolo concerto dai suoni alternativi d'ispirazione zingara domani sera, e direi che questo fine settimana sarà colmo di buona musica :)
Lá fhéile Pádraig sona dhuit!
martedì 4 marzo 2014
Mes chers voisins...
E' da quasi un anno che mi sono trasferita nel nuovo appartamento, luminoso, grandi finestre con orientamento sud, un forno, un mega armadio, l'ascensore e tanti altri piccoli pregi.
Mi piace tanto, in pieno centro, a pochi minuti dal lago e dalla stazione, in un edificio vecchio stile (la vasca a zoccolo stile anni '50 e le mattonelle rosa del bagno ne sono la prova), con controllo dell'ingresso tramite videocamera e chiusura del portone alle 21 (senza chiavi non si entra).
La proprietaria mi aveva selezionata sulla base del mio segno zodiacale (no comment), sul fatto che usassi henné per i capelli (...) e che sembrassi "davvero una brava ragazza".
Insomma, quest'appartamentino mi piace davvero, l'ho arredato con fiori tende e cuscini, ci torno sempre volentieri, e il contratto d'affitto è rinnovato ogni 6 mesi per cui se voglio partire non sono bloccata (Ginevra aspettami).
Ma. MA. I vicini sono un altro paio di maniche. Sul mio stesso piano ci sono altri 7 monolocali, tra cui quello di A. il bel tedesco che parla di fisioterapisti nei corridoi; quello della coppia di anziani con cane a carico, lei sempre a lamentarsi, lui a portare a spasso il cane; in fondo c'è una canadese che mette a palla qualche programma di karaoke e canta a squarciagola (stonando le note come pochi). Dei vicini di sopra so solo che hanno una vita sessuale molto attiva e quotidiana, testimone il letto che barcolla cigolando ma non crolla (speriamo di no, altrimenti mi cadono tutti nella cucina!).
Il vicino di sotto è marocchino, fuma come un turco, e ha il pallino dell'aspirapolvere. Leggasi: lo accende almeno una volta al giorno negli orari in cui io sono in casa, e il weekend riesce a passarlo 5, dicasi CINQUE volte di seguito. Chiaramente la nonnina qui accanto sbraita, il cane la imita ululando, e la proprietaria scende a chiedere che l'aspirapolvere non venga acceso di domenica. Saliva sprecata.
Nell'appartamento accanto al mio quando sono arrivata c'era un quarantenne simpatico quasi sempre assente per via del lavoro. Il giorno in cui è partito ha suonato la cornamusa, io ero a letto con la febbre e non sapevo se piangere per il mal di testa o ridere per la comicità della situazione. Poi è arrivata una graziosa ragazza, silenziosissima, educatissima, sempre sorridente, insomma, la perfezione fatta vicina.
Dal 25 gennaio invece è arrivato un nuovo tipo. E se so dirvi esattamente che giorno è arrivato, la colpa è del fracasso che fa. Come persona è simpatico, spagnolo, la 30ina, bellino nel suo genere. Il problema è che non ha orari, non ha rispetto per il divieto di fare rumore dalle 22 alle 6 del mattino, vive perennemente chiuso in casa (nel weekend non esce mai, io faccio andi-rivieni a più non posso e lui niente, sempre lì a sbattere le pentole). Sì, perché il muro che condividiamo per me è quello del letto, che non posso spostare altrove, e per lui è la cucina.
Nel momento stesso in cui scrivo lui sbattacchia non so cosa sul ripiano. Poi mette musica deprimentissima (inizialmente temevo fosse depresso, ma a quanto pare il timore commettesse qualche atto di follia è infondato), si fa una doccia di mezz'ora e passa, e non lo si sente più....fino a quando non decide (generalmente verso mezzanotte/l'una) che è ora di lavare i piatti.
La sottoscritta, assieme ad altre persone (i muri sono sottili, purtroppo) gli hanno gentilmente chiesto di evitare suddette aggressioni sonore notturne, ma niente. La smette per un paio di sere, e a metà settimana riprende.
Se stanotte mi sveglia ancora non è con lui che mi lamento, ma direttamente con la proprietaria!
Mannaggia ai suonatori di pentole e padelle!
A parte questo di solito crollo dal sonno, tra lezioni di zumba, appuntamenti col Meetup di Losanna, seratine a destra e a manca, e uscite per fare foto/camminare/scoprire nuovi posti nei dintorni.
