Per quasi una settimana Montreux è stata invasa da giornalisti, polizia, manifestanti, forze dell'ordine, membri dell'ONU e, ovviamente, curiosi (i turisti non li contiamo più, fanno parte del quotidiano).
Perché la mia amata Ginevra era già impegnatissima e prenotata, quindi la conferenza di pace Genève 2 sulla Siria è stata trasferita dall'altro lato del lago, con tutto l'ambaradan che fa parte del pacchetto: autobus inesistenti, strada principale chiusa (compresi i parcheggi), un paio di poliziotti ad ogni angolo, e le grida dei manifestanti che mercoledì si sentivano dall'ufficio nonostante le finestre chiuse.
Inutile dire che ci siamo spostati solo in treno, e che il giorno stesso quella via l'abbiamo evitata proprio, visto che già c'erano gruppi di manifestanti di fazioni opposte ad aggredirsi (no, sui giornali questo non lo leggerete, dicono che "tutto si è svolto serenamente"... un corno!).
Giovedì è stata la giornata degli elicotteri, un balletto incessante nel cielo.
Ieri siamo tornati alla normalità, visto che tutti i politici si sono spostati a Ginevra.
E datoche la nostra dose l'abbiamo già avuta, con i ragazzi questo weekend rimaniamo tutti a Montreux invece di andare nella bella Genève. Tra mezz'ora scappo a ritrovarli per mangiare insieme e andare a teatro; domani se il tempo è bello ci sarebbe una manifestazione più colorata: le mongolfiere prenderanno il posto degli elicotteri nel cielo grigio che preannuncia la neve.
Scusate l'aggiornamento condensato, ma sono due sere che tento di scrivere e la piattaforma è chiusa per manutenzione, esco tra poco, e il nuovo vicino che si è appena trasferito nell'appartamento accanto al mio ha la proprietaria alle calcagne (leggasi: siamo in due a seguire per filo e per segno vita sua, della famiglia, e dell'intero palazzo, in un concentrato di gossip talmente acuti che mi sembra di essere lì con loro).
Chiudo su una nota di dolcezza: un regalino che ho ricevuto ed è talmente buono che chiudo il barattolo per riaprirlo due secondi dopo e tuffarci il cucchiaio! *___*
Genève
Le avventure di una ginevrina di nascita, partita per anni, che torna a "casa" ma deve riscoprire la sua città.
Le avventure di un'italo-francese, che torna alle origini per lavorare al Consolato Italiano.
Le avventure di Cora, tra ricordi e novità, nella sua amata Ginevra.
Le avventure di un'italo-francese, che torna alle origini per lavorare al Consolato Italiano.
Le avventure di Cora, tra ricordi e novità, nella sua amata Ginevra.
sabato 25 gennaio 2014
martedì 14 gennaio 2014
Birthday boy, ou un saut dans le passé
Oggi è il compleanno di J. Chi legge i miei post ha già visto varie volte questa J maiuscola, ma pochi sanno chi sia.
J. è il mio amico d'infanzia, anni fa ci chiamavamo Coco & Jojo, poi il nomignolo dal lato mio è rimasto, dal suo non credo, ma ogni tanto giusto per sfizio lo chiamo così.
Ci siamo conosciuti al primo anno delle elementari ginevrine, che in Svizzera corrisponde ai 5 anni circa. Eravamo compagni di classe, vicini di casa, e inseparabili.
Abitavamo l'uno di fronte all'altra, ci facevamo ciao dal balcone, e sua madre racconta ancora che ci scambiavamo "lettere d'amore" (all'epoca neanche sapevamo scrivere, ma a lei piaceva questa versione, mentre custodisco ancora alcune missive: disegni di animali).
Non ricordo se le nostre mamme si alternassero nell'accompagnarci o venissero entrambe, però rimembro i pomeriggi al parco.
Avevamo un albero tutto nostro, J. io e T., di cui non abbiamo sentito parlare da anni, un improbabile trio di risate e avventure.
Sulla strada da scuola a casa J., vero protettore degli animali, raccoglieva le lumache (leggasi: le salvava da morte certa sull'asfalto sotto le ruote di qualche malcapitato) e portava con sé. Nel suo appartamento c'era un acquario, riabilitato a vegetazione lussuriosa per le lumache (fino al giorno in cui queste scapparono dalla loro casetta per avventurarsi lungo le pareti di casa. Ma questa è un'altra avventura, e io non posso raccontarla, non c'ero).
