Per superare un periodaccio negativo mi butto a capofitto in progetti, impegni e novità.
Tempo 3 settimane e ho imparato a giocare a Go, partecipato a una decina di serate dedicate al Giappone, fatto un'iscrizione in palestra con allenamento 2-3 volte a settimana, iniziato un corso di tedesco per principianti, e organizzato le nozze di smeraldo dei miei genitori.
E' un programma troppo carico, ne sono conscia, e non terrò a lungo con questo ritmo e la mancanza di sonno, ma per ora l'obiettivo è raggiunto: non ho tempo per pensare.
Appena ne avrò, inizierò il lavoro a maglia, ferri e lana sono già vicino al mio nuovissimo pouf nero, oppure riprenderò il disegno grafico sul tablet.
Vediamo se il prossimo post viene prima di Natale o se continuo a correre ;)
Genève
Le avventure di una ginevrina di nascita, partita per anni, che torna a "casa" ma deve riscoprire la sua città.
Le avventure di un'italo-francese, che torna alle origini per lavorare al Consolato Italiano.
Le avventure di Cora, tra ricordi e novità, nella sua amata Ginevra.
Le avventure di un'italo-francese, che torna alle origini per lavorare al Consolato Italiano.
Le avventure di Cora, tra ricordi e novità, nella sua amata Ginevra.
giovedì 16 ottobre 2014
venerdì 19 settembre 2014
Scotland the Brave
Delusione, quella di stamattina, di fronte ai risultati del sondaggio.
La fiera Scozia non sarà indipendente, non ancora.
Evito di scrivere altro, perché dopo aver passato più di un anno a seguire gli eventi e discuterne con i nativi scozzesi, la notizia non lascia indifferenti, anzi.
La playlist di oggi è tutta celtica, al diavolo certe persone che festeggiano senza neanche avere un'opinione propria a riguardo.
La fiamma non si spegne, e buon sangue non mente.
La fiera Scozia non sarà indipendente, non ancora.
Evito di scrivere altro, perché dopo aver passato più di un anno a seguire gli eventi e discuterne con i nativi scozzesi, la notizia non lascia indifferenti, anzi.
La playlist di oggi è tutta celtica, al diavolo certe persone che festeggiano senza neanche avere un'opinione propria a riguardo.
La fiamma non si spegne, e buon sangue non mente.
giovedì 26 giugno 2014
Summertime
You're gonna rise, rise up singing,
You're gonna spread your wings, child,
And take, take to the sky
Il tempo vola, l'estate è arrivata, io ho tirato fuori tutti i vestiti leggeri&colorati, metto dosi cromatiche ovunque, e intanto non ho visto le settimane passare.
Janis canta la sera da casa del mio vicino, mentre mi affaccio alla finestra con le candele accese, Janis canta e io scatto foto per la città, ballo ceilidhs e incontro persone di tutti i tipi.
Questa settimana arriva una delle persone a me più care per due piccole settimane da trascorrere insieme, intensamente, e so già che i giorni voleranno ancor più veloci del solito.
Dalla prossima settimana il sole rimane ma la spensieratezza diminuisce, tra due settimane si riduce ancor più, e guardo con occhi colmi di speranza altri orizzonti.
Chissà che quest'estate non sia la buona per tornare a casa. O distendere le ali per volare altrove.
giovedì 22 maggio 2014
Y a-t-il un pyromane parmi nous?
Nell'aprire questo blog pensavo parlare di avventure ginevrine; ultimamente potrei creare piuttosto una categoria dedicata alle disavventure...
Dopo un'aggressione verbale spuntata dal nulla da una persona instabile e la scomparsa di elementi per una linea di prodotti alla quale avevo consacrato molte ore, settimana scorsa, quella attuale comporta: uno svenimento parziale durante le lezioni di zumba (anemia+ciclo+sforzo fisico NON è una buona combinazione), una lezione di urban training lungo il lago con raffiche di vento e onde in faccia, e un incendio. Sì, martedì sera sentivo puzza di bruciato e pensavo fosse l'ennesimo piatto bruciato del mio vicino, invece una tipa dell'edificio di fronte attira la mia attenzione sul fatto che l'appartamento sopra al mio sta fumando. Tempo di chiamare la proprietaria e infilare un paio di pantaloni (ero già in camicia da notte), qualcuno bussa alla porta e mi trovo di fronte a un pompiere che mi incita ad evacuare immediatamente l'edificio.
Un'ora per strada ad osservare vigili del fuoco e polizia in pieno esercizio, con tanto di paparazzi a scattar foto da vendere ai giornali, mezz'ora di funzione per i mega ventilatori che eliminano buona parte del fumo, e per le 23h rifanno l'appello e permettono agli abitanti dei primi 3 piani di rientrare. Per fortuna faccio parte di questo gruppo, torno a casa, accendo candele e olii vari per togliere l'odore acre, e crollo sul letto.
L'indomani è un susseguirsi di colleghi e amici che hanno letto gli articoli o son passati nelle vicinanze e vogliono avere mie notizie.
Per i curiosi, due articoli di giornali locali (per chi se lo chiedesse, ahimè sì, è la mia sciarpa quella che compare sulle foto):
24heures
20minutes
L'anno scorso un'ex-collega di questo stesso ufficio aveva avuto una disavventura simile, finita in modo più grave. Nel medesimo edificio abbiamo avuto un falso allarme e un incendio... ma non sarà che il mio dipartimento è piromane??
Dopo un'aggressione verbale spuntata dal nulla da una persona instabile e la scomparsa di elementi per una linea di prodotti alla quale avevo consacrato molte ore, settimana scorsa, quella attuale comporta: uno svenimento parziale durante le lezioni di zumba (anemia+ciclo+sforzo fisico NON è una buona combinazione), una lezione di urban training lungo il lago con raffiche di vento e onde in faccia, e un incendio. Sì, martedì sera sentivo puzza di bruciato e pensavo fosse l'ennesimo piatto bruciato del mio vicino, invece una tipa dell'edificio di fronte attira la mia attenzione sul fatto che l'appartamento sopra al mio sta fumando. Tempo di chiamare la proprietaria e infilare un paio di pantaloni (ero già in camicia da notte), qualcuno bussa alla porta e mi trovo di fronte a un pompiere che mi incita ad evacuare immediatamente l'edificio.