Come direbbe una mia cara collega, "faut que tu ralentisse, sinon au weekend t'y arrives pas!" :P
Mi piace tanto, in pieno centro, a pochi minuti dal lago e dalla stazione, in un edificio vecchio stile (la vasca a zoccolo stile anni '50 e le mattonelle rosa del bagno ne sono la prova), con controllo dell'ingresso tramite videocamera e chiusura del portone alle 21 (senza chiavi non si entra).
La proprietaria mi aveva selezionata sulla base del mio segno zodiacale (no comment), sul fatto che usassi henné per i capelli (...) e che sembrassi "davvero una brava ragazza".
Insomma, quest'appartamentino mi piace davvero, l'ho arredato con fiori tende e cuscini, ci torno sempre volentieri, e il contratto d'affitto è rinnovato ogni 6 mesi per cui se voglio partire non sono bloccata (Ginevra aspettami).
Ma. MA. I vicini sono un altro paio di maniche. Sul mio stesso piano ci sono altri 7 monolocali, tra cui quello di A. il bel tedesco che parla di fisioterapisti nei corridoi; quello della coppia di anziani con cane a carico, lei sempre a lamentarsi, lui a portare a spasso il cane; in fondo c'è una canadese che mette a palla qualche programma di karaoke e canta a squarciagola (stonando le note come pochi). Dei vicini di sopra so solo che hanno una vita sessuale molto attiva e quotidiana, testimone il letto che barcolla cigolando ma non crolla (speriamo di no, altrimenti mi cadono tutti nella cucina!).
Il vicino di sotto è marocchino, fuma come un turco, e ha il pallino dell'aspirapolvere. Leggasi: lo accende almeno una volta al giorno negli orari in cui io sono in casa, e il weekend riesce a passarlo 5, dicasi CINQUE volte di seguito. Chiaramente la nonnina qui accanto sbraita, il cane la imita ululando, e la proprietaria scende a chiedere che l'aspirapolvere non venga acceso di domenica. Saliva sprecata.
Nell'appartamento accanto al mio quando sono arrivata c'era un quarantenne simpatico quasi sempre assente per via del lavoro. Il giorno in cui è partito ha suonato la cornamusa, io ero a letto con la febbre e non sapevo se piangere per il mal di testa o ridere per la comicità della situazione. Poi è arrivata una graziosa ragazza, silenziosissima, educatissima, sempre sorridente, insomma, la perfezione fatta vicina.
Dal 25 gennaio invece è arrivato un nuovo tipo. E se so dirvi esattamente che giorno è arrivato, la colpa è del fracasso che fa. Come persona è simpatico, spagnolo, la 30ina, bellino nel suo genere. Il problema è che non ha orari, non ha rispetto per il divieto di fare rumore dalle 22 alle 6 del mattino, vive perennemente chiuso in casa (nel weekend non esce mai, io faccio andi-rivieni a più non posso e lui niente, sempre lì a sbattere le pentole). Sì, perché il muro che condividiamo per me è quello del letto, che non posso spostare altrove, e per lui è la cucina.
Nel momento stesso in cui scrivo lui sbattacchia non so cosa sul ripiano. Poi mette musica deprimentissima (inizialmente temevo fosse depresso, ma a quanto pare il timore commettesse qualche atto di follia è infondato), si fa una doccia di mezz'ora e passa, e non lo si sente più....fino a quando non decide (generalmente verso mezzanotte/l'una) che è ora di lavare i piatti.
La sottoscritta, assieme ad altre persone (i muri sono sottili, purtroppo) gli hanno gentilmente chiesto di evitare suddette aggressioni sonore notturne, ma niente. La smette per un paio di sere, e a metà settimana riprende.
Se stanotte mi sveglia ancora non è con lui che mi lamento, ma direttamente con la proprietaria!
Mannaggia ai suonatori di pentole e padelle!
A parte questo di solito crollo dal sonno, tra lezioni di zumba, appuntamenti col Meetup di Losanna, seratine a destra e a manca, e uscite per fare foto/camminare/scoprire nuovi posti nei dintorni.
Come direbbe una mia cara collega, "faut que tu ralentisse, sinon au weekend t'y arrives pas!" :P
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