All'epoca J. aveva i capelli lisci e gli occhi biricchini, io avevo i capelli fino alla vita ed ero bionda con gli occhi azzurri (adesso lui ha i capelli ricci e uno sguardo ridente ma più grave, io i capelli corti rossi e gli occhi verdi).
La prima cosa che mi veniva in mente pensando a lui erano quegli occhi ridenti, che ti mettevano allegria.
J. era un amico, un idolo, e la mia prima cotta. Credevo che la festa degli innamorati fosse il 14 gennaio perché era il suo compleanno.
Quando i miei hanno deciso di trasferirsi in Italia tutti i bambini della classe avevano fatto dei disegni, raccolti in un libro che custodisco gelosamente ancora oggi.
Il disegno di J. era un cavallo con un arcobaleno, e la grafia incerta mi augurava di avere una bella casa con un cane, un cavallo e tanta felicità.
Il giorno in cui partimmo nella BWM blu oltreoceano di papà, J. mi regalò un portachiavi a forma di cavallo, a cui era agganciata una buona decina di chiavi. Non oso immaginare cosa aprissero, nè quanto i suoi debbano averle cercate (o magari appartenevano al periodo che la sua famiglia aveva passato all'estero e i miei sensi di colpa erano inutili).
E piansi per ore.
Tornai per le vacanze l'anno seguente, e mi regalò quella che considero la mia bacchetta magica. Non ne vedevo in Italia, e per anni ho ingenuamente pensato possedere un esemplare unico, fino a quando non ne ho vista una quasi identica nell'ufficio del mio capo, alcuni mesi fa.
Poi un CD, un altro, alcuni oggetti di cui è meglio non scrivere (sono i nostri sssssegreti), dei tatuaggi da applicare, tanti piccoli tesori che regnano nella mia cameretta in Italia.
Negli anni ci siamo persi e ritrovati, un po' come due gatti selvatici che devono riaddomesticarsi col passare del tempo ma che in fondo rimangono gli stessi.
Ogni volta che tornavo a Ginevra cercavamo di rivederci, gli raccontavo della vita in Italia, mi parlava di disegni tatuaggi e progetti.
Perché J. è un artista talentuoso ma insicuro, e non aggiungo troppo perché è la sua vita e questo post sta già derivando oltre i limiti previsti.
Se mi becca penso non la passerò liscia :p
Tornando a noi, oggi è il compleanno di J., e un pochino, in maniera alternativa, anche il mio: esattamente due anni fa tornavo a Ginevra per lavorare. Ero sbarcata a casa dei suoi genitori per alcune settimane. Un tuffo nel passato, festeggiare il suo compleanno come quando eravamo bambini.
E anche se con gli impegni e vivendo in due città diverse ci vediamo poco, rimane un punto di riferimento per me, questo Jojo tutto particolare.
Je t'idéalise un peu, mais tu n'en restes pas moins spécial et précieux.
Coco
J. è il mio amico d'infanzia, anni fa ci chiamavamo Coco & Jojo, poi il nomignolo dal lato mio è rimasto, dal suo non credo, ma ogni tanto giusto per sfizio lo chiamo così.
Ci siamo conosciuti al primo anno delle elementari ginevrine, che in Svizzera corrisponde ai 5 anni circa. Eravamo compagni di classe, vicini di casa, e inseparabili.
Abitavamo l'uno di fronte all'altra, ci facevamo ciao dal balcone, e sua madre racconta ancora che ci scambiavamo "lettere d'amore" (all'epoca neanche sapevamo scrivere, ma a lei piaceva questa versione, mentre custodisco ancora alcune missive: disegni di animali).
Non ricordo se le nostre mamme si alternassero nell'accompagnarci o venissero entrambe, però rimembro i pomeriggi al parco.
Avevamo un albero tutto nostro, J. io e T., di cui non abbiamo sentito parlare da anni, un improbabile trio di risate e avventure.
Sulla strada da scuola a casa J., vero protettore degli animali, raccoglieva le lumache (leggasi: le salvava da morte certa sull'asfalto sotto le ruote di qualche malcapitato) e portava con sé. Nel suo appartamento c'era un acquario, riabilitato a vegetazione lussuriosa per le lumache (fino al giorno in cui queste scapparono dalla loro casetta per avventurarsi lungo le pareti di casa. Ma questa è un'altra avventura, e io non posso raccontarla, non c'ero).