Un'ora per strada ad osservare vigili del fuoco e polizia in pieno esercizio, con tanto di paparazzi a scattar foto da vendere ai giornali, mezz'ora di funzione per i mega ventilatori che eliminano buona parte del fumo, e per le 23h rifanno l'appello e permettono agli abitanti dei primi 3 piani di rientrare. Per fortuna faccio parte di questo gruppo, torno a casa, accendo candele e olii vari per togliere l'odore acre, e crollo sul letto.
L'indomani è un susseguirsi di colleghi e amici che hanno letto gli articoli o son passati nelle vicinanze e vogliono avere mie notizie.
Per i curiosi, due articoli di giornali locali (per chi se lo chiedesse, ahimè sì, è la mia sciarpa quella che compare sulle foto):
24heures
20minutes
L'anno scorso un'ex-collega di questo stesso ufficio aveva avuto una disavventura simile, finita in modo più grave. Nel medesimo edificio abbiamo avuto un falso allarme e un incendio... ma non sarà che il mio dipartimento è piromane??
giovedì 8 maggio 2014
Alors on Danse (La la la-la-la la-la) ♬
Son già passate quasi due settimane delle vacanze italiane a bordo di Titou, il mitico camper di famiglia.
Il tempo vola, io corro, e quando mi fermo la sera vedo le settimane scorrere talmente veloci che i programmi per quelle a venire provocano giramenti alla testa!
Tornata in ufficio due mercoledì fa, il frigo ancora vuoto, mi sono precipitata a fare le lavatrici per poi dedicarmi interamente al weekend della danza. Ne avevo già parlato l'anno scorso, e questa volta con uno scalmanato gruppo decidiamo di fare sabato a Losanna, domenica a Vevey: samba, tango argentino, salsa orientale, country dance, capoeira, un karaoke corporeo, e per finire in bellezza il balletto The Swan Lake di Dada Masilo: ballerini di colore in tutù bianco, danza classica a braccetto con danze africane, omosessualità e tabù smentiti. Assolutamente da vedere!
Lunedì si va in ufficio zoppicando un pochino, ma la sera c'è il corso di zumba e non esiste che me lo perdo per qualche doloruccio. Finita la lezione i muscoli non ringraziano, il cervello sì.
"Adesso un po' di riposo?" mi chiedono dei colleghi. Macché! Ieri, scarpe da corsa e bottiglia d'acqua, seguo la prima lezione di Urban Training con una quarantina di persone.
Qui il limite è aggiunto, oggi zoppico proprio e ho muscoli dolenti che neanche conosco, ma mercoledì prossimo ricomincio, e porto con me nuovi iscritti, che fare sport all'aria aperta e gratuitamente ti dona il sorriso :)
Per chi fosse interessato, si tratta di corsi gratuiti in città con un coach, da maggio a ottobre, in tutta la Svizzera.
Intanto io aspetto il weekend e ciò che mi porterà, tengo le dita incrociate per vari motivi, e mando un mega abbraccio virtuale a tutte le persone importanti che non sono riuscita a vedere due settimane fa!
Il tempo vola, io corro, e quando mi fermo la sera vedo le settimane scorrere talmente veloci che i programmi per quelle a venire provocano giramenti alla testa!
Tornata in ufficio due mercoledì fa, il frigo ancora vuoto, mi sono precipitata a fare le lavatrici per poi dedicarmi interamente al weekend della danza. Ne avevo già parlato l'anno scorso, e questa volta con uno scalmanato gruppo decidiamo di fare sabato a Losanna, domenica a Vevey: samba, tango argentino, salsa orientale, country dance, capoeira, un karaoke corporeo, e per finire in bellezza il balletto The Swan Lake di Dada Masilo: ballerini di colore in tutù bianco, danza classica a braccetto con danze africane, omosessualità e tabù smentiti. Assolutamente da vedere!
Lunedì si va in ufficio zoppicando un pochino, ma la sera c'è il corso di zumba e non esiste che me lo perdo per qualche doloruccio. Finita la lezione i muscoli non ringraziano, il cervello sì.
"Adesso un po' di riposo?" mi chiedono dei colleghi. Macché! Ieri, scarpe da corsa e bottiglia d'acqua, seguo la prima lezione di Urban Training con una quarantina di persone.
Qui il limite è aggiunto, oggi zoppico proprio e ho muscoli dolenti che neanche conosco, ma mercoledì prossimo ricomincio, e porto con me nuovi iscritti, che fare sport all'aria aperta e gratuitamente ti dona il sorriso :)
Per chi fosse interessato, si tratta di corsi gratuiti in città con un coach, da maggio a ottobre, in tutta la Svizzera.
Intanto io aspetto il weekend e ciò che mi porterà, tengo le dita incrociate per vari motivi, e mando un mega abbraccio virtuale a tutte le persone importanti che non sono riuscita a vedere due settimane fa!
domenica 16 marzo 2014
Folie et musique dans l'air
Venerdì sera, dopo 5 ore e mezza di riunioni con due dipartimenti e un partner, il mio team inizia il weekend con una bianca al pub irlandese.
Alla terza pinta, "è tutta una questione di geni".
Li lascio in compagnia di musica atroce per un concerto dalle sonorità zingare.
Ieri mattina, Vevey era un raduno di gente della compagnia per la quale lavoro. Non mi è mai capitato di incontrare in stretta successione 6 persone di vari dipartimenti, e un ex-collega. O forse non li vedo quando sto sulle nuvole (non che ieri fossi molto sveglia, dopo il concerto).
