Sotto gli occhi di Cora, di Martin, del pubblico di Losanna. Sotto i nostri occhi, un concerto favoloso, di quelli che ti rimangono impressi.
Soan, uguale a se stesso, ribelle e indomato, che arriva zoppicando, una canna nella mano destra, e nonostante l'evidente problema alla gamba ci offre due ore di concerto.
Nuovi brani, vecchi pezzi, canzoni che solo noi pochissimi veri fan conoscevamo.
Ed essere in prima fila, averlo così vicino, cantare a squarciagola ogni testo, è stato magnifico.
Per chi non sapesse di cosa sto parlando, Soan è un cantautore francese che ho incrociato per caso nella metro di Parigi, nel lontano 2009. Qualche mese più tardi, lo vedevo in tv in un programma per giovani talenti musicali. E ho tifato come una dannata, comunicando il mio entusiasmo ai miei famigliari, poi ai miei amici, seguendo ogni settimana le puntate e sperando con ardore non venisse eliminato, questo punk ribelle che dimenticava i testi e ballava sul palcoscenico in gonne gotiche.
Vederlo vincere, contro ogni aspettativa dei giudici, è stata quasi una soddisfazione personale.
Poter acquistare l'originale del suo cd, che su sua richiesta doveva costare meno di quindici euro (perché l'arte dev'essere accessibile a tutti, e che l'etichetta della major fosse contraria non era affar suo), e ascoltarlo ogni giorno in autobus andando a lavorare come assistente a Nizza.
Ho continuato a seguirlo, sperando, nel mio anno in Francia, che estendesse la portata dei suoi concerti al di fuori della capitale.
Ma i mass media lo boicottavano, e non era possibile sentirlo in live se non a Parigi.
Ricordo un articolo di giornale che lo dava per spacciato, e gli augurava di tornare a suonare nella metro.
Questo era senza contare la complessità dell'artista, il sostegno degli amici, l'ardore dei fan.
Perché Soan non è scomparso, anzi, a marzo 2012 ha pubblicato il suo secondo album (* "Sous les yeux de Sophie", titolo originale), ancor più bello del primo, e ha iniziato una tournée francofona. Due tappe al di fuori della Francia: una in Belgio, l'altra in Svizzera, a Losanna. Quindi Cora trascina Martin al concerto, e scalpita d'impazienza, e urla di gioia, e sbraita fino a ritrovarsi senza voce, perché dopo 3 anni può rivedere uno dei suoi artisti preferiti. Dalla metro al palcoscenico, eppur uguale, dalla timidezza iniziale ai balletti improvvisati, dalle canzoni col gruppo ai brani cantati da solo, accompagnato dalla sua chitarra.
Due ore di pura emozione.
Cento di questi concerti, e che tu possa prenderti la rivincita che meriti:
*Quand la foule se lève en criant "Chante encore!"
C'est bien plus qu'il n'en rêve, il est conquistador!*
p.s.=i video sono stati presi da qualcuno del pubblico, mentre pubblicherò a breve le foto che ho preso (dalla prima fila ♥ )
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