All'epoca J. aveva i capelli lisci e gli occhi biricchini, io avevo i capelli fino alla vita ed ero bionda con gli occhi azzurri (adesso lui ha i capelli ricci e uno sguardo ridente ma più grave, io i capelli corti rossi e gli occhi verdi).
La prima cosa che mi veniva in mente pensando a lui erano quegli occhi ridenti, che ti mettevano allegria.
J. era un amico, un idolo, e la mia prima cotta. Credevo che la festa degli innamorati fosse il 14 gennaio perché era il suo compleanno.
Quando i miei hanno deciso di trasferirsi in Italia tutti i bambini della classe avevano fatto dei disegni, raccolti in un libro che custodisco gelosamente ancora oggi.
Il disegno di J. era un cavallo con un arcobaleno, e la grafia incerta mi augurava di avere una bella casa con un cane, un cavallo e tanta felicità.
Il giorno in cui partimmo nella BWM blu oltreoceano di papà, J. mi regalò un portachiavi a forma di cavallo, a cui era agganciata una buona decina di chiavi. Non oso immaginare cosa aprissero, nè quanto i suoi debbano averle cercate (o magari appartenevano al periodo che la sua famiglia aveva passato all'estero e i miei sensi di colpa erano inutili).
E piansi per ore.
Tornai per le vacanze l'anno seguente, e mi regalò quella che considero la mia bacchetta magica. Non ne vedevo in Italia, e per anni ho ingenuamente pensato possedere un esemplare unico, fino a quando non ne ho vista una quasi identica nell'ufficio del mio capo, alcuni mesi fa.
Poi un CD, un altro, alcuni oggetti di cui è meglio non scrivere (sono i nostri sssssegreti), dei tatuaggi da applicare, tanti piccoli tesori che regnano nella mia cameretta in Italia.
Negli anni ci siamo persi e ritrovati, un po' come due gatti selvatici che devono riaddomesticarsi col passare del tempo ma che in fondo rimangono gli stessi.
Ogni volta che tornavo a Ginevra cercavamo di rivederci, gli raccontavo della vita in Italia, mi parlava di disegni tatuaggi e progetti.
Perché J. è un artista talentuoso ma insicuro, e non aggiungo troppo perché è la sua vita e questo post sta già derivando oltre i limiti previsti.
Se mi becca penso non la passerò liscia :p
Tornando a noi, oggi è il compleanno di J., e un pochino, in maniera alternativa, anche il mio: esattamente due anni fa tornavo a Ginevra per lavorare. Ero sbarcata a casa dei suoi genitori per alcune settimane. Un tuffo nel passato, festeggiare il suo compleanno come quando eravamo bambini.
E anche se con gli impegni e vivendo in due città diverse ci vediamo poco, rimane un punto di riferimento per me, questo Jojo tutto particolare.
Je t'idéalise un peu, mais tu n'en restes pas moins spécial et précieux.
Coco
lunedì 6 gennaio 2014
Bienvenue en 2014
Dopo due magnifiche settimane in Italia sono tornata ieri sera con una valigia colma di leccornie e un bilancio positivo.
Premesso che, per vari motivi, non amo particolarmente il 13, questo 2013 è stato un anno alquanto strano, iniziato in modo negativo, proseguito con vari problemi di salute (dall'estinzione della voce all'indigestione con febbre per 10 giorni, per culminare con la borsite che mi ha bloccato il braccio destro per 3 buoni mesi), e poi la svolta positiva a partire dalla Scozia di cui mi sono innamorata, seguita da un cambio di lavoro, una promozione, e nuove conoscenze che ben presto sono diventate amicizie.
Dicembre poi è stato un mese magnifico. Avevo scritto della prima settimana, alla quale ha fatto seguito un 12 dicembre con i fiocchi: croissants sulla scrivania al mio arrivo, un mazzo di fiori da togliere il fiato (merci F.), una crepes party in mio onore a pranzo, i regali, la presenza di persone alle quale tengo, l'aperitivo di fine pomeriggio che si è trasformato in cena al mercato di Natale, per poi continuare nel pub irlandese fino all'una di notte. Insomma, un compleanno da ricordare,
niente a che vedere con la bruttissima giornata dell'anno scorso trascorsa a correre e stressarmi con un bambino egoista.
Poi il pranzo offerto dall'azienda, un weekend ginevrino, la festa di Natale della scuola, la fondue con gli amici prima di partire in ferie, e 10 giorni di vacanze in Italia, dove ho rivisto quasi tutti i miei cari, mangiato fino a rotolare, riposato, riso a crepapelle e amato intensamente ogni attimo.