Ore 20:30, fermata dell'autobus dove aspetto R. Due tipi, lattine di birra alla mano e stato di ubriachezza avanzato, commentano alternandosi:
- Come faccio a sapere che mio figlio è mio figlio? Devo prendergli un cavallo (capello?) e fargli il DNA, ecco!
-Alla salute delle nostre donne, dei cavalli (ma non erano capelli?) e di tutti quelli che li montano!
- Johnny on t'aime!
- (sempre in francese, riferendosi a una canzoncina tradizionale) Mia moglie mi tradisce, mio figlio non è mio figlio. Mais à part ça tout va très bien, madame la marquiiiiise...
La serata prosegue in un locale assurdo, con gente assurda, dove incontro il mio medico seduto accanto a un biker dalle braccia interamente tatuate. Dietro di noi delle anglofone urlano dalle risate, una di loro emette suoni che sembrano piuttosto quelli di una iena.
Per fortuna la band che suona è grandiosa, ci mettiamo a saltellare, cantare e battere le mani dimenticando l'assurdità dell'insieme, in questo covo di punk alternativi che mi affascina e allo stesso tempo mi mostra quanto la mia maglietta irlandese e le unghia verdi siano fuori luogo.
A mezzanotte atterriamo al pub, così pieno che D. lo vediamo solo perché è un gigante nella folla in delirio.
Assaggio finalmente una "Duchesse de Bourgogne", deliziosa birra rossa fruttata, continuo con una bianca, e finisco un un fondo di rum in compagnia di D. e F., oltre a un cappello che indosso con orgoglio (no, le 5 pinte per ottenerle non le ho bevute io).
Finiamo con la chiusura del locale, senza voce, un po' brilli, e la musica che continua a trottarci in testa.
L'idea di andare alla mostra felina oggi l'ho abbandonata in favore di una mattinata di pulizie e disegno, un pomeriggio al sole, e qualche ora di sonno da recuperare.
Domani iniziamo la settimana alla grande, corso di zumba dopo il lavoro, doccia, e via a festeggiare la San Patrizio con gli amici!
Alla terza pinta, "è tutta una questione di geni".
Li lascio in compagnia di musica atroce per un concerto dalle sonorità zingare.
Ieri mattina, Vevey era un raduno di gente della compagnia per la quale lavoro. Non mi è mai capitato di incontrare in stretta successione 6 persone di vari dipartimenti, e un ex-collega. O forse non li vedo quando sto sulle nuvole (non che ieri fossi molto sveglia, dopo il concerto).
Ore 20:30, fermata dell'autobus dove aspetto R. Due tipi, lattine di birra alla mano e stato di ubriachezza avanzato, commentano alternandosi:
- Come faccio a sapere che mio figlio è mio figlio? Devo prendergli un cavallo (capello?) e fargli il DNA, ecco!
-Alla salute delle nostre donne, dei cavalli (ma non erano capelli?) e di tutti quelli che li montano!
- Johnny on t'aime!
- (sempre in francese, riferendosi a una canzoncina tradizionale) Mia moglie mi tradisce, mio figlio non è mio figlio. Mais à part ça tout va très bien, madame la marquiiiiise...
La serata prosegue in un locale assurdo, con gente assurda, dove incontro il mio medico seduto accanto a un biker dalle braccia interamente tatuate. Dietro di noi delle anglofone urlano dalle risate, una di loro emette suoni che sembrano piuttosto quelli di una iena.
Per fortuna la band che suona è grandiosa, ci mettiamo a saltellare, cantare e battere le mani dimenticando l'assurdità dell'insieme, in questo covo di punk alternativi che mi affascina e allo stesso tempo mi mostra quanto la mia maglietta irlandese e le unghia verdi siano fuori luogo.
A mezzanotte atterriamo al pub, così pieno che D. lo vediamo solo perché è un gigante nella folla in delirio.
Assaggio finalmente una "Duchesse de Bourgogne", deliziosa birra rossa fruttata, continuo con una bianca, e finisco un un fondo di rum in compagnia di D. e F., oltre a un cappello che indosso con orgoglio (no, le 5 pinte per ottenerle non le ho bevute io).
Finiamo con la chiusura del locale, senza voce, un po' brilli, e la musica che continua a trottarci in testa.
L'idea di andare alla mostra felina oggi l'ho abbandonata in favore di una mattinata di pulizie e disegno, un pomeriggio al sole, e qualche ora di sonno da recuperare.
Domani iniziamo la settimana alla grande, corso di zumba dopo il lavoro, doccia, e via a festeggiare la San Patrizio con gli amici!
giovedì 13 marzo 2014
Période irlandaise
Un periodo irlandese, quello attuale. Per i motivi più disparati, da quelli personali a quelli professionali, e ovviamente il 17 marzo.
San Patrizio quest'anno mi vizia: lo festeggio non una, ma tre serate di seguito! I vestiti verdi sono pronti, le scarpe comode per ballare anche, aggiungiamoci un piccolo concerto dai suoni alternativi d'ispirazione zingara domani sera, e direi che questo fine settimana sarà colmo di buona musica :)
Lá fhéile Pádraig sona dhuit!
San Patrizio quest'anno mi vizia: lo festeggio non una, ma tre serate di seguito! I vestiti verdi sono pronti, le scarpe comode per ballare anche, aggiungiamoci un piccolo concerto dai suoni alternativi d'ispirazione zingara domani sera, e direi che questo fine settimana sarà colmo di buona musica :)
Lá fhéile Pádraig sona dhuit!
martedì 4 marzo 2014
Mes chers voisins...
E' da quasi un anno che mi sono trasferita nel nuovo appartamento, luminoso, grandi finestre con orientamento sud, un forno, un mega armadio, l'ascensore e tanti altri piccoli pregi.
Mi piace tanto, in pieno centro, a pochi minuti dal lago e dalla stazione, in un edificio vecchio stile (la vasca a zoccolo stile anni '50 e le mattonelle rosa del bagno ne sono la prova), con controllo dell'ingresso tramite videocamera e chiusura del portone alle 21 (senza chiavi non si entra).
La proprietaria mi aveva selezionata sulla base del mio segno zodiacale (no comment), sul fatto che usassi henné per i capelli (...) e che sembrassi "davvero una brava ragazza".
Insomma, quest'appartamentino mi piace davvero, l'ho arredato con fiori tende e cuscini, ci torno sempre volentieri, e il contratto d'affitto è rinnovato ogni 6 mesi per cui se voglio partire non sono bloccata (Ginevra aspettami).
Ma. MA. I vicini sono un altro paio di maniche. Sul mio stesso piano ci sono altri 7 monolocali, tra cui quello di A. il bel tedesco che parla di fisioterapisti nei corridoi; quello della coppia di anziani con cane a carico, lei sempre a lamentarsi, lui a portare a spasso il cane; in fondo c'è una canadese che mette a palla qualche programma di karaoke e canta a squarciagola (stonando le note come pochi). Dei vicini di sopra so solo che hanno una vita sessuale molto attiva e quotidiana, testimone il letto che barcolla cigolando ma non crolla (speriamo di no, altrimenti mi cadono tutti nella cucina!).
Il vicino di sotto è marocchino, fuma come un turco, e ha il pallino dell'aspirapolvere. Leggasi: lo accende almeno una volta al giorno negli orari in cui io sono in casa, e il weekend riesce a passarlo 5, dicasi CINQUE volte di seguito. Chiaramente la nonnina qui accanto sbraita, il cane la imita ululando, e la proprietaria scende a chiedere che l'aspirapolvere non venga acceso di domenica. Saliva sprecata.
Nell'appartamento accanto al mio quando sono arrivata c'era un quarantenne simpatico quasi sempre assente per via del lavoro. Il giorno in cui è partito ha suonato la cornamusa, io ero a letto con la febbre e non sapevo se piangere per il mal di testa o ridere per la comicità della situazione. Poi è arrivata una graziosa ragazza, silenziosissima, educatissima, sempre sorridente, insomma, la perfezione fatta vicina.
Dal 25 gennaio invece è arrivato un nuovo tipo. E se so dirvi esattamente che giorno è arrivato, la colpa è del fracasso che fa. Come persona è simpatico, spagnolo, la 30ina, bellino nel suo genere. Il problema è che non ha orari, non ha rispetto per il divieto di fare rumore dalle 22 alle 6 del mattino, vive perennemente chiuso in casa (nel weekend non esce mai, io faccio andi-rivieni a più non posso e lui niente, sempre lì a sbattere le pentole). Sì, perché il muro che condividiamo per me è quello del letto, che non posso spostare altrove, e per lui è la cucina.
Nel momento stesso in cui scrivo lui sbattacchia non so cosa sul ripiano. Poi mette musica deprimentissima (inizialmente temevo fosse depresso, ma a quanto pare il timore commettesse qualche atto di follia è infondato), si fa una doccia di mezz'ora e passa, e non lo si sente più....fino a quando non decide (generalmente verso mezzanotte/l'una) che è ora di lavare i piatti.
La sottoscritta, assieme ad altre persone (i muri sono sottili, purtroppo) gli hanno gentilmente chiesto di evitare suddette aggressioni sonore notturne, ma niente. La smette per un paio di sere, e a metà settimana riprende.
Se stanotte mi sveglia ancora non è con lui che mi lamento, ma direttamente con la proprietaria!
Mannaggia ai suonatori di pentole e padelle!
A parte questo di solito crollo dal sonno, tra lezioni di zumba, appuntamenti col Meetup di Losanna, seratine a destra e a manca, e uscite per fare foto/camminare/scoprire nuovi posti nei dintorni.
Come direbbe una mia cara collega, "faut que tu ralentisse, sinon au weekend t'y arrives pas!" :P
Mi piace tanto, in pieno centro, a pochi minuti dal lago e dalla stazione, in un edificio vecchio stile (la vasca a zoccolo stile anni '50 e le mattonelle rosa del bagno ne sono la prova), con controllo dell'ingresso tramite videocamera e chiusura del portone alle 21 (senza chiavi non si entra).
La proprietaria mi aveva selezionata sulla base del mio segno zodiacale (no comment), sul fatto che usassi henné per i capelli (...) e che sembrassi "davvero una brava ragazza".
Insomma, quest'appartamentino mi piace davvero, l'ho arredato con fiori tende e cuscini, ci torno sempre volentieri, e il contratto d'affitto è rinnovato ogni 6 mesi per cui se voglio partire non sono bloccata (Ginevra aspettami).
Ma. MA. I vicini sono un altro paio di maniche. Sul mio stesso piano ci sono altri 7 monolocali, tra cui quello di A. il bel tedesco che parla di fisioterapisti nei corridoi; quello della coppia di anziani con cane a carico, lei sempre a lamentarsi, lui a portare a spasso il cane; in fondo c'è una canadese che mette a palla qualche programma di karaoke e canta a squarciagola (stonando le note come pochi). Dei vicini di sopra so solo che hanno una vita sessuale molto attiva e quotidiana, testimone il letto che barcolla cigolando ma non crolla (speriamo di no, altrimenti mi cadono tutti nella cucina!).
Il vicino di sotto è marocchino, fuma come un turco, e ha il pallino dell'aspirapolvere. Leggasi: lo accende almeno una volta al giorno negli orari in cui io sono in casa, e il weekend riesce a passarlo 5, dicasi CINQUE volte di seguito. Chiaramente la nonnina qui accanto sbraita, il cane la imita ululando, e la proprietaria scende a chiedere che l'aspirapolvere non venga acceso di domenica. Saliva sprecata.