Lavorando il 24 ho preso un treno uscendo dall'ufficio, giusto in tempo per arrivare a mezzanotte in Abruzzo e festeggiare Natale in famiglia.
Capodanno invece con gli amici, il 1° con (sonno)lenta felicità, il 2 in mezzo alla folla bloccata in stazione per l'attentato alla bomba, un paio di galline in fuga, un tragicomico incontro con un cinghiale (cacciatori alle calcagna, e io in mezzo con la macchina) e tanti altri piccoli eventi per animare ogni giorno. Non ricordavo la regione fosse così animata! :P
La mia famiglia mi ha coccolata e viziata come una principessa, gli amici (quelli veri) hanno fatto il possibile per vedermi, e alcune persone sono invece diventate conoscenti per i quali non sprecherò più tempo, perché sentire ogni volta scuse trite e ritrite da soggetti che non fanno
nulla delle loro giornate (Lupo, se dovessi leggere NON sto parlando di te. Anche se non ci siamo visti, sai fin troppo bene che sei uno
dei pochi con cui non mi arrabbio), o sentirne altre il cui ego è talmente spropositato che non hanno spazio per altro che se stessi, è un inutile perdita di tempo.
Allora faccio un po' di pulizia affettiva e ringrazio chi rimane genuino e sincero.
Questo 2014 è iniziato con grinta e positività, spero sia una gran bella annata!
Premesso che, per vari motivi, non amo particolarmente il 13, questo 2013 è stato un anno alquanto strano, iniziato in modo negativo, proseguito con vari problemi di salute (dall'estinzione della voce all'indigestione con febbre per 10 giorni, per culminare con la borsite che mi ha bloccato il braccio destro per 3 buoni mesi), e poi la svolta positiva a partire dalla Scozia di cui mi sono innamorata, seguita da un cambio di lavoro, una promozione, e nuove conoscenze che ben presto sono diventate amicizie.
Dicembre poi è stato un mese magnifico. Avevo scritto della prima settimana, alla quale ha fatto seguito un 12 dicembre con i fiocchi: croissants sulla scrivania al mio arrivo, un mazzo di fiori da togliere il fiato (merci F.), una crepes party in mio onore a pranzo, i regali, la presenza di persone alle quale tengo, l'aperitivo di fine pomeriggio che si è trasformato in cena al mercato di Natale, per poi continuare nel pub irlandese fino all'una di notte. Insomma, un compleanno da ricordare,
niente a che vedere con la bruttissima giornata dell'anno scorso trascorsa a correre e stressarmi con un bambino egoista.
Poi il pranzo offerto dall'azienda, un weekend ginevrino, la festa di Natale della scuola, la fondue con gli amici prima di partire in ferie, e 10 giorni di vacanze in Italia, dove ho rivisto quasi tutti i miei cari, mangiato fino a rotolare, riposato, riso a crepapelle e amato intensamente ogni attimo.
Lavorando il 24 ho preso un treno uscendo dall'ufficio, giusto in tempo per arrivare a mezzanotte in Abruzzo e festeggiare Natale in famiglia.
Capodanno invece con gli amici, il 1° con (sonno)lenta felicità, il 2 in mezzo alla folla bloccata in stazione per l'attentato alla bomba, un paio di galline in fuga, un tragicomico incontro con un cinghiale (cacciatori alle calcagna, e io in mezzo con la macchina) e tanti altri piccoli eventi per animare ogni giorno. Non ricordavo la regione fosse così animata! :P
La mia famiglia mi ha coccolata e viziata come una principessa, gli amici (quelli veri) hanno fatto il possibile per vedermi, e alcune persone sono invece diventate conoscenti per i quali non sprecherò più tempo, perché sentire ogni volta scuse trite e ritrite da soggetti che non fanno
nulla delle loro giornate (Lupo, se dovessi leggere NON sto parlando di te. Anche se non ci siamo visti, sai fin troppo bene che sei uno
dei pochi con cui non mi arrabbio), o sentirne altre il cui ego è talmente spropositato che non hanno spazio per altro che se stessi, è un inutile perdita di tempo.
Allora faccio un po' di pulizia affettiva e ringrazio chi rimane genuino e sincero.
Questo 2014 è iniziato con grinta e positività, spero sia una gran bella annata!
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