Nell'appartamento accanto al mio quando sono arrivata c'era un quarantenne simpatico quasi sempre assente per via del lavoro. Il giorno in cui è partito ha suonato la cornamusa, io ero a letto con la febbre e non sapevo se piangere per il mal di testa o ridere per la comicità della situazione. Poi è arrivata una graziosa ragazza, silenziosissima, educatissima, sempre sorridente, insomma, la perfezione fatta vicina.
Dal 25 gennaio invece è arrivato un nuovo tipo. E se so dirvi esattamente che giorno è arrivato, la colpa è del fracasso che fa. Come persona è simpatico, spagnolo, la 30ina, bellino nel suo genere. Il problema è che non ha orari, non ha rispetto per il divieto di fare rumore dalle 22 alle 6 del mattino, vive perennemente chiuso in casa (nel weekend non esce mai, io faccio andi-rivieni a più non posso e lui niente, sempre lì a sbattere le pentole). Sì, perché il muro che condividiamo per me è quello del letto, che non posso spostare altrove, e per lui è la cucina.
Nel momento stesso in cui scrivo lui sbattacchia non so cosa sul ripiano. Poi mette musica deprimentissima (inizialmente temevo fosse depresso, ma a quanto pare il timore commettesse qualche atto di follia è infondato), si fa una doccia di mezz'ora e passa, e non lo si sente più....fino a quando non decide (generalmente verso mezzanotte/l'una) che è ora di lavare i piatti.
La sottoscritta, assieme ad altre persone (i muri sono sottili, purtroppo) gli hanno gentilmente chiesto di evitare suddette aggressioni sonore notturne, ma niente. La smette per un paio di sere, e a metà settimana riprende.
Se stanotte mi sveglia ancora non è con lui che mi lamento, ma direttamente con la proprietaria!
Mannaggia ai suonatori di pentole e padelle!
A parte questo di solito crollo dal sonno, tra lezioni di zumba, appuntamenti col Meetup di Losanna, seratine a destra e a manca, e uscite per fare foto/camminare/scoprire nuovi posti nei dintorni.
Come direbbe una mia cara collega, "faut que tu ralentisse, sinon au weekend t'y arrives pas!" :P
lunedì 24 febbraio 2014
Amoureuse d'un Hybride
E' da un paio d'anni che l'idea mi trotta nella mente.
Ci penso, ci ripenso, li ammiro da lontano e sogno ad occhi aperti.
Negli ultimi mesi ho chiesto consiglio ad alcuni amici, che mi hanno sostenuta ed incoraggiata, dandomi tante dritte.
Inizialmente ero molto confusa, erano in tanti a piacermi, non sapevo come sceglierne uno.
E poi il colpo di fulmine. Mi è piaciuto subito, però era troppo bello, aveva troppo potenziale, e quindi lo contemplavo pensando di non meritarlo.
Ne ho guardati altri, eppure tornavo da lui. Perché aveva tutto ciò che cercavo, e molto altro ancora, come mi sono poi accorta grazie ai saggi consigli di D.
Quel corpo, quel tocco retrò, uno charme tutto suo...
Quando le condizioni si sono riunite ho esitato ancora, fino all'ultimo. Sabato sono andata a rivederlo due volte, prima di decidere che la miglior scelta era seguire il mio cuore e quella vocina che mi urlava "è lui è lui E' LUIIIII!!".
Ci penso, ci ripenso, li ammiro da lontano e sogno ad occhi aperti.
Negli ultimi mesi ho chiesto consiglio ad alcuni amici, che mi hanno sostenuta ed incoraggiata, dandomi tante dritte.
Inizialmente ero molto confusa, erano in tanti a piacermi, non sapevo come sceglierne uno.
E poi il colpo di fulmine. Mi è piaciuto subito, però era troppo bello, aveva troppo potenziale, e quindi lo contemplavo pensando di non meritarlo.
Ne ho guardati altri, eppure tornavo da lui. Perché aveva tutto ciò che cercavo, e molto altro ancora, come mi sono poi accorta grazie ai saggi consigli di D.
Quel corpo, quel tocco retrò, uno charme tutto suo...
Quando le condizioni si sono riunite ho esitato ancora, fino all'ultimo. Sabato sono andata a rivederlo due volte, prima di decidere che la miglior scelta era seguire il mio cuore e quella vocina che mi urlava "è lui è lui E' LUIIIII!!".
sabato 25 gennaio 2014
La paix à Montreux
Per quasi una settimana Montreux è stata invasa da giornalisti, polizia, manifestanti, forze dell'ordine, membri dell'ONU e, ovviamente, curiosi (i turisti non li contiamo più, fanno parte del quotidiano).
Perché la mia amata Ginevra era già impegnatissima e prenotata, quindi la conferenza di pace Genève 2 sulla Siria è stata trasferita dall'altro lato del lago, con tutto l'ambaradan che fa parte del pacchetto: autobus inesistenti, strada principale chiusa (compresi i parcheggi), un paio di poliziotti ad ogni angolo, e le grida dei manifestanti che mercoledì si sentivano dall'ufficio nonostante le finestre chiuse.
Inutile dire che ci siamo spostati solo in treno, e che il giorno stesso quella via l'abbiamo evitata proprio, visto che già c'erano gruppi di manifestanti di fazioni opposte ad aggredirsi (no, sui giornali questo non lo leggerete, dicono che "tutto si è svolto serenamente"... un corno!).
Giovedì è stata la giornata degli elicotteri, un balletto incessante nel cielo.
Ieri siamo tornati alla normalità, visto che tutti i politici si sono spostati a Ginevra.
E datoche la nostra dose l'abbiamo già avuta, con i ragazzi questo weekend rimaniamo tutti a Montreux invece di andare nella bella Genève. Tra mezz'ora scappo a ritrovarli per mangiare insieme e andare a teatro; domani se il tempo è bello ci sarebbe una manifestazione più colorata: le mongolfiere prenderanno il posto degli elicotteri nel cielo grigio che preannuncia la neve.
Scusate l'aggiornamento condensato, ma sono due sere che tento di scrivere e la piattaforma è chiusa per manutenzione, esco tra poco, e il nuovo vicino che si è appena trasferito nell'appartamento accanto al mio ha la proprietaria alle calcagne (leggasi: siamo in due a seguire per filo e per segno vita sua, della famiglia, e dell'intero palazzo, in un concentrato di gossip talmente acuti che mi sembra di essere lì con loro).
Chiudo su una nota di dolcezza: un regalino che ho ricevuto ed è talmente buono che chiudo il barattolo per riaprirlo due secondi dopo e tuffarci il cucchiaio! *___*
Perché la mia amata Ginevra era già impegnatissima e prenotata, quindi la conferenza di pace Genève 2 sulla Siria è stata trasferita dall'altro lato del lago, con tutto l'ambaradan che fa parte del pacchetto: autobus inesistenti, strada principale chiusa (compresi i parcheggi), un paio di poliziotti ad ogni angolo, e le grida dei manifestanti che mercoledì si sentivano dall'ufficio nonostante le finestre chiuse.
Inutile dire che ci siamo spostati solo in treno, e che il giorno stesso quella via l'abbiamo evitata proprio, visto che già c'erano gruppi di manifestanti di fazioni opposte ad aggredirsi (no, sui giornali questo non lo leggerete, dicono che "tutto si è svolto serenamente"... un corno!).
Giovedì è stata la giornata degli elicotteri, un balletto incessante nel cielo.
Ieri siamo tornati alla normalità, visto che tutti i politici si sono spostati a Ginevra.
E datoche la nostra dose l'abbiamo già avuta, con i ragazzi questo weekend rimaniamo tutti a Montreux invece di andare nella bella Genève. Tra mezz'ora scappo a ritrovarli per mangiare insieme e andare a teatro; domani se il tempo è bello ci sarebbe una manifestazione più colorata: le mongolfiere prenderanno il posto degli elicotteri nel cielo grigio che preannuncia la neve.
Scusate l'aggiornamento condensato, ma sono due sere che tento di scrivere e la piattaforma è chiusa per manutenzione, esco tra poco, e il nuovo vicino che si è appena trasferito nell'appartamento accanto al mio ha la proprietaria alle calcagne (leggasi: siamo in due a seguire per filo e per segno vita sua, della famiglia, e dell'intero palazzo, in un concentrato di gossip talmente acuti che mi sembra di essere lì con loro).
Chiudo su una nota di dolcezza: un regalino che ho ricevuto ed è talmente buono che chiudo il barattolo per riaprirlo due secondi dopo e tuffarci il cucchiaio! *___*
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martedì 14 gennaio 2014
Birthday boy, ou un saut dans le passé
Oggi è il compleanno di J. Chi legge i miei post ha già visto varie volte questa J maiuscola, ma pochi sanno chi sia.
J. è il mio amico d'infanzia, anni fa ci chiamavamo Coco & Jojo, poi il nomignolo dal lato mio è rimasto, dal suo non credo, ma ogni tanto giusto per sfizio lo chiamo così.
Ci siamo conosciuti al primo anno delle elementari ginevrine, che in Svizzera corrisponde ai 5 anni circa. Eravamo compagni di classe, vicini di casa, e inseparabili.
Abitavamo l'uno di fronte all'altra, ci facevamo ciao dal balcone, e sua madre racconta ancora che ci scambiavamo "lettere d'amore" (all'epoca neanche sapevamo scrivere, ma a lei piaceva questa versione, mentre custodisco ancora alcune missive: disegni di animali).
Non ricordo se le nostre mamme si alternassero nell'accompagnarci o venissero entrambe, però rimembro i pomeriggi al parco.
Avevamo un albero tutto nostro, J. io e T., di cui non abbiamo sentito parlare da anni, un improbabile trio di risate e avventure.
Sulla strada da scuola a casa J., vero protettore degli animali, raccoglieva le lumache (leggasi: le salvava da morte certa sull'asfalto sotto le ruote di qualche malcapitato) e portava con sé. Nel suo appartamento c'era un acquario, riabilitato a vegetazione lussuriosa per le lumache (fino al giorno in cui queste scapparono dalla loro casetta per avventurarsi lungo le pareti di casa. Ma questa è un'altra avventura, e io non posso raccontarla, non c'ero).
All'epoca J. aveva i capelli lisci e gli occhi biricchini, io avevo i capelli fino alla vita ed ero bionda con gli occhi azzurri (adesso lui ha i capelli ricci e uno sguardo ridente ma più grave, io i capelli corti rossi e gli occhi verdi).
La prima cosa che mi veniva in mente pensando a lui erano quegli occhi ridenti, che ti mettevano allegria.
J. era un amico, un idolo, e la mia prima cotta. Credevo che la festa degli innamorati fosse il 14 gennaio perché era il suo compleanno.
Quando i miei hanno deciso di trasferirsi in Italia tutti i bambini della classe avevano fatto dei disegni, raccolti in un libro che custodisco gelosamente ancora oggi.
Il disegno di J. era un cavallo con un arcobaleno, e la grafia incerta mi augurava di avere una bella casa con un cane, un cavallo e tanta felicità.
Il giorno in cui partimmo nella BWM blu oltreoceano di papà, J. mi regalò un portachiavi a forma di cavallo, a cui era agganciata una buona decina di chiavi. Non oso immaginare cosa aprissero, nè quanto i suoi debbano averle cercate (o magari appartenevano al periodo che la sua famiglia aveva passato all'estero e i miei sensi di colpa erano inutili).
E piansi per ore.
Tornai per le vacanze l'anno seguente, e mi regalò quella che considero la mia bacchetta magica. Non ne vedevo in Italia, e per anni ho ingenuamente pensato possedere un esemplare unico, fino a quando non ne ho vista una quasi identica nell'ufficio del mio capo, alcuni mesi fa.
Poi un CD, un altro, alcuni oggetti di cui è meglio non scrivere (sono i nostri sssssegreti), dei tatuaggi da applicare, tanti piccoli tesori che regnano nella mia cameretta in Italia.
Negli anni ci siamo persi e ritrovati, un po' come due gatti selvatici che devono riaddomesticarsi col passare del tempo ma che in fondo rimangono gli stessi.
Ogni volta che tornavo a Ginevra cercavamo di rivederci, gli raccontavo della vita in Italia, mi parlava di disegni tatuaggi e progetti.
Perché J. è un artista talentuoso ma insicuro, e non aggiungo troppo perché è la sua vita e questo post sta già derivando oltre i limiti previsti.
Se mi becca penso non la passerò liscia :p
Tornando a noi, oggi è il compleanno di J., e un pochino, in maniera alternativa, anche il mio: esattamente due anni fa tornavo a Ginevra per lavorare. Ero sbarcata a casa dei suoi genitori per alcune settimane. Un tuffo nel passato, festeggiare il suo compleanno come quando eravamo bambini.
E anche se con gli impegni e vivendo in due città diverse ci vediamo poco, rimane un punto di riferimento per me, questo Jojo tutto particolare.
Je t'idéalise un peu, mais tu n'en restes pas moins spécial et précieux.
Coco
J. è il mio amico d'infanzia, anni fa ci chiamavamo Coco & Jojo, poi il nomignolo dal lato mio è rimasto, dal suo non credo, ma ogni tanto giusto per sfizio lo chiamo così.
Ci siamo conosciuti al primo anno delle elementari ginevrine, che in Svizzera corrisponde ai 5 anni circa. Eravamo compagni di classe, vicini di casa, e inseparabili.
Abitavamo l'uno di fronte all'altra, ci facevamo ciao dal balcone, e sua madre racconta ancora che ci scambiavamo "lettere d'amore" (all'epoca neanche sapevamo scrivere, ma a lei piaceva questa versione, mentre custodisco ancora alcune missive: disegni di animali).
Non ricordo se le nostre mamme si alternassero nell'accompagnarci o venissero entrambe, però rimembro i pomeriggi al parco.
Avevamo un albero tutto nostro, J. io e T., di cui non abbiamo sentito parlare da anni, un improbabile trio di risate e avventure.
Sulla strada da scuola a casa J., vero protettore degli animali, raccoglieva le lumache (leggasi: le salvava da morte certa sull'asfalto sotto le ruote di qualche malcapitato) e portava con sé. Nel suo appartamento c'era un acquario, riabilitato a vegetazione lussuriosa per le lumache (fino al giorno in cui queste scapparono dalla loro casetta per avventurarsi lungo le pareti di casa. Ma questa è un'altra avventura, e io non posso raccontarla, non c'ero).
All'epoca J. aveva i capelli lisci e gli occhi biricchini, io avevo i capelli fino alla vita ed ero bionda con gli occhi azzurri (adesso lui ha i capelli ricci e uno sguardo ridente ma più grave, io i capelli corti rossi e gli occhi verdi).
La prima cosa che mi veniva in mente pensando a lui erano quegli occhi ridenti, che ti mettevano allegria.
J. era un amico, un idolo, e la mia prima cotta. Credevo che la festa degli innamorati fosse il 14 gennaio perché era il suo compleanno.
Quando i miei hanno deciso di trasferirsi in Italia tutti i bambini della classe avevano fatto dei disegni, raccolti in un libro che custodisco gelosamente ancora oggi.
Il disegno di J. era un cavallo con un arcobaleno, e la grafia incerta mi augurava di avere una bella casa con un cane, un cavallo e tanta felicità.
Il giorno in cui partimmo nella BWM blu oltreoceano di papà, J. mi regalò un portachiavi a forma di cavallo, a cui era agganciata una buona decina di chiavi. Non oso immaginare cosa aprissero, nè quanto i suoi debbano averle cercate (o magari appartenevano al periodo che la sua famiglia aveva passato all'estero e i miei sensi di colpa erano inutili).
E piansi per ore.
Tornai per le vacanze l'anno seguente, e mi regalò quella che considero la mia bacchetta magica. Non ne vedevo in Italia, e per anni ho ingenuamente pensato possedere un esemplare unico, fino a quando non ne ho vista una quasi identica nell'ufficio del mio capo, alcuni mesi fa.
Poi un CD, un altro, alcuni oggetti di cui è meglio non scrivere (sono i nostri sssssegreti), dei tatuaggi da applicare, tanti piccoli tesori che regnano nella mia cameretta in Italia.
Negli anni ci siamo persi e ritrovati, un po' come due gatti selvatici che devono riaddomesticarsi col passare del tempo ma che in fondo rimangono gli stessi.
Ogni volta che tornavo a Ginevra cercavamo di rivederci, gli raccontavo della vita in Italia, mi parlava di disegni tatuaggi e progetti.
Perché J. è un artista talentuoso ma insicuro, e non aggiungo troppo perché è la sua vita e questo post sta già derivando oltre i limiti previsti.
Se mi becca penso non la passerò liscia :p
Tornando a noi, oggi è il compleanno di J., e un pochino, in maniera alternativa, anche il mio: esattamente due anni fa tornavo a Ginevra per lavorare. Ero sbarcata a casa dei suoi genitori per alcune settimane. Un tuffo nel passato, festeggiare il suo compleanno come quando eravamo bambini.
E anche se con gli impegni e vivendo in due città diverse ci vediamo poco, rimane un punto di riferimento per me, questo Jojo tutto particolare.
Je t'idéalise un peu, mais tu n'en restes pas moins spécial et précieux.
Coco
lunedì 6 gennaio 2014
Bienvenue en 2014
Dopo due magnifiche settimane in Italia sono tornata ieri sera con una valigia colma di leccornie e un bilancio positivo.
Premesso che, per vari motivi, non amo particolarmente il 13, questo 2013 è stato un anno alquanto strano, iniziato in modo negativo, proseguito con vari problemi di salute (dall'estinzione della voce all'indigestione con febbre per 10 giorni, per culminare con la borsite che mi ha bloccato il braccio destro per 3 buoni mesi), e poi la svolta positiva a partire dalla Scozia di cui mi sono innamorata, seguita da un cambio di lavoro, una promozione, e nuove conoscenze che ben presto sono diventate amicizie.
Dicembre poi è stato un mese magnifico. Avevo scritto della prima settimana, alla quale ha fatto seguito un 12 dicembre con i fiocchi: croissants sulla scrivania al mio arrivo, un mazzo di fiori da togliere il fiato (merci F.), una crepes party in mio onore a pranzo, i regali, la presenza di persone alle quale tengo, l'aperitivo di fine pomeriggio che si è trasformato in cena al mercato di Natale, per poi continuare nel pub irlandese fino all'una di notte. Insomma, un compleanno da ricordare,
niente a che vedere con la bruttissima giornata dell'anno scorso trascorsa a correre e stressarmi con un bambino egoista.
Poi il pranzo offerto dall'azienda, un weekend ginevrino, la festa di Natale della scuola, la fondue con gli amici prima di partire in ferie, e 10 giorni di vacanze in Italia, dove ho rivisto quasi tutti i miei cari, mangiato fino a rotolare, riposato, riso a crepapelle e amato intensamente ogni attimo.
Lavorando il 24 ho preso un treno uscendo dall'ufficio, giusto in tempo per arrivare a mezzanotte in Abruzzo e festeggiare Natale in famiglia.
Capodanno invece con gli amici, il 1° con (sonno)lenta felicità, il 2 in mezzo alla folla bloccata in stazione per l'attentato alla bomba, un paio di galline in fuga, un tragicomico incontro con un cinghiale (cacciatori alle calcagna, e io in mezzo con la macchina) e tanti altri piccoli eventi per animare ogni giorno. Non ricordavo la regione fosse così animata! :P
La mia famiglia mi ha coccolata e viziata come una principessa, gli amici (quelli veri) hanno fatto il possibile per vedermi, e alcune persone sono invece diventate conoscenti per i quali non sprecherò più tempo, perché sentire ogni volta scuse trite e ritrite da soggetti che non fanno
nulla delle loro giornate (Lupo, se dovessi leggere NON sto parlando di te. Anche se non ci siamo visti, sai fin troppo bene che sei uno
dei pochi con cui non mi arrabbio), o sentirne altre il cui ego è talmente spropositato che non hanno spazio per altro che se stessi, è un inutile perdita di tempo.
Allora faccio un po' di pulizia affettiva e ringrazio chi rimane genuino e sincero.
Questo 2014 è iniziato con grinta e positività, spero sia una gran bella annata!
Premesso che, per vari motivi, non amo particolarmente il 13, questo 2013 è stato un anno alquanto strano, iniziato in modo negativo, proseguito con vari problemi di salute (dall'estinzione della voce all'indigestione con febbre per 10 giorni, per culminare con la borsite che mi ha bloccato il braccio destro per 3 buoni mesi), e poi la svolta positiva a partire dalla Scozia di cui mi sono innamorata, seguita da un cambio di lavoro, una promozione, e nuove conoscenze che ben presto sono diventate amicizie.
Dicembre poi è stato un mese magnifico. Avevo scritto della prima settimana, alla quale ha fatto seguito un 12 dicembre con i fiocchi: croissants sulla scrivania al mio arrivo, un mazzo di fiori da togliere il fiato (merci F.), una crepes party in mio onore a pranzo, i regali, la presenza di persone alle quale tengo, l'aperitivo di fine pomeriggio che si è trasformato in cena al mercato di Natale, per poi continuare nel pub irlandese fino all'una di notte. Insomma, un compleanno da ricordare,
niente a che vedere con la bruttissima giornata dell'anno scorso trascorsa a correre e stressarmi con un bambino egoista.
Poi il pranzo offerto dall'azienda, un weekend ginevrino, la festa di Natale della scuola, la fondue con gli amici prima di partire in ferie, e 10 giorni di vacanze in Italia, dove ho rivisto quasi tutti i miei cari, mangiato fino a rotolare, riposato, riso a crepapelle e amato intensamente ogni attimo.
Lavorando il 24 ho preso un treno uscendo dall'ufficio, giusto in tempo per arrivare a mezzanotte in Abruzzo e festeggiare Natale in famiglia.
Capodanno invece con gli amici, il 1° con (sonno)lenta felicità, il 2 in mezzo alla folla bloccata in stazione per l'attentato alla bomba, un paio di galline in fuga, un tragicomico incontro con un cinghiale (cacciatori alle calcagna, e io in mezzo con la macchina) e tanti altri piccoli eventi per animare ogni giorno. Non ricordavo la regione fosse così animata! :P
La mia famiglia mi ha coccolata e viziata come una principessa, gli amici (quelli veri) hanno fatto il possibile per vedermi, e alcune persone sono invece diventate conoscenti per i quali non sprecherò più tempo, perché sentire ogni volta scuse trite e ritrite da soggetti che non fanno
nulla delle loro giornate (Lupo, se dovessi leggere NON sto parlando di te. Anche se non ci siamo visti, sai fin troppo bene che sei uno
dei pochi con cui non mi arrabbio), o sentirne altre il cui ego è talmente spropositato che non hanno spazio per altro che se stessi, è un inutile perdita di tempo.
Allora faccio un po' di pulizia affettiva e ringrazio chi rimane genuino e sincero.
Questo 2014 è iniziato con grinta e positività, spero sia una gran bella annata